Home Notizie Partigiano Reggiano, il format Giletti ‘intrappola’ la musica di Zucchero (che si libera sul finale)

Partigiano Reggiano, il format Giletti ‘intrappola’ la musica di Zucchero (che si libera sul finale)

Zucchero si racconta a Massimo Giletti: il live su Blogo.

pubblicato 11 Settembre 2016 aggiornato 9 Novembre 2020 16:07

  • 21.04

    Tanta musica nel TecheTecheTè che precede lo speciale su Zucchero. E c’è molto dei Nomadi… puntata a tema, direi.

  • 21.14

    Si parte: Giletti in blu con due sedie tra il pubblico. E promette balli e struggimento,

  • 21.15

    Una stazione, a rappresentare l’inizio di un viaggio. La band è calda, mentre Giletti elenca ospiti.

  • 21.17

    Finita anteprima. Pubblicità.

  • 21.19

    “Io vengo da un’altra terra, da un altro posto, da un’altra solitudine…” dice Zucchero. E parte Partigiano Reggiano.

  • 21.23

    La conduzione ‘giovanilistica’ da high five.

  • 21.23

    Zucchero loda lo studio, diventato una ‘house music’. Beh, sulle luci magari qualcosa in più: l’effetto è quello strobo da disco.

  • 21.24

    In studio c’è Panocia. Chi è? Lo scopriremo dopo. Roncocesi, da cui viene Zucchero aveva 700 abitanti, allora.

  • 21.26

    Arriva Paul Young e duettano su Without a Woman (Senza una donna). Era il 1987.

  • 21.27

    Una inquadratura a due gliela facciamo? Decente, please.

  • 21.28

    Paul Young è giusto un po’ imbiancato: per il resto è uguale proprio.

  • 21.30

    “il mio amico Paolo Giovane” dice Zucchero. E Paul Young se ne va così… subito.

  • 21.30

    Serve una donna? Arriva la Ferilli, scelta perché non teme di dire quello che pensa e perché per lei la Parola Partigiano è sacra. Zucchero la chiama LA GRADISCA! Uhm…

  • 21.31

    “Scusa il ritardo” dice Zucchero. La registrazione è fondamentale in questi casi.

  • 21,32

    Intervista alla Ferilli, accomunata a Zucchero per essere nata in provincia. Ambè. Disquisizione sull’importanza della cultura contadina. Strano l’audio: gratta, disturbo di fondo…

  • 21.38

    Come gelare il ritmo di Zucchero con un’intervista.

  • 21.43

    Per fortuna torna Zucchero con Diavolo in me.

  • 21.45

    Giletti fa il ‘piacione’ e balla. La Ferilli non si scioglie.

  • 21.48

    “Mi canti Donne”, gli chiede la Ferilli in un orecchio. Non la canta più d 25 anni. “Fare a 60 anni “Donne dududu”…”. Perché, mi domando io, a 60 anni cantare ‘Black cat
    My bone
    Un po’ di slempito
    Bon bon”
    è meglio?

  • 21.49

    La canta con la chitarra…

  • 21.53

    Baila (Sexy Thing). Adesso la Ferilli inizia a muoversi…

  • 21.57

    La Ferilli svela definitivamente la registrazione della puntata. “Sei un patrimonio prezioso. Secondo me paghi il fatto che non fai copertine sui giornali coi gatti, le finestre aperte, le nonne che fanno i biscotti… “. Con chi ce l’ha Ferillona da Amici?

  • 21.59

    Si ricorda Luciano Pavarotti con un loro duetto alla Royal Albert Hall.

  • 22.02

    Giusto un attimo prima di sedersi al tavolo col Panocia, amico di Pavarotti. Uh, il tavolo di legno col bicchiere di vino, originale: giochiamo a vedere in quanti altri programmi è stato usato?

  • 22,05

    Ci si avvicina a Miserere. Quando la scrisse, Zucchero pensò che senza Pavarotti non si potesse fare. Non aveva mai mescolato opera e pop e disse no alla casa discografica. Per Zucchero, quindi, era un canzone ormai morta: figlia dell’ascolto di Puccini in un periodo nero della sua vita. E così fece fare un provino a un altro giovane tenore. Luciano lo sentì e disse: “Ma è così bravo, falla fare a lui!”. Era Bocelli.

  • 22.08

    Con una “sceneggiata napoletana”, dice Zucchero, lo convinse a registrare Miserere.

  • 22.10

    Ed entra Andrea Bocelli, che proprio con quel provino si fece conoscere. Insieme cantano Miserere.

  • 22.15

    “Per me Zucchero è stato l’uomo del destino. Due mesi prima del provino con lui, un discografico a cui mia mamma aveva portato i miei demi le disse ‘Suo figlio al massimo potrà cantare in chiesa’”. Appunto.

  • 22.19

    Il duetto continua con Guantanamera.

  • 22.22

    Entra in scena la moglie Veronica Berti, per lanciare un evento charity a Firenze.

  • 22.23

    Dopo la pubblicità entra Gigi Buffon. E che fanno insieme?

  • 22.29

    La sfida di Zucchero è quella di dare lezioni di canto a Buffon, stonato come una campana, come testimoniano gli Inni cantati sul campo.

  • 22.30

    Vabbè, fanno una pantomima per dare le indicazioni per stare sul palco e prepararsi e poi cantano Con le mani. Non l’avrei mai pensato.

  • 22.33

    Vabbè, Buffon può fare quello che vuole. Ma quanto lo vogliono torturare a Buffon? E a noi, anche…

  • 22,41

    Un tempo Zucchero era portiere nei Pulcini della Reggiana. E così tocca a Buffon mettersi in cattedra.

  • 22.43

    A un Sanremo arrivò secondo con Di Sole e D’Azzurro e primo con Luce, di Elisa. Canzone bellissima.

  • 22.48

    E arriva Nino Frassica nel ruolo del Sindaco di Roccocesi. Pubblicità.

  • 22.53

    Si riparte da 13 buone ragioni.

  • 22.57

    Riparte la pseudo-premiazione di Frassica. “Amiche e amiche…. non dico amici perché quello è su Canale 5″…

  • 23.00

    Per colpa di chi (Funky Gallo).

  • 23.04

    “Ci stiamo scaldando” dice Zucchero: e ha ragione. Ha una media di una canzone ogni 20’… non ci si scalda mai.

  • 23.05

    Il suo film preferito è Novecento, di Bertolucci. E per celebrare quel film arriva Gerard Dépardieu, l’Olmo del film . Ne sono passati di anni.

  • 23,09

    Parla italiano Gérard: loda l’Italia, in cui si è sentito rinascere, ricorda quel film storico.

  • 23.11

    E siamo al duetto: la fecero una volta a casa di Zucchero 25 anni fa.

  • 23.15

    E due improvvisano anche un lento… Il momento non è affatto male, devo dire. Il pezzo poi in francese rende anche meglio. “Ti voglio tanto bene” mormora Zucchero.

  • 23.16

    Zucchero si è commosso… Il momento è stato bello.

  • 23.17

    Si ricorda quando comprò la sua prima chitarra.

  • 23.18

    C’è un’intervista ai genitori di Zucchero: la regia non stacca mai su di loro. Resta su Zucchero che si commuove. Troppo bello il papà: “Mi piace la sua musica? No”. Un mito.

  • 23.20

    Ci si prepara a Diamante, in omaggio alla nonna. Per scriverla chiese aiuto a Francesco De Gregori, che entra in studio. Praticamente la prima volta che la cantano insieme, o quasi.

  • 23.22

    Ma c’è la base sotto? Resta comunque una delle più belle canzoni di Zucchero.

  • 23,27

    E sulla foto della nonna ci può scappare anche la lacrima.

  • 23,28

    De Gregori lascia il passo ai 2Cellos, che partono con Smooth Criminal. Son bravissimi.

  • 23.32

    Con Zucchero si esibiscono in Vedo Nero.

  • 23.36

    Presto al via gli 11 concerti consecutivi all’Arena. Prima della pausa Overdose d’amore.

  • 23.42

    “Ho bisogno d’amore per dio” canta Zucchero. E un finale così ci stava benissimo. E invece si continua dopo il TG1. Praticamente mi mettono Guccini dopo mezzanotte. Roba da schiaffi. Pubblicità e Tg1.

  • 23.49

    Si torna in studio con Il Suono della Domenica: Depardieu, Zucchero e Guccini al tavolo con Giletti.

  • 23.50

    Si torna a parlare della civiltà contadina: ma Guccini con quel vocione può leggere anche solo l’elenco telefonico. Ma questo tavolino mi fa troppo Rockpolitik. Che Giletti volesse ricreare quella indimenticabile tavolata Celentano Gaber Fo Jannacci Albanese?

  • 23.52

    “Io volevo essere Francesco. Ho consumato L’Isola non Trovata” dice Zucchero.

  • 23.54

    “Noi suonavamo nelle balere, ma io volevo andare nei night… lì c’erano le ballerine” racconta Guccini…

  • 23.55

    Zucchero canta Il Suono della Domenica: l’aveva scritta per il terremoto in Emilia ed è purtroppo attualissima. “La dedico a chi ha perso tutto”.

  • 23.59

    Si racconta della sua domenica in paese…

  • 00.02

    Un Soffio Caldo.

  • 00.08

    “Non canto più perché non scrivo canzoni nuove. Non posso sempre cantare le vecchie” dice Guccini. “Ma la Locomotiva è sempre bella” dice Depardieu. Zucchero ci mette il suo, ricordando Cyrano… “Ma poi son cazzi suoi, eh”.

  • 00.09

    “Dio è morto: il finale della canzone è sempre stato lo stesso. Ma la Rai la censurò, Radio Vaticana la trasmise” dice Guccini. “In Rai si sono fermati al titolo”. Mito!

  • 00.10

    E Zucchero canta Dio è morto. Applausi anche da Guccio. Zucchero ne annuncia una versione in inglese.

  • 00.14

    “Io all’epoca cercavo ancora la sorella della mancina” dice Zucchero: Giletti non ci arriva (o finge di), Depardieu si fa grasse risate.

  • 00.16

    Iniziano i ringraziamenti: si parte da Depardieu, che così ha la sua uscita.

  • 00.17

    Si saluta anche il Maestro.

  • 00.17

    Si continua Ci si arrende. Ecco, se il programma fosse iniziato così, con questo ritmo, con questa alternanza più veloce, invece di lasciare praterie a interviste inutili e interventi superflui (che però si pensa siano più acchiappa-pubblico) il programma se ne sarebbe avvantaggiato.

  • 00.20

    Il segmento “Il suono della domenica” continua dopo la pubblicità.

  • 00.25

    Su, la chiudiamo ‘sta serata? L’avete tarata sulla finale di Miss Italia?

  • 00.25

    Si torna in onda con Voci.

  • 00.29

    Uh, sembra che si sia arrivato alla fine: chiude Hey Lord. E torna in scena il coro Gospel.

  • 00.34

    IN chiusura un messaggio di Bono e una sorta di sintesi di alcuni dei suoi concerti/esibizioni più celebri. Pure i titoli di coda, insomma.

Non è un concerto, non è una ‘Serata d’onore’ di baudiana memoria (anche se vorrebbe avvicinarcisi), non è uno show di Zucchero: Partigiano Reggiano si rivela un ibrido social-musicale che mescola formule talk e ispirazioni docureality per una serata che vede Giletti esondare nella prima parte – con il suo racconto, i suoi ospiti, la sua scaletta – ed essere protagonista a scapito del rocker emiliano, relegato per buona parte del primo segmento della serata a fare da ‘accompagnamento’ musicale. Le sue canzoni dovevano essere protagoniste, ma diluite nel flusso di parole di ospiti (eccentrici) e di ricordi (altrui) finiscono per essere ‘la scusa’ per imbastire la retorica dell’Italia contadina, evocata a loop nel corso della serata, più che narrata.

Tutta la lunga prima parte (ovvero fino al Tg1 60 secondi) mi ha dato l’impressione di uno show costruito per l’Auditel. Mi sembra di sentire un “mettiamoci subito la Ferilli, che acchiappa il pubblico” e poco importa se non conosce Zucchero: in fondo “lei parla sempre di partigiani, no?”. E poi perché non chiamare Frassica, visto che ormai lo amano tutti, da Rai 1 a Rai 3? Faceva il frate di Scasazza, può fare anche il Sindaco di Roncocesi. “Uh, e Buffon? Buffon piace e con quelle manone può cantare Con le Mani… bella idea”. E per ricordare Pavarotti? Ma sì, visto che lui purtroppo non c’è più chiamiamo uno dei suoi storici amici.

Mi domando, però, come si faccia a pensare di aprire con un Partigiano Reggiano che scalda subito lo studio (come è giusto che sia in una serata che ha per titolo quel brano e si ripromette di raccontare quel ragazzo dell’Emilia) e con il duetto-nostalgia con Paul Young per poi gelare tutto con un’intervista di 10′ a una Ferilli distante, ‘interrogata’ sulla sua vita di provincia e sull’importanza della provincia italiana? Se si voleva far usare il telecomando era una scelta azzeccata: io però penso fosse un modo perfetto per focalizzare l’attenzione sul racconto pensato da Giletti, per dare segno della sua scaletta, del suo filo narrativo. Il protagonista, quindi, finisce per essere lui e il suo racconto, con le canzoni di Zucchero a fare da fil-rouge nelle tappe del percorso ideato dal giornaiista e dai suoi autori.

Ok, mi si può dire che è l’inverso, ovvero che partendo dalle canzoni di Zucchero si è cercato un filo narrativo: beh, questo vien fuori solo in un secondo momento, quando agli ospiti di Giletti sono subentrati gli ospiti di Zucchero, che – finalmente – è diventato protagonista e non più spalla del conduttore e dei suoi autori.

Il duetto con Bocelli segna l’inizio della ‘seconda fase’ dello show, quella più emozionante, in cui Giletti deve fare un passo indietro. Con Elisa si inizia a ingranare la terza e quando sale sul palco Gérard Depardieu per un duetto italo-francese su Un Piccolo Aiuto, finalmente la macchina prende la corsa sulla Via Emilia, incrociando poi sulla strada per Diamante Francesco De Gregori. Qui finalmente i ricordi e le canzoni, le emozioni e gli amici si intrecciano restituendo un po’ dell’Adelmo che il pubblico probabilmente si aspettava dal programma.

La parte migliore, però, viene lasciata per la notte. Ovvio, no? Il segmento Il Suono della Domenica, in onda dopo il Tg1 60 secondi e fino alle 00.30, è forse il più focalizzato, anche se non propriamente originale. Intorno a un tavolo di osteria, con tanto di vino e pane al tavolo, si ritrovano Depardieu, Zucchero e finalmente Guccini, che scalda l’atmosfera. La trovata scenografica è piuttosto abusata, ma forse nelle intenzioni degli autori c’è la voglia di ricostruire la magia di una serata di Rockpolitik, quando Celentano riunì un paio di amici: Gaber, Jannacci, Fo e un incredulo Antonio Albanese. Altri tempi, altri tavoli, altri personaggi. Ma l’intimità del tavolo funziona sempre e da qui, anche se Giletti non riesce ad uscire dalla retorica dell’Italia contadina, il trio cerca di sciogliersi nella gioventù, negli aneddoti di chi “cercava la sorella della mancina” tra balere e night club, intervallando battute e canzoni in maniera molto più incisiva e veloce. Se nella prima parte si è arrivati a cantare ogni 20′ qui invece il ricordo va di pari passo con la musica: una conquista che forse, per prima, davo per scontata.

In sintesi, troppe parole e poche canzoni nella prima parte, quella che dà l’imprinting alla serata, con Giletti e il suo racconto protagonisti e la musica di Zucchero a fare da accompagnamento. La formula ibrida da ‘talk-musicale’, con quel pizzico di sociale a cui Giletti pare non voler rinunciare, non convince. Posso anche capire Giletti: se gli si dà una serata così, difficile non girarla in qualcosa di ‘vicino alle proprie corde’, per cui si tenta la carta del ‘infotainment’ da ‘Protagonisti’. Ma queste restano pur sempre ‘serate d’onore’, in cui il padrone di casa è chiamato a fare un passo indietro e a far brillare l’ospite.

Ho avuto l’impressione, invece, che Giletti abbia ‘fagocitato’ Zucchero nella prima parte, ne abbia invaso la storia per costruirla a modo proprio, complice lo stesso cantante che sembrava quasi essersi affidato al programma.
Come sempre, però, non è l’ibridazione in sé a non convincere, ma le modalità del racconto: questa serata evento è risultata sbilanciata, segmentata, divisa in un doppio protagonismo che ha rischiato di offuscare il valore stesso di Zucchero e la portata della sua serata su Rai 1 con ‘siparietti’ superflui e anche controproducenti.

Va trovato un equilibrio: ed è la cosa più difficile. Ma si può trovare.

Zucchero – Partigiano Reggiano | 10 settembre 2016 | Diretta

Zucchero – Partigiano Reggiano | Anticipazioni

Rai 1 regala una serata-evento per Zucchero, che si racconta a Massimo Giletti questa sera, sabato 10 settembre, a partire dalle 21.15, partendo da Partigiano Reggiano, uno dei singoli più ‘iconici’ del ultimo disco, Black Cat, e che dà anche il titolo allo speciale realizzato all’Auditorium Rai del Foro Italico di Roma.

Il filone della musica in tv sembra prendere sempre più piede in questo primo scorcio dell’Autunno 2016 e così, mentre il venerdì di Canale 5 si anima de #IGrandiConcerti della Pausini, Modà et similia, Rai 1 omaggia il cantautore emiliano (in attesa di Renato Zero, protagonista della prossima settimana) con un viaggio nella sua carriera e nella sua vita, nei suoi ricordi cresciuti in un’Emilia contadina e in un’Italia da dopoguerra, e tra le sue canzoni, passate tra Sanremo e New Orleans. Confidiamo in una scaletta che attinga a piene mani dai suoi primi dischi (su tutti Blue’s del 1987), ma intanto sfogliamo la lista degli ospiti invitati alla ‘festa’ di Zucchero.

Zucchero Partigiano Reggiano | Ospiti e duetti

Tra un’intervista di Giletti e una battuta, la protagonista della serata sarà (comme il-faut) la musica. Sul palco, infatti, si staglierà uan superband di 13 elementi, pronti ad accompagnare Zucchero e i suoi ospiti.

Tra i colleghi cantanti, annunciati Elisa, Francesco De Gregori, Andrea Bocelli, il duo di violoncellisti croati 2Cellos (composto da Luka Šulić e Stjepan Hauser) fattisi conoscere su YouTube con una cliccatissima cover di Smooth Criminal di Michael Jackson e che ormai collaborano con i più grandi cantanti del mondo, e ancora Paul Young, che con Zucchero condivide il successo internazionale di Senza una donna, della quale i due registrarono una versione inglese.  Atteso anche un particolare omaggio di Francesco Guccini: la Via Emilia in fondo li unisce.

Non mancano attori e amici: da Sabrina Ferilli (che per una sera non si rimbocca le maniche su Canale 5, ma festeggia l’amico su Rai 1) a Nino Frassica, passando per il portiere della Nazionale Gigi BuffonGerard Depardieu, di cui vi abbiamo fatto vedere in anteprima le prove con Giletti.

Zucchero Partigiano Reggiano | Come vederlo in tv e in streaming

Lo speciale va in onda su Rai 1 e Rai 1 HD (DTT, 501) dalle 21.15, con live streaming sul portale Rai.tv. Il programma va in onda in contemporanea anche su Radio 2 con la conduzione di Massimo Cervelli.

Zucchero Partigiano Reggiano |  Second Screen

Vi consigliamo, ovviamente, di seguire lo speciale Zucchero live su TvBlog, ma per commentare sui social ci si può appoggiare sugli account di @RaiUno, @RaiRadio2, @ZuccheroSugar. Non ci sono hashtag ufficiali, per adesso, ma siamo pronti a scommettere su #Zucchero e #PartigianoReggiano.