Zio Gianni, Paolo Calabresi a Blogo: “Spesso, sono disperato e disadattato come lui!”
L’attore romano è stato intervistato da Blogo.
Paolo Calabresi è il protagonista di Zio Gianni, la nuova serie di Rai 2 che andrà in onda a partire dal prossimo 22 dicembre, da lunedì a venerdì alle ore 21.
L’attore romano interpreta il ruolo di Gianni Coletti, un impiegato di banca di 50 anni che, all’improvviso, perde tutto, lavoro, casa e famiglia, e che si ritrova costretto a ricominciare da zero, andando a convivere con un gruppo di tre ragazzi poco più che ventenni.
Calabresi, intervistato da noi di Blogo dopo la conferenza stampa di presentazione che si è svolta oggi, ha ammesso di avere alcuni punti in comune con il personaggio che ha interpretato per questa serie, soprattutto per via dell’età.
Ecco le sue dichiarazioni.
Il personaggio che interpreta, Gianni Coletti, è un personaggio complesso perché si tratta di un 50enne disoccupato e separato. E’ stato difficile interpretare un personaggio così in un contesto ironico e quasi surreale?
No, non è stato difficile perché io sono spesso disperato e disadattato come lui, nel senso che 50 anni è un’età difficilmente collocabile. Noi siamo la generazione di quelli che non sanno se mettersi la maglietta o la camicia, non sappiamo se siamo giovani o vecchi. L’incontro con questi ragazzi con i quali è obbligato a convivere, in realtà, per lui è la botta definitiva. Loro, invece di essere persone manipolabili, lo vessano, diventano il loro carceriere. Quindi, a questo punto si tratta di riciclarsi e la storia di Gianni è la storia di uno che si ricicla continuamente. La sua vittoria sta nel fatto di crederci sempre e comunque.
Come può reagire il pubblico davanti ad una serie che tratta temi sensibili, come la crisi e la disoccupazione, e che usa un linguaggio sperimentale che proviene dal mondo del web?
Al pubblico, Zio Gianni divertirà tantissimo. Sarà una cosa bellissima vedere questa nuova proposta della Rai, una fiction, mi piace chiamarla fiction perché non è una sit-com proprio nella struttura drammaturgica, è una fiction messa in lavatrice a 90 gradi e ristretta dieci minuti, che piacerà tantissimo, il pubblico riderà tantissimo e si adatteranno a quel tipo di linguaggio in maniera semplicissima come ci si adatta facilmente ormai quando si apre un computer. Non ci sarà molta differenza.
Zio Gianni è un progetto giovane e fresco. Com’è stato condividere il set con tre attori emergente e com’è stato lavorare con sceneggiatori e regista giovani?
E’ bello perchè mi parli come fossi un vecchio di 90 anni! Sono contento! Ma è proprio così! E’ quello che succede alla gente della mia età. Improvvisamente, diventi anziano come Gianni. A 50 anni oggettivamente non si è vecchi ma lo diventi soggettivamente per quelli che ti guardano soprattutto quando quelli che ti guardano hanno 20 anni. Cioè, sei un vecchio! Siamo vecchi. Per rapportarsi a questa cosa, l’unico modo è lasciarsi fare. Fate voi quello che credete!
Lei ha iniziato dal teatro, passando per cinema e tv, e non solo per quanto riguarda la fiction. Quale potrebbe essere la sua prossima sfida professionale?
Come attore, ne ho fatto veramente tutte e ne vado molto fiero perché tutti questi orticelli che hai nominato sono nate piantine che io non ho abbandonato mai. Ho continuato a fare teatro, ho continuato a fare intrattenimento in tv, ho continuato a fare il mio lavoro principale che è l’attore di cinema e televisione. Questo è il senso del mio lavoro, bisogna non negarsi la possibilità di cambiare, se ci si rinnova, si resta più in forma. Se quando stai in forma, fai sempre lo stesso percorso la mattina, forse sei in grado di fare bene solo quello.