Una vita legata non ad una, ma a ben due serie tv, in un cortocircuito tra realtà e finzione che affascina ed inquieta al tempo stesso. Ditelo a Volodymyr Zelensky, dal 2019 Presidente dell’Ucraina ed ora alle prese con un attacco nei confronti del proprio Paese senza precedenti.
Proprio lui, che abbiamo imparato a conoscere in queste settimane, ha vissuto due vite. Un prima ed un dopo, la cui linea di demarcazione è rappresentata da quella serie che proprio nelle ore scorse La 7 ha annunciato di aver acquistato in esclusiva per l’Italia, Servant of the People.
I ritratti usciti sui giornali ce lo hanno raccontato bene: prima della carriera politica, Zelensky -laureato in Giurisprudenza- aveva una carriera nel mondo dello spettacolo (tanto da vincere anche la prima edizione della versione ucraina di Ballando con le stelle). Fondatore della casa di produzione Kvartal 95, dopo aver recitato in alcuni film trova il successo in Servant for the people, che va in onda per tre stagioni e 51 episodi.
La serie racconta di un professore il cui sfogo contro il Governo corrotto diventa virale online, tanto da ricevere la proposta di candidarsi lui stesso a presidente e vincere le elezioni. Una satira politica diventata un enorme successo in Patria, nonché profezia di quanto di lì a poco sarebbe accaduto. Perché nel 2017 dalla casa di produzione della serie nasce un’idea: creare un partito politico con il suo stesso nome della serie tv e con candidato Zelensky. Il resto, è Storia: oltre il 70% dei voti ottenuti al secondo turno ed una concorrenza scettica totalmente sbaragliata.
https://www.youtube.com/watch?v=eG642MHsVos
Se Servant of the People si può indubbiamente ritenere come la serie “della vita” per Zelensky, il nostro pensiero non può non andare ad un altro titolo, che altrettanto profeticamente ha raccontato come i mass media sarebbero riusciti ad entrare anche in politica e non per gioco. Ovviamente, parliamo di Black Mirror e dell’episodio “Vota Waldo!”.
Per chi non l’avesse visto, la storia raccontata è quella di un comico che dà vita ad un pupazzo digitale di nome Waldo e che, per una serie di circostanze, si ritrova ad entrare nell’agone politico, prima per scherzo e poi preso sempre più sul serio. Per anni abbiamo associato Waldo all’ascesa in politica di Beppe Grillo, per poi renderci conto che avremmo dovuto guardare altrove. Considerato anche l’uso massiccio e molto attento che Zelensky fa dei social network -diventati anche in queste settimane di guerra indispensabili per il leader ucraino per raccontare il conflitto dall’interno-, la somiglianza tra quanto immaginato da Charlie Brooker e quanto accaduto è davvero impressionante. Ma non basta.
Perché il legame tra Zelensky e Black Mirror non si è fermato qui. Era il luglio 2020 quando sui suoi social il Presidente pubblica degli strani video in cui, apparentemente senza motivo, consiglia di vedere il documentario “Earthlings”, sul tema dello sfruttamento degli animali. Il motivo, in realtà, c’era.
Poche ore prima, nella città di Lutsk il 44enne Maksim Plokhoy ha preso in ostaggio un autobus con a bordo tredici persone, che minaccia di uccidere con le armi che si è portato appresso. La richiesta che fa per liberarli è quella di sentire Zelensky consigliare quel documentario. Ed il Presidente, per salvare quelle persone, lo fa, riuscendo a mettere tutti in salvo.
Un intreccio simile (evidentemente non identico…) al primissimo episodio di Black Mirror, “Messaggio al Primo Ministro”, in cui il Premier britannico era costretto ad avere un rapporto sessuale con un maiale in diretta tv per salvare una principessa. Ancora una volta, tv/social e vita reale in un tutt’uno, e sempre con lo stesso protagonista.
Delle capacità profetiche di Black Mirror si era già parlato in passato: la descrizione di un futuro sempre più in balìa dei nuovi media, se qualche anno poteva sembrare ancora irreale, oggi è diventata sempre più vicina al mondo che viviamo. La vita di Zelensky lo dimostra e ci offre un cerchio senza sosta in cui dalla tv alla realtà, e poi ancora alla tv passando per stories e post il mondo è diventato un tutt’uno con le storie che vengono raccontate.
Dire che la realtà supera la fantasia è ormai superato: realtà e fantasia, se vogliono, possono essere la stessa cosa, due facce di una stessa medaglia che a seconda di come viene lanciata ci regala uno sguardo più o meno disincantato su quello che stiamo vivendo. Sperando in un lieto fine tratto da una serie un po’ più ottimista.