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Zavoli boccia l’alternanza dei conduttori

Sergio Zavoli, presidente della commissione di Vigilanza Rai, interviene nel dibattito suscitato dalla proposta del senatore Butti che contiene, fra le altre, la misura che vorrebbe “l’alternanza” dei conduttori per depotenziare Annozero e Ballarò. Il “bavaglio soft”. L’intervento di Zavoli si è reso necessario dopo che alcuni organi d’informazione avevano lasciato intendere che questa proposta

pubblicato 2 Marzo 2011 aggiornato 5 Settembre 2020 08:17


Sergio Zavoli, presidente della commissione di Vigilanza Rai, interviene nel dibattito suscitato dalla proposta del senatore Butti che contiene, fra le altre, la misura che vorrebbe “l’alternanza” dei conduttori per depotenziare Annozero e Ballarò. Il “bavaglio soft”. L’intervento di Zavoli si è reso necessario dopo che alcuni organi d’informazione avevano lasciato intendere che questa proposta incontrasse il favore del presidente della Vigilanza Rai:

Nel mio ruolo e nella mia responsabilità di presidente di garanzia ho dato atto al relatore di maggioranza, senatore Butti, di aver fatto dei passi avanti, apportando alcune modifiche significative nella stesura del suo ultimo testo rispetto a quello originario. Nondimeno mantengo parere fortemente negativo su altri punti, compresa la questione della cosiddetta alternanza. Quindi nessun ‘cedimento’ da parte mia. Ma credo che la proposta sia emendabile, dal momento che lo stesso relatore di maggioranza si è dichiarato disponibile a confrontarsi per ulteriori interventi sul testo. Soluzione auspicabile anche da parte di chi teme che l’approvazione dell’Atto possa produrre forti difficoltà gestionali per la Rai a vantaggio della concorrenza.

Zavoli insiste sul punto che, per quanto l’attuale atto d’indirizzo del relatore Butti contenga elementi che possono essere soggetti a critiche, il lavoro della commissione non deve fermarsi:

Ho infine sollecitato maggioranza e opposizione a esercitare il diritto-dovere di emendamenti e integrazioni sui due testi presentati al fine di giungere a un documento condiviso, come più volte unanimemente auspicato da tutti i Gruppi della Commissione, cui il Parlamento affida il compito di agire nell’interesse del servizio pubblico e del Paese. La rinuncia a questo adempimento segnalerebbe una volontà che prescinde dal dovuto perseguimento di tale obiettivo.

Rai 1