X Factor crolla, Marano è soddisfatto. E RaiUno trema
A scherzare col fuoco va a finire che ci si fa male sul serio. Al termine della Prima Grande Guerra X Factor ha toccato il record negativo di stagione, andando allo sbaraglio non solo contro l’attesissima semifinale di Amici ma lo stesso Ballarò, di cui era certificata nella scorsa stagione la sovrapposizione di target (un
A scherzare col fuoco va a finire che ci si fa male sul serio. Al termine della Prima Grande Guerra X Factor ha toccato il record negativo di stagione, andando allo sbaraglio non solo contro l’attesissima semifinale di Amici ma lo stesso Ballarò, di cui era certificata nella scorsa stagione la sovrapposizione di target (un pubblico medio-colto, settentrionale, di studenti universitari o 30-40enni). Dopo il crollo di ieri, che fa presagire un bagno di sangue nella sfida con la finale di Amici, non poteva non arrivare l’immediato comunicato stampa entusiastico, con Antonio Marano che ‘comunque vada è sempre un successo’:
Raidue è soddisfatta per il risultato della decima puntata di “X Factor”, che, in una serata costruita con una forte controprogrammazione per genere, ha ottenuto il 13.30 di share e 2 milioni 781 telespettatori. Nonostante lo scontro tra due programmi dedicati alla musica e alla ricerca dei grandi talenti – scontro che Raidue non ha cercato – la trasmissione condotta da Francesco Facchinetti ha tenuto rispetto alla media che fino alla nona puntata era del 13.87% con 3 milioni 115 mila telespettatori. In particolare, la scelta del pubblico dei laureati di premiare la nostra proposta di talent show con il 24.74 %, seguita da quella del pubblico della cosiddetta “fascia alta” con il 21.11%, ci rende ancora più soddisfatti. Questo risultato, insieme alla tenuta del programma concorrente, ci consente di affermare che musica in televisione ha il suo spazio e per questo vince.
Che ci spieghino cosa ci sia da esultare. X Factor continua a essere un gran bel programma ma in termini strettamente “pubblicitari” il gioco non vale ancora la candela. Il rapporto qualità-prezzo continua ad essere a sfavore dello show, che invita grandi star internazionali per un ascolto inferiore a La Sposa Perfetta e non è riuscito a fare il botto neanche con Fiorello (solo una manciata di spettatori in più alla sua apparizione di lunedì scorso). In più l’indotto per la rete è praticamente inesistente: tiepidi ascolti in daytime, il Processo del Sabato ripetutamente doppiato dalla concorrenza, appeal mediatico inesistente.
E’ vero che a X Factor batte la musica vera a discapito dei gossip di bassa lega (peccato che punendo Malika siano scesi in basso anche loro), ma resta innegabile un dato di fatto: è un marchio che non accende la rete come Amici su Canale 5 o la stessa Isola dei Famosi su RaiDue. E’ un marchio, però, di cui la rete si vanta come fiore all’occhiello, perché consente alla Ventura di affrancarsi dalla nomea di reginetta del trash per darsi un tono musicofilo. Perché permette a Morgan di ricevere una popolarità mai avuta come cantante. Perché ha regalato a Mara Maionchi una seconda giovinezza artistica.
Anche in questo caso si ha il vago sospetto che i cantanti siano un mezzo, anziché un obiettivo, come ha rivelato lo stesso Renato Zero in una conferenza stampa di presentazione del suo nuovo Cd:
“I coach di programmi come X Factor o Amici richiamano alla mente la leggendaria figura dell’assistente musicale. Li trovavi nei corridoi della Ricordi o della Rca, e nelle loro mani c’erano le sorti di una canzoni. Suggerivano l’intonazione a esordienti come Endrigo o Paoli, e il gioco era fatto. Ora però tutto questo lo vedi in tv: fossi al posto di quei ragazzi scapperei a gambe levate. Neanche sono nati, come cantanti, e gli sbattono addosso sette telecamere, con i maestri che li nevrotizzano a forza di suggerimenti. Tutto questo mi disturba”.
Peccato che tutto questo, stando all’annuncio in diretta di Francesco Facchinetti ripreso oggi da tutte le agenzie, stia per approdare su RaiUno. In diretta, per la finalissima, martedì 14 aprile. Amici sarà già finito, ma Mediaset potrebbe benissimo scagliargli contro Grande Fratello per neutralizzarne ogni velleità nociva.
Il punto è che bisognerebbe diventare un minimo realisti. X Factor è uno sfizio per pochi. Non è un fenomeno di massa, non riunirà mai le famiglie, non potrà mai piacere a un pubblico di RaiUno ostile alla Ventura e alle mode del momento. Che un’ammiraglia ospiti un programma per giovani di belle speranze, mossa dal puro miraggio di fare l’alternativa, è fantascienza. Si ritroveranno tutti, il giorno dopo, a leccarsi le ferite e a chiedersi dove hanno sbagliato o, forse, se ci hanno creduto un po’ troppo.
Un costoso talent show che su RaiDue, al minimo mobilitarsi di un’enorme concorrenza, si fa quasi raggiungere da Rete 4 e non dà filo da torcere neanche a Italia 1 va incontro ad un suicidio annunciato su RaiUno. E, per quanto sperimentare sia bello, è ingiusto che venga fatto sulla pelle di artisti emergenti. Basterebbe abbassare la cresta, tornare alla collocazione di marzo-maggio senza troppe pretese e rendersi conto che X Factor è una gran bella trasmissione, ma non è una garanzia. Va fatta per il piacere di chi la guarda in una tv di servizio pubblico, ma se bisogna fare due conti senza ipocrisie la promozione su RaiUno la “meriterebbe” l’Isola.