X Factor 2021 è il regno televisivo dell’inclusione. Ma è sempre stato così? Facciamo un passo indietro.In principio furono i Kymera. Era il 2010, un’era geologica fa, quando i valdostani Simone Giglio e Davide Dugros si presentavano come coppia musicale e nella vita ai giudici di X Factor 4. Il duo ebbe accesso alla fase finale del talent show, e tutti ricorderanno la frase di Anna Tatangelo che passò per buonista: “Sono contenta di vedere una coppia gay in prima serata in televisione”. La rete televisiva all’epoca era Rai2, che avrebbe ospitato la creatura di Simon Cowell per l’ultima volta. Per la cronaca i Kymera entrarono nel team di Enrico Ruggeri (per loro il Rouge scrisse Atlantide) e per un pelo mancarono la finale, che fu vinta da Nathalie.
Dal 2011 X Factor è su Sky Uno e negli ultimi anni la musica è decisamente cambiata. Soprattutto nelle edizioni più recenti, si è moltiplicato il numero degli aspiranti concorrenti LGBTQ+: molti di loro hanno fatto coming out solo dopo la partecipazione al programma vero e proprio, altri nomi ben più altisonanti probabilmente non lo faranno mai (ricordiamo che si tratta di decisioni strettamente personali), ma solo a considerare X Factor 2021 (qui la recensione della prima puntata) si nota come l’inclusione sia diventata ormai centrale. D’altronde il clam di quest’anno è “Come as you are“, ma soprattutto è l’unica versione al mondo ad aver abolito le categorie Under Uomini, Under Donne, Gruppi e Over.
Un’inclusione – termine che andrebbe sostituito con il più appropriato “convivenza delle unicità”, per citare il saggio Le ragioni del dubbio della sociolinguista Vera Gheno – che non riguarda solo persone con un orientamento sessuale diverso dalla maggioranza, ma anche con un’identita di genere non binaria. Per esempio è il caso di Jathson, che non si riconosce nel genere maschile e in quello femminile, e che ha passato il turno delle Auditions con l’inedito Babylooneytunes. Molto interessante nella terza puntata la performance di Luce, che ha fatto ascoltare a Mika, Hell Raton, Emma Marrone e Manuel Agnelli il suo singolo Atlantide (no, non quello dei Kymera).
Ma a folgorare il quartetto giudicante e i telespettatori sono stati Le Endrigo, un gruppo bresciano che ha eseguito Cose più grandi di te, un brano inedito con un testo molto forte contro il machismo imperante e il patriarcato. Non ci interessa ascrivere o meno Le Endrigo alla comunità LGBTQ+ (la musica non deve avere etichette e in questo articolo si vuole solo prendere atto del crescente numero di aspiranti concorrenti al talent non etero e non cisgender), ma la loro è stata a prescindere la migliore performance di questa edizione.