X Factor 2021, i motivi della crisi. Il talent show in onda ormai solo da noi e in Danimarca
L’abolizione delle categorie si è rivelata un boomerang, la giuria non entusiasma più. Si salva solo la conduzione inesperta di Luidovico Tersigni.
Auditel ormai impietoso con X Factor 2021: la sedicesima edizione del talent show in onda su Sky Uno ha raggranellato 399.000 telespettatori e il 2% di share. Sintomi di una crisi profonda del programma, che da quando nel 2011 era approdato sul satellite aveva conosciuto un netto salto di qualità dal punto di vista produttivo.
Claudio Plazzotta su Italia Oggi ha evidenziato che rispetto all’anno scorso la trasmissione ha lasciato sul campo il 50 per cento degli ascolti. Il giornalista racconta che ormai X Factor è previsto solo nei palinsesti televisivi di Italia e Danimarca, con il nostro Paese che prevede da contratto la messa in onda fino al 2022. Eppure le Auditions dell’edizione in corso erano partite bene, con 755mila spettatori, probabilmente per merito di un montaggio sopraffino.
Ma che cosa è successo al talent show che ha lanciato Giusy Ferreri, Marco Mengoni, Noemi (gestione Rai), Francesca Michielin e i Maneskin (gestione Sky)? Proviamo a fare un po’ di ordine.
Sky è il regno del calcio: l’inevitabile fuga degli abbonati
Parliamoci chiaro: la killer application di Sky è sempre stata il calcio. Da quando la Serie A è passata sulla piattaforma di streaming DAZN (con buona pace degli abbonati di quest’ultima dati i tanti problemi di visione) è facile immaginare che l’emittente di Rogoredo abbia perso degli abbonati, anche se è molto difficile quantificare il numero di “fuggitivi” (su Calcio e Finanza riuscirete a farvi un’idea della complessità di questo calcolo). Una piccola parte resiste in quanto interessata solo all’offerta Intrattenimento, area sulla quale Sky sta investendo di più. Non a caso sarà il satellite a ospitare la prossima edizione di Pechino Express.
L’abolizione delle categorie? Un boomerang
A furia di farsi belli con claim come “Come as you are” e di dimostrare ancora una volta una tendenza all’inclusività, il talent ha voluto strafare, abolendo le categorie. Addio a Uomini, Donne, Over, Gruppi. Complice il ritmo soporifero della gara, non si è capito più chi stesse con chi. Assolutamente da ripristinare.
Il cast meno interessante di sempre
Com’erano belli i tempi della Yavanna, le tre sorelle con le orecchie da elfo che incantavano con le loro armonizzazioni. Ma quelli erano i fasti nazionalpopolari della Rai. Chiara Galiazzo non ha avuto una carriera scintillante dopo il programma, ma ogni sua esibizione era un piccolo gioiello (parere personale: avrebbe dovuto puntare solo su brani in inglese). Mahmood durò pochi minuti, ma le stimmate del talento erano già ben visibili. Negli anni passati avevi voglia di seguire sui social anche le meteore da una puntata sola, poi Sky si è messa a inseguire i trend provenienti dal mondo anglosassone e ha infarcito il cast di personaggi che appassionerebbero le nicchie. Nelle ultime due edizioni X Factor si è bruciato due gruppi che in un talent show sulla generalista avrebbero funzionato molto, i Melancholia e Le Endrigo. I primi sono stati ospiti del FestivalMix 2021 (un evento milanese di cinema lgbt), i secondi probabilmente li troveremo l’anno prossimo, ma ad entrambi si augura molto di più.
Un errore la conferma in blocco dei giudici
Probabilmente si voleva rendere il passaggio di testimone da Alessandro Cattelan a Ludovico Tersigni meno traumatico possibile confermando in blocco la giuria formata da Manuel Agnelli, Emma Marrone, Mika ed Hell Raton. Un errore madornale. I quattro sembrano eternamente svogliati, attenti a non pungolarsi troppo e a pensare molto di più al proprio orticello. Manuel Agnelli pare l’unico in grado di garantire dinamiche interessanti, ma nei giudizi appare leggermente ripetitivo; Emma Marrone sicuramente ci mette tutto l’impegno possibile, ma oltre a “cazzimma” e “coerenza” non viene fuori molto; Mika tende a perdere la sua severità dopo le Audition, Hell Raton si fa notare solo per i look.
Salvate il soldato Ludovico Tersigni
In questa sequela di errori si salva solo il novello conduttore Ludovico Tersigni, succeduto alla gestione decennale di Alessandro Cattelan. L’attore noto per la serie tv SKAM Italia e Summertime – ambedue su Netflix – ha commesso qualche errore dettato dall’inesperienza (una volta ha dato troppo presto lo stop al televoto, un’altra ha dimenticato di elencare i codici dei concorrenti), ma un ragazzo di 25 anni deve essere libero di sbagliare, altrimenti non comincia mai a lavorare sul serio. Al netto di questo, Ludovico stupisce per la sua sicurezza e genuinità, puntando molto sulla sua romanità. Dice di non conoscere l’inglese e fa dire ad Ed Sheeran che “Milano è bella, ma Roma di più“, dispensa perle di saggezza popolare provenienti dalla Capitale. Lo stage sta andando benissimo. E ammirevole la sua decisione di non possedere i social network.