Wolfgagn Achtner vuole diventare direttore del Tg1. La Rai è ancora “un organismo con un tumore in metastasi”?
Il giornalista americano Wolfgang Achtner ha inviato al Cda Rai la propria candidatura per la direzione del telegiornale di Raiuno.
Wolfgang Achtner ci ritenta. Il producer televisivo statunitense, che aveva già provato a offrirsi a gennaio con il vecchio Consiglio di Amministrazione Rai, si candida nuovamente per l’incarico di direttore del Tg1. Come riporta oggi La Stampa, il giornalista americano ha inviato una lettera ad Anna Maria Tarantola, presidente della Rai, e al tutti i componenti del Cda della tv pubblica:
Le scrivo per informarla che sono interessato e disponibile ad accettare l’incarico di direttore del Tg1 della Rai.
La risposta di Tarantola non è tardata ad arrivare.
Mi ha detto di aver ricevuto la candidatura e di aver girato il materiale al direttore generale ritenendo la questione di sua competenza.
Molto probabilmente, la candidatura di Achtner (alle spalle trent’anni di collaborazioni freelance con i più importanti network USA, compresi ABC News e CNN) non verrà mai presa in considerazione. Sarebbe curioso, però, sapere quali sarebbero i suoi interventi sul telegiornale della prima rete Rai, considerando che dieci anni fa, intervistato dal Barbiere della Sera, a proposito dei tg diceva
I vostri standard sono inesistenti se paragonati alla media del mondo occidentale, dove le tv sono costrette a conquistarsi un pubblico: Francia, Germania, Gran Bretagna, America. La Tv italiana serve a far vedere certe facce alle otto di sera. E’ più vicina alla propaganda che al giornalismo. Gli italiani non sanno che c’è un altro modo di fare giornalismo televisivo, da fuori non entra nulla, salvo per i pochi che hanno i canali satellitari. Il 90% dei giornalisti televisivi italiani ignora completamente il linguaggio televisivo.
Foto | © TM News
E ancora
La Rai è un organismo con un tumore in metastasi. La privatizzazione non c’entra niente, è uno specchietto per le allodole. L’unica soluzione vera per il servizio pubblico sarebbe di aprire una struttura nuova, piccola e completamente indipendente dal potere politico, assumendo giornalisti capaci.
La palla, ora, passa a Luigi Gubitosi.