La sua nuova serie tv, Wolf Pack, era destinata ad uscire in Italia in primavera, ad un paio di mesi di distanza dall’uscita negli Stati Uniti. La mole di commenti sui social di chi la voleva rivedere subito in una serie ha spinto però Paramount+ a rivedere i suoi piani e, così il ritorno di Sarah Michelle Gellar sul piccolo schermo è stato anticipato. Da giovedì 23 febbraio 2023, anche gli abbonati italiani possono quindi rivederla all’opera (per ora solo in versione originale con i sottotitoli ed ad uscita settimanale, quella doppiata sarà disponibile da giugno), in un ruolo totalmente differente da quello che l’ha resa famosa, la iconica Buffy Summers di Buffy-L’Amazzavampiri.
Wolf Pack, Sarah Michelle Gellar è Kristin
Wolf Pack è la nuova serie tv ideata da Jeff Davis (papà di Teen Wolf, di cui sempre su Paramount+ è uscito il film-sequel), tratta dall’omonimo libro del 2004 di Edo van Belkom. La storia parte da un incendio che sta devastando i boschi intorno a Los Angeles.
Il rogo provoca la furia di una misteriosa creatura sovrannaturale, che finisce per ferire i due adolescenti Blake Navarro (Armani Jackson) ed Everett Lang (Bella Shepard). Una ferita che li rende inevitabilmente connessi ed attratti l’uno all’altra e che li avvicina ai fratelli Luna (Chloe Rose Robertson) ed Harlan Briggs (Tyler Lawrence Gray). Ci vuole poco perché capiscano di essere stati aggrediti da un lupo mannaro, che ora vuole sottometterli tutti e quattro.
Gellar interpreta la detective Kristin Ramsey, inviata a Los Angeles per scoprire le cause del rogo. “All’inizio è molto determinata, è lì per capire chi abbia appiccato l’incendio, ma gli spettatori capiranno che ci sono più motivi per cui si trova lì, che diventeranno più chiari nel corso della serie”, ci ha raccontato Gellar durante un incontro tenutosi proprio per il lancio della serie (video in alto).
Un personaggio che si svela nel corso degli episodi: “Il più delle volte, quando interpreti un personaggio, sai perché si trova lì, cosa motiva le sue azioni; invece in questo caso all’inizio della serie Kristin pensa solo all’incendio. Più vai avanti con la serie, però, più capisci il motivo della sua presenza”.
Un doppio ruolo sul set
Per Gellar Wolf Pack rappresenta però un doppio impegno: da una parte attrice, dall’altra produttrice esecutiva. Un ruolo che ha voluto per avere un maggiore controllo del set e delle dinamiche al suo interno:
“Ci sono due ragioni per cui per me è stato importante essere anche produttrice. Il primo è proteggere il materiale: molte volte accetti un lavoro e pensi che si svolgerà in un certo modo. Poi ricevi delle note, dallo studio cambiano idea e alla fine non è più il progetto che volevi fare inizialmente. Facendo la produttrice, invece, riesco a proteggere il materiale. Ma mi permette anche di proteggere l’ambiente di lavoro, creare un luogo in cui le opinioni delle persone vengono ascoltate, dove non ci sono lamentele e dove le persone non vedono l’ora di andare a lavorare. Molte volte l’ambiente ad Hollywood è chiassoso e pericoloso: così posso creare un ambiente in cui la gente si trova bene, ed alla fine è anche un lavoro divertente”.
La tv di ieri e la tv di oggi: da Buffy allo streaming
Ok, Wolf Pack è l’ultima serie tv di Sarah Michelle Gellar, ma il suo nome è inevitabilmente legato ad una tv molto lontana da quella di oggi, fatta di appuntamenti settimanali e non di maratone, e soprattutto di personaggi a cui affezionarsi stagione dopo stagione. In poche parole: Buffy-L’Ammazzavampiri.
Per sette stagioni Gellar ha dato volto a Buffy Summers, personaggio diventato iconico per una generazione, precursore di numerosi altri personaggi che, negli anni successivi, avrebbero più o meno consapevolmente attinto a quel racconto apparentemente lontano dalla realtà ma invece così vicino alle sensazioni, alle paure ed agli impulsi di un adolescente, sia negli anni Novanta che oggi.
Sembrano passate epoche dall’ultima puntata di Buffy (era il 2003): effettivamente, allora la tv era davvero tutta un’altra cosa. “Penso che ciò che sia cambiato di più è come guardiamo la televisione”, ci ha raccontato Gellar.
“Quando ho iniziato c’erano pochi canali generalisti ed alcuni via cavo: quello che si produceva si poteva adattare solo in alcuni casi. A volte poteva essere troppo audace per la generalista, o non abbastanza provocatorio per la tv via cavo. Quindi eravamo un po’ limitati in ciò che potevamo fare. Ora, con la tv via cavo, lo streaming e numerose altre alternative puoi realizzare dei materiali adattabili ad ogni destinazione”.
Ed, ovviamente, anche Buffy non faceva eccezione: “non potevamo inserire scene di nudo o parolacce, né potevamo fare episodi troppo cupi; ora invece possiamo realizzare anche quel genere di serie. In questo senso la tv di oggi è migliore, è cambiato come il pubblico guarda la serie: tutto in una volta, senza dover aspettare, oppure episodio per episodio. Ma alla fine conta la narrazione, ed è molto buona”.