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#WIDG Attenti a quando la curva discendente dell’Auditel smaschera l’assenza di sperimentazione

Un caso in cui l’ascolto può essere una spia eloquente anche di qualità.

pubblicato 3 Marzo 2012 aggiornato 4 Settembre 2020 06:35


Siccome non ci piace essere manichei, in quest’iniziativa #WIDG – La tv che vorrei, personalmente vorrei spezzare una lancia a favore dell’Auditel, quando la lettura di alcuni dati può essere inequivocabilmente eloquente. E non tanto perché le dimensioni contino sempre e comunque, quanto perché ripercorrere una curva di ascolti progressivamente discendente non può lasciare indifferenti. Ecco a voi:

ATTENTI A QUEI DUE – Gli ascolti di tutte le puntate

    PRIMA DI SANREMO
    5.205.000 (20%) Clerici contro Goggi
    4.927.000 (19.72%) Bonolis contro Conti
    4.814.000 (18.57%) Al Bano contro Pupo
    4.404.000 (17.13%) Cuccarini contro Venier
    4.736.000 (17,49%) Frizzi contro Magalli in diretta
    DOPO SANREMO
    4.104.000 (15.96%) Giusti contro Salemme
    3.928.000 (16,36%) Izzo contro Perego

widg la tvOra, un programma del genere aveva un grande punto di forza, che poteva farne il primo varietà italiano giocato sull’effetto performante del duetto che non ti aspetti. Eppure stupisce che, a confronto di un debutto eccellente su cui giocava sicuramente l’effetto novità oltre che l’accoppiata Clerici e Goggi, il programma abbia iniziato a perdere spettatori – anziché prenderne – già con Bonolis, uno dei fuoriclasse dell’Auditel chiamato proprio per questo. Lo stesso Bonolis che, ospite della Perego allo Show dei Record, non aveva fatto miracoli, della serie che la differenza la fa sempre il messaggio e non il messaggero.

Altrettanto spiazzante che due signore della televisione italiana, per cui l’amarcord era una miniera sterminata di ricordi televisivi, come Lorella e Mara abbiano fatto perdere allo show ben tre punti, rispetto all’esordio, segnandone la prima vera inflessione di ascolti. Anche in questo caso può essere stato il contesto, di per sé prevedibile, ad averle eclissate.

Attenti a quei due – Paola Perego vs Biagio Izzo
Attenti a quei due - Paola Perego vs Biagio Izzo
Attenti a quei due - Paola Perego vs Biagio Izzo
Attenti a quei due - Paola Perego vs Biagio Izzo
Attenti a quei due - Paola Perego vs Biagio Izzo

Infine, il dato di ascolto di ieri, il minimo storico per una puntata raffazzonata e dai minimi costi, si è rivelata un po’ una resa dei conti tra quello che al programma danno “le risorse artistiche” e il contributo effettivo, in termini di appeal, dato dai due conduttori. Una volta che questi ultimi sono stati protagonisti si è scesi sotto i 4 milioni, con un’ultima puntata che è stata la meno vista fra tutte.

Insomma, una curva discendente come quella di Attenti a quei due fa capire, a fronte pur dei tanti personaggi spesi per l’occasione, che il pubblico ha bocciato l’assenza di sperimentazione nel programma, che di settimana in settimana non ha fatto alcuno sforzo di miglioria creativa e si è adagiato sempre sugli stessi schemi passatisti. Proprio il cullarsi sui (mediocri) allori ha portato la rete a promuoverlo con due puntate in più, che in termini di media si sono rivelate penalizzanti.

Mai come in questo caso, a mio parere, con la controprogrammazione rimasta pressoché identica, Attenti a quei due è l’esempio di un Auditel credibile e utile, sia per gli investitori che per i direttori di rete. Va anche detto che il programma ha tenuto botta, senza mai un crollo di ascolti che faccia parlare di flop, il che conferma una propensione di RaiUno alla produzione di show routinari, che si vedono per abitudine senza grosse pretese.

Di puntata in puntata l’indice edonico è come se si fosse progressivamente spento, denunciando in extremis che Paola Perego, specialmente quando ci ha messo la faccia, non ha lasciato il segno. Neanche stavolta. Quando si dice, conduttore e programma che trasmettono la stessa sensazione di “assuefazione”.