Westworld, Lisa Joy risponde alle accuse di violenza nella serie tv: “Non sarà un feticcio, esploriamo i personaggi con dignità”
La co-creatrice di Westworld Lisa Joy, al Television Critics Association press tour, ha spiegato che l’eccessiva presenza di violenza nella serie non vuole essere un feticcio ma serve a raccontare i personaggi
Nonostante debba ancora andare in onda, Westworld ha già raccolto numerose critiche: prima la serie tv della Hbo è stata contestata dal sindacato degli attori americani per le richieste di sesso eccessivamente esplicite che venivano fatte alle comparse sul set. Ora, ad essere criticata è la presenza di numerose scene di violenza, in particolare nei confronti dei personaggi femminili: un argomento di cui si è parlato al Television Critics Association press tour.
Il telefilm, che andrà in onda dal 2 ottobre, è il remake dell’omonima pellicola diretta da Michael Crichton nel 1973, ed è ambientata in un futuristico parco divertimento, dove alcuni androidi iniziano a prendere coscienza di quanto siano sfruttati dagli uomini, dando il via ad una serie di eventi che metteranno in pericolo i visitatori. Il cast include attori del calibro di Anthony Hopkins, nei panni del Dr. Robert Ford, direttore del parco; Ed Harris in quelli del misterioso Man in Black; Evan Rachel Wood sarà Dolores Abernathy, giovane che scopre che la propria vita è tutta una bugia e James Marsden sarà il pistolero Teddy Flood.
Proprio il personaggio di Dolores sarà al centro di una scena di violenza sessuale nel primo episodio. La co-creatrice della serie tv Lisa Joy ha però specificato che l’uso della violenza all’interno dello show serve per rappresentare quello che il parco al centro del racconto vuole evidenziare, vale a dire gli istinti umani, qualsiasi essi siano:
“Quando abbiamo affrontato il tema di un parco in cui la premessa è che si può fare qualsiasi cosa si voglia e si desideri senza alcuna punizione o conseguenza, sembrava che questo tema dovesse essere affrontato. Westworld esamina la natura umana, sia nella sua parte migliore -amore paterno, romantico, la ricerca di sè stessi- ma anche i più volgari come la violenza. La violenza sessuale fa parte della storia umana da sempre. E’ qualcosa che ci riguarda -per fortuna non riguarda la gran parte di noi- ma ci sono persone che fanno uso della violenza o che sono vittime della violenza”.
L’uso di scene così forti all’interno della serie tv, prosegue l’autrice, serve quindi a raccontare una storia di più ampio raggio:
“Nel trattare quest’argomento, ci sono state un sacco di riflessioni. La violenza sessuale è un tema che abbiamo preso molto seriamente. E’ incredibilmente inquietante ed orribile. E nel rappresentarla, ci siamo sforzati di non renderla un feticcio. Si tratta di esplorare il crimine, stabilire il tormento dei personaggi ed esplorare le loro storie speriamo con dignità e profondità.”
La tematica del telefilm ha provocato anche alcune difficoltà a livello creativo, al punto che, nei mesi scorsi, il co-creatore della serie tv Jonathan Nolan e la Joy hanno chiesto di fermare la produzione per due mesi, in modo da chiarirsi le idee e lavorare meglio ai restanti episodi da girare. “Non scherzano quando dicono ‘Non è tv, è Hbo'”, ha ironizzato Nolan. “E’ davvero ambiziosa sia in termini di racconto che di produzione. Dovevamo aggiornarci, scrivere prima di girare. Volevano che avessimo tutto il tempo necessario per rendere questo show grande tanto quanto dovrebbe essere”.
La Hbo non è nuova alle critiche sull’uso della violenza in televisione: in passato, già Game of Thrones ha suscitato numerose polemiche per alcune scene di violenza sessuale nei confronti di alcuni personaggi femminili, in particolare verso Sansa (Sophie Turner). “La violenza nella serie non è rivolta solo alle donne, è indiscriminata”, ha spiegato il presidente del network Casey Bloys, “anche un sacco di uomini saranno uccisi. Penso che le critiche siano valide. E’ qualcosa che la gente dovrebbe tenere in considerazione, ma non è qualcosa che vogliamo far risaltare”.