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Warehouse 13: su SciFi – Steel la “soffitta d’America”

E’ stata la serie che, in America, ha segnato il cambio di nome del canale SciFi in SyFy, ottenendo nel primo episodio 3,5 milioni di telespettatori, il terzo miglior debutto dela rete. Parliamo di “Warehouse 13”, che SciFi – Steel di Mediaset Premium manderà in onda da stasera, alle 21, ogni lunedì, con un doppio

pubblicato 1 Febbraio 2010 aggiornato 5 Settembre 2020 18:57

E’ stata la serie che, in America, ha segnato il cambio di nome del canale SciFi in SyFy, ottenendo nel primo episodio 3,5 milioni di telespettatori, il terzo miglior debutto dela rete. Parliamo di “Warehouse 13”, che SciFi – Steel di Mediaset Premium manderà in onda da stasera, alle 21, ogni lunedì, con un doppio episodio.

Protagonisti sono due agenti, Peter Lattimer (Eddie McClintock) e Maya Bering (Joanne Kelly, la Sara Collins di “Vanished”), uno decisamente diverso dall’altra: Peter è noto per i suoi metodi poco ortodossi, che puntanto soprattutto sulle intuizioni che di tanto in tanto lo colgono di sorpresa e lo portano ad agire di conseguenza. Maya, invece, è precisa e metodica. Dopo l’ennesimo incontro di lavoro tra i due, qualcuno deciderà che per loro è giunto il momento di una “promozione”.

Eccoli, allora, diventare custodi del “Warehouse 13”, un magazzino segreto a tutti ma voluto dal governo per preservare tutte quelle invenzioni più o meno geniali che potrebbero diventare una minaccia per l’umanità. E, a vedere le immagini del primo episodio, queste minacce sono davvero tante.

Warehouse 13

Warehouse 13 Warehouse 13 Warehouse 13 Warehouse 13


Peter e Maya raggiungeranno Artie (Saul Rubinek), a lavoro nel Warehouse 13 già da molto tempo, al quale spetterà il compito di tenere a bada gli spiriti caldi dei due, che sulle prime non saranno certamente soddisfatti di questo lavoro. A lungo andare, però, si renderanno conto che il magazzino che sono stati chiamati a proteggere è molto più prezioso di quanto pensassero, e dovranno girare l’America per collezionare gli oggetti più strani, destinati alla riservatezza assoluta.

Il telefilm, creato da Jane Espenson (“Buffy” e “Dollhouse”), gioca coi misteri e con l’azione cercando di catturare il pubblico di “X-Files” e di “Moonlighting”, ma riuscendoci solo a metà. Per una storia che non è originalissima, c’è una buona caratterizzazione dei personaggi, sui quali si fonda la mitologia della serie. Ogni ruolo è ben definito, e sembra chiaro che le relazioni avranno una grossa importanza nell’evolversi delle storie.

La “soffitta d’America” (come la chiama Artie nel primo episodio, della durata di un’ora e mezza), quindi, diventa un pretesto per appassionarsi ai due agenti e lasciarsi trasportare dalle loro personalità, proprio come ormai siamo abituati a vedere in molte altre serie, dove le coppie protagoniste assumono più rilievo delle storie di puntata (leggasi “Bones” e “Castle”)

“Warehouse 13” è stata rinnovata per una seconda stagione: non poteva essere altrimenti, dati i grandi ascolti ottenuti la scorsa estate: oltre all’esordio, è da segnalare il record del sesto episodio, visto da 4,4 milioni di persone, l’ascolto più alto ottenuto da un telefilm trasmesso da SyFy.



Warehouse 13
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