Walter Veltroni: “Rai deve restituire in termini di qualità e modernità ciò che prende in termini di canone”
Il figlio del primo direttore del Tg1 riconosce a Enrico Mentana il fatto di riuscire “a dare un senso ad ogni giornata” in quanto “alla frammentazione risponde con una capacità di razionalizzazione che indubbiamente rassicura”.
“Tra le prime foto che ho visto di mio padre ce n’era una con lui al Tour de France in tuta della Rai. Quelle tre lettere, R, A, I, per me sono come il movimento involontario delle gambe che ho ereditato da lui, sono tre lettere impresse nel mio Dna”. Con queste parole Walter Veltroni ha spiegato i sentimenti che lo legano alla tv pubblica italiana. Il padre, Vittorio, è stato un grande giornalista e il primo direttore del Tg1.
L’ex segretario del Pd (e prima ancora dei Ds), oggi regista (ha debuttato con il documentario Quando c’era Berlinguer) ha partecipato al secondo appuntamento delle Conversazioni di Paolo Mieli, il ciclo di incontri organizzato da Aleteia Communication durante il Festival dei Due Mondi di Spoleto. Veltroni ha parlato di tv pubblica auspicando un profondo cambiamento, a partire dal livello editoriale:
La Rai deve ridisegnare il suo profilo editoriale. Vedo che i dirigenti cominciano a discutere tra loro e fanno bene. Credo sia bene chiedersi: dobbiamo continuare a fare tv come 20 anni fa? Basta ancora mettere due poltrone davanti a una telecamera accesa per fare un programma? Io penso che la Rai debba essere qualcosa di più complicato. Deve restituire al Paese in termini di qualità, modernità, identità ciò che prende in termini di canone. E anche in termini di produzione cinematografiche, di fiction, di serialità, di prodotto per i nuovi media.
Veltroni ha insistito asserendo che “la Rai può tornare a essere quello che era, sinonimo di apertura, coraggio, modernità” e quindi “può tornare ad essere il miglior servizio pubblico europeo”.
Quando gli è stato chiesto un commento sul taglio di 150 milioni di euro imposto dal governo Renzi, l’ex parlamentare ha detto:
Le reti vanno rapidamente ridefinite per vocazione strategica, non più secondo le differenze politiche del pubblico com’era in passato. Viviamo nell’era della frammentazione. Per esempio col TgLa7, Enrico Mentana riesce a dare un senso ad ogni giornata, alla frammentazione risponde con una capacità di razionalizzazione che indubbiamente rassicura.
Veltroni ha poi chiosato sul “coraggio di investire nei programmi” e sulla necessità che “per il servizio pubblico l’Auditel non possa essere l’unico metro di giudizio”.