Home Rai 1 Voyager, Giacobbo: “Siamo diventati un marchio, vendiamo documentari in Iran e Corea del Sud”

Voyager, Giacobbo: “Siamo diventati un marchio, vendiamo documentari in Iran e Corea del Sud”

L’undicesima edizione del programma di divulgazione partirà lunedì 23 dicembre alle ore 21.10 su Rai2

pubblicato 17 Dicembre 2013 aggiornato 3 Settembre 2020 10:34

Roberto Giacobbo è pronto a tornare con l’undicesima edizione di Voyager, in onda da lunedì 23 dicembre alle 21.10 ovviamente su Rai2. Il giornalista al settimanale Tv Sorrisi e Canzoni ha fatto un bilancio della trasmissione che soprattutto negli ultimi anni si è imposta nel panorama televisivo italiano, non senza polemiche:

Siamo diventati un marchio. Produciamo circa l’80% dei documentari che trasmettiamo e che poi rivendiamo ad altri Paesi. Perfino in Iran o Corea del Sud. Al punto che giriamo ogni servizio in due versioni, una in cui sono in video io e una senza di me, rivolta agli altri Paesi. Poi alcuni preferiscono mandare Voyager così com’è, ma sottotitolato. Quello che mi inorgoglisce è il rispetto che siamo guadagnati, il bel rapporto con le università e i docenti che collaborano con noi. E poi penso ai nostri spin-off dedicati ai ragazzi, che dal primo febbraio diventano Voyager Factory, un contenitore di due ore e un quarto in onda al sabato pomeriggio su Raidue.

Il primo appuntamento della nuova edizione vedrà Giacobbo impegnato in “uno straordinario viaggio a Gerusalemme” che “mi ha particolarmente emozionato” in quanto “abbiamo camminato sulle strade calpestate da Gesù”. La seconda puntata invece ci riporterà in Europa e per la precisione a Ginevra, sede del Cern, dove Giacobbo illustrerà il grande acceleratore di particelle. Ma a Voyager ci sarà spazio anche per l’Italia:

Parleremo della Roma sotterranea e dei suoi misteri. Siamo stati sotto Largo Torre Argentina, dove sono stati scoperti importanti resti risalenti alla Roma repubblicana del terzo e quarto secolo a.C. ancora chiuso al pubblico per lavori.

Giacobbo, sollecitato sui tanti canali tematici che si occupano di divulgazione scientifica, ha precisato con piglio sicuro, lo stesso mostrato l’anno scorso sul palco del Festival di Sanremo quando disse che un meteorite non avrebbe toccato la Terra (fu puntualmente smentito due giorni dopo):

Questa concorrenza totalizza, con i programma più forti, l’1% di share. Sommandoli tutti, il 5%. Troppo poco per intaccare il primato della tv generalista.

Rai 1