Vostro Onore, l’equilibrio necessario per stare su Raiuno pur facendo qualcosa di nuovo: la recensione
La dinamica familiare che traina il racconto garantire l’effetto generalista, ma a ben vedere la serie riesce anche a portare qualcosa di nuovo…
E’ un format molto forte, quello da cui deriva Vostro Onore. La versione israeliana, che ha generato poi quella statunitense e quella italiana, è anche molto più dura e politicizzata, sebbene al centro del racconto ci sia sempre quel dilemma morale che spinge un uomo di legge a rinnegarsi pur di salvare il figlio.
Vostro Onore, recensione
Se la versione targata Showtime si è concentrata maggiormente sulla parte thriller del format, l’adattamento italiano preferisce fare più sua la potenza che il racconto ha a livello familiare. Perché siamo pur sempre in Italia, e perché la serie va pur sempre in onda su Raiuno.
In altre parole, va preservato quel pubblico generalista che quando vede una fiction si aspetta determinate dinamiche. C’è quindi il padre vedovo, il figlio distante, la suocera che mette i bastoni tra le ruote al suo tentativo di riavvicinarsi. Ma in Vostro Onore c’è anche dell’altro.
E’ forse la prima volta che una serie tv Rai ci mostra il protagonista intento ad infrangere la legge invece che difenderla, ed è soprattutto la prima volta che il pubblico si ritrova a fare il tifo affinché tutto ciò gli riesca, invece che sperare che sia catturato. Una dinamica che serie tv straniere come Dexter o Breaking Bad hanno già sdoganato, ma che per noi ha il sapore della novità.
Visto in quest’ottica, Vostro Onore riesce a bilanciare quella necessità di “già visto” a quell’esigenza sempre più richiesta da parte dei telespettatori (per fortuna) di avere qualcosa di davvero nuovo. Anche la stessa presenza di Stefano Accorsi come protagonista può servire a questo secondo scopo: ok, l’attore non è al debutto in una serie tv, ma è da ben nove anni che manca in una produzione della tv generalista. Il regista Alessandro Casale è invece al debutto nella lunga serialità: anche la sua visione, pur rispettando i canoni, vuole portare qualcosa di nuovo al risultato finale.
Un risultato che riesce a spiazzare gli spettatori, soprattutto nei primi minuti (chi ha seguito la versione americana potrebbe restare un po’ deluso dal fatto che la serie entra a bomba nella vicenda), per poi tornare in parte in binari già percorsi e riuscendo di tanto in tanto ad effettuare qualche piccola deviazione. Lo dimostra, ad esempio, tutta la parte rivolta ai personaggi adolescenti, scritta appositamente per un pubblico di giovani che, forse, leggendo la sinossi della fiction non si sarebbe avvicinato con convinzione alla sua visione.
Insomma, Vostro Onore vive di qualche compromesso, ma riesce anche a fare qualche mossa che gli permette di distinguersi e di non essere il solito poliziesco con il solito protagonista. La benzina fornita dal dilemma morale permette al motore del racconto di andare avanti spedito e, perché no, di poter arrivare lontano. Purché quell’equilibrio non si rompa.