Home Vogliamo davvero una tv di qualità? O preferiamo la Tosca… in Fattoria?

Vogliamo davvero una tv di qualità? O preferiamo la Tosca… in Fattoria?

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia, 13, 23 Ita est nimirum: hac mercede corruptae orbem terrarum devicere aquilae. ista patrocinia quaerimus vitiis (…) Una cosa è certa, comunque: corrotte da questa ricompensa le nostre aquile hanno sottomesso il mondo. Queste sono le giustificazioni che cerchiamo per i nostri vizi. Già nell’Antica Roma la logica della vittoria

pubblicato 4 Giugno 2010 aggiornato 5 Settembre 2020 15:12


    Plinio il Vecchio, Naturalis Historia, 13, 23
    Ita est nimirum: hac mercede corruptae orbem terrarum devicere aquilae. ista patrocinia quaerimus vitiis (…)
    Una cosa è certa, comunque: corrotte da questa ricompensa le nostre aquile hanno sottomesso il mondo. Queste sono le giustificazioni che cerchiamo per i nostri vizi.

Già nell’Antica Roma la logica della vittoria era il solo alibi per giustificare le mollezze della civiltà. Questa categoria, in termini televisivi, si traduce con il significato di trash che, dopo aver perso una sua specificità lessicale, allude ormai per sottrazione a tutto ciò che non è di qualità. L”equazione tv trash=ascolti mainstream è, dunque, diventata una costante, salvo beate eccezioni al confine tra i due poli, in un limbo di innocuo disimpegno (vedi Soliti Ignoti).

Come la storia ci insegna, per qualsiasi ragionamento filologico occorre studiare le fonti. Nel nostro caso i dati Auditel, al di là di chi li ritiene poco obiettivi, sono un dato ancora troppo indicativo per poter essere trascurato. Come appena riportato da una nota di agenzia Adnkronos, la Tosca di Lucio Dalla (già reduce dai tonfi del suo recente varietà su SkyUno e dal fallimentare sabato sera di Raiuno con la Ferilli, datato 2002) ha fatto registrare uno degli ascolti più bassi riportati dalla Rai da quando esiste l’Auditel, ovvero il 1986: 5,90% di share con 1.320.000 telespettatori (e la grande fuga dello stesso pubblico colto). A batterla ieri sera qualsiasi altra rete, da una replica di Fenomenal di Teo Mammucari (che ha riportato ascolti degni di una prima tv) a Law and Order.

E dire che l’opera, tanto invocata in tv, non ha mai avuto trascorsi felici. Il ‘Macbeth’ di Verdi, diretto da Riccardo Muti e andato in onda in prima serata il 16 dicembre 1997 sulla Raiuno diretta da Giovanni Tantillo, fece segnare una media d’ascolto, dalle 19.54 alle 24.20, di 1.186.000 telespettatori con il 5,51% di share. Sempre l’Adnkronos ricorda che in quella sera RaiUno fu battuta persino da Tmc che, trasmettendo il film ‘La settima alba’, ottenne 1.272.000 telespettatori nella fascia con il 4,84% di share. Il direttore di Raiuno dell’epoca si difese definendo “schizofrenico chi chiede cultura al servizio pubblico e poi quando la si realizza protesta”. Ma confrontiamo altri dati.

Ieri sera l’Italia nel pallone – uno dei veri esempi di massificazione culturale contemporanea che annichilisce la plebe come l’intellighenzia – ha fatto toccare alla Rai punte di 10 milioni per un’amichevole della Nazionale. La stessa Nazionale, però, ha tributato al Gioco dei Mondiali di Fabio Fazio, in onda mercoledì scorso con uno speciale di Che tempo che fa, appena 1.899.000 (8,09%). Fazio non poteva godere della comicità da record di Luciana Littizzetto, che fa il botto nelle puntate domenicali, ma aveva come ospiti “solo” la figlia di Nelson Mandela (uno che ha “solo” lottato contro l’apartheid), oltre al mitico calciatore Franco Baresi e allo stesso Marcello Lippi in collegamento. Insomma, quando ai calciofili li fai ragionare questi sono i risultati.

Di Che tempo che fa è indicativo un altro aspetto. Guardando un po’ gli ascolti dei vari speciali in prima serata, riportati in ordine cronologico, De Andrè batte Saviano (in versione Gomorra), che a sua volta batte Bocelli. Saviano “senza Gomorra”, invece, è fanalino di coda…

    Che Tempo che fa – Speciale Andrea Bocelli – lunedì 11 dicembre 2008. Oltre agli interventi comici di Luciana Littizzetto e Antonio Albanese grandi ospiti internazionali in collegamento per omaggiare il grande cantante lirico famoso in tutto il mondo. Ascolti: 4 milioni 479 mila spettatori, 18% di share.

    Che Tempo che fa – Speciale Fabrizio De Andrè – lunedì 11 gennaio 2009: 5.061.000 telespettatori e il 19,51%. Vince la serata con ospiti Luciana Littizzetto, Dori Ghezzi, Tiziano Ferro, Jovanotti, Piero Pelù, Franco Battiato, Antonella Ruggiero

    Che Tempo che fa – Speciale Roberto Saviano (in versione Gomorra): in share prevale su tutte le reti ottenendo il 19% e 4.561.000 telespettatori, ad un passo da quanto totalizzato dal film di Raiuno, The Sentinel e superando Commediasexi trasmesso da Canale 5. Presenti in studio due grandi autori come Paul Auster e David Grossman, e con Suketu Metha in collegamento da New York.

    Che Tempo che fa – Speciale Roberto Saviano (senza Gomorra e in versione “affabulatore” nello speciale Dall’inferno alla bellezza), riporta una media di 2.838.000 telespettatori, share 11,44%. Nella stessa sera Chi ha incastrato Peter Pan? condotto da Paolo Bonolis su Canale 5, che ha avuto ospiti Alessandro Del Piero, Silvia Toffanin, Mago Forest, Beppe Fiorello e Tullio De Piscopo, vola al 7.553.000 telespettatori e il 30,23% di share. Il programma ha ottenuto picchi superiori ai 9.500.000 spettatori (9.524.000 alle 22:09) e vicini al 40% di share (39,54% alle 23:17). La decima puntata di X Factor 3, ospiti Mariah Carey e Spandau Ballet, con la lite tra Morgan e il conduttore, ha ottenuto 2.321.000 telespettatori, share 11,24%. Su Italia Uno, l’episodio in prima tv dal titolo “Abuso di potere” della settima stagione di Csi:Miami è stato visto da 2.635.000 telespettatori, 9,39% di share. A seguire, sempre in prima tv, “Rossa di febbre” della serie The Mentalist, ha catturato l’8% di share e 1.986.000 telespettatori.

Passando a Mediaset, anche la tv commerciale – ogni tanto – si concede scampoli di intrattenimento alto. Con risultati altrettanto sconfortanti. Giovedì 17 dicembre lo speciale Katia – 40 anni di musica – per omaggiare l’anniversario di carriera del soprano Ricciarelli – è stato visto da 2.840.000 spettatori, accontentandosi del 10.98% di share. E dire che Katia aveva fatto decollare gli ascolti della Fattoria 3 con i suoi confessionali, appunto, “trash”.

Il punto è questo: ora i catastrofisti inizieranno a gridare al degrado della società, alle masse sempre più involute da una programmazione becera e diseducativa, alla scomparsa di una cultura del teatro. E da qui a rimpiangere i tempi di una tv di stato pedagogica il passo è breve. Il punto è che quella stessa Rai modellata sullo stampo della Bbc, che doveva educare, intrattenere, informare come il buon Reith insegnava, oggi fa parte di un mercato. Lo stesso mercato che manderebbe in rosso TvBlog, se si affrontassero solo argomenti alti (quasi sempre penalizzati da scarsi contatti e commenti). Lo stesso mercato che rende la gnocca indispensabile anche per buona parte di cultura (e pubblicistica) “di sinistra”.

Come il letterato moderno non può fare a meno della promozione e di scrivere per Mondadori (ne è esempio lo stesso illuminato Roberto Saviano), la Rai ha perso l’aureola, per dirla alla Baudelaire. E tutto si inquadra nelle previsioni di Jameson, di cui vi consigliamo la lettura de Il postmoderno e la logica culturale del tardo capitalismo. Secondo il celebre studioso americano di impostazione marxista, la società postmoderna è quella in cui la creazione estetica è pienamente integrata nel ciclo produttivo, ergo un genere di spettacolo “puro” non funziona più.

La stessa prima serata, di conseguenza, vive di ibridi degni della pasticciata crisi delle ideologie. E il teatro il pubblico lo vuole vedere al teatro, forma di spettacolo che a sua volta è stata costretta a contaminarsi, alternando ai titoli elitari della tradizione i musical acchiappapubblico di nuova generazione.

Questo non vuol dire che La Pupa e il secchione o Grande Fratello è quello che ci meritiamo. Ma semplicemente che è quello di cui, dopo una giornata di lavoro, non possiamo fare a meno per sentirci migliori. Scandalizzandoci siamo popolo-merce, come quando snobbiamo la Tosca (in tv).

Che Tempo Che FaFabio FazioRai 1Rai 3