Vizi e viziati della e della tv: i condux…e gli stregoni (2)
Un bel incontro quello di ieri sera, nel salotto di Lilli Gruber, “Otto e mezzo”. C’erano Vittorio Sgarbi e Roberto D’Agostino, persone che conosco e con cui mi sono trovato a collaborare all’”Europeo” nelle stagioni d’oro di questo grande settimanale che non c’è più, o che esce di tanto in tanto con numeri monografici. Li
Un bel incontro quello di ieri sera, nel salotto di Lilli Gruber, “Otto e mezzo”. C’erano Vittorio Sgarbi e Roberto D’Agostino, persone che conosco e con cui mi sono trovato a collaborare all'”Europeo” nelle stagioni d’oro di questo grande settimanale che non c’è più, o che esce di tanto in tanto con numeri monografici.
Li ho scoperti affiatati e cordialissimi l’un l’altro. Per capire com’era cominciata tra loro, la Gruber ha trasmesso un godibile scontro in diretta da uno studio tv in cui Vittorio e Roberto si scambiano insulti e lanci di acqua minerale. Acqua passati sotto i ponti di trasmissione tv.
Questa scenetta la inserii nella prima serie del mio lungo film di documenti, meglio di “Blob” ,garantisco (sfotto l’amico Ghezzi che ha compiuto vent’anni e li celebra come se fossero i cento anni trascorsi dalla prima guerra mondiale).
Era una puntata intitolata alla “buona educazione” in tv, di cui le tv tenevano a farne osservanza. Il film “Viziati” era un un gioco paradossale, un serpente di smentite alla buona “educazione”, con alle spalle gli anni 80, non solo Milano ma tutto il Paese “da bere”; e con anche il debutto degli anni 90, scatenato da Mani Pulite e dall’approssimarsi del Ventennio berlusconiano, “capolavoro” di una tv innovativa voluta e promossa senza fatica, imitata anche dalla Rai, dallo stesso Berlusconi.
Il lungo film si intitolava “Viziati”: uno stile da cabaret alla Bob Fosse, ritmo, divertimento, con un commento, tip tap tra i documenti televisivi in cui comparivano i segnali della tv (e del Paese) che si preparava ad essere viziato dai vizi vecchi e nuovi dalla macchina audiovisiva, montaggio delle attrazioni e dei vizi capitali che conosciamo: accidia,avarizia,gola,invidia, ira, lussuria,superbia. Naturalmente, coniugati, aggiornati, proposti come il dolce veleno che le tv, tutte incamminate nella stessa direzione, stavano appassionatamente secernendo.
Ad esempio, aggiunsi i vizi dei nuovi conduttori, presentatori, frequentatori del piccolo schermo. Un elenco interminabile di nomi e di trasformismi.
Anche il conduttore noto per i modi compassati e untuso, a poco a poco, prendeva confidenza con il potere e diventava il duce dalla conduzione, l’indiscusso direttore del circo e dei numeri circensi; di fronte ai quali i capi delle tv e i politici si inchinavano. Accanto a lui, e a loro, una proliferazione di santoni, visionari, stregoni, profeti (ricordate il mago Otelma?), presente a getto continuo, più di Gastone il personaggio di Petrolini.
Fiorivano trasmissioni precipitate nell’oblio che hanno avuto comunque una influenza volotaria e involontaria insieme. Creavano un gran varietà di prestigiatori, spiritisti, occultisti.
Una fiera delle vanità che ha dilagato per vent’anni, in ogni forma, nelle televisioni che erano peraltro una televisione sola: quella del Ventennio.
E’ un peccato che RaiStoria non trasmetta parte almeno di queste puntate mentre celebra lo scontato, prevedibile, bollettino meteorologico che si chiama “Blog”. Adottato da tutte le stagioni.
Una volta Sgarbi e D’Agostino sembravano sinceri nel litigare. Non era così. Si detestavano e non avevano nulla da dirsi. Anche solo il sentore di incontrarsi li rendeva di colpo fumantini, di pronta reazione fisica conflittuale, ire funeste o celesti balzavano fuori dai loro corpi sottili, fruste nate con aggiunta di lingue pungenti, macchine del livore, spontaneo, e forse oggi risulta semplicemente recitato. Nel clima del copione, nei copioni di allora: esercitarsi nella rissa per “fare storia”. E la fecero, l’hanno fatta. Punte, oggi rifluite nel gioco delle carinerie e negli scambi di complimenti d’alto bordo. Bravissimi. Usati come abiti smessi, però.
Sarebbe bello vedere “Viziati”, il contesto. L’Italia dei dux e degli stregoni, degli spiritisti e dei lussuriosi . Lussuria delle tv: abbadonarsi senza freni al piacere del’oralità catodica e a volte manesca. Una tv che viziava e ha prodotto viziati. Oggi l’unico spettacolo vero, sarebbe quello di rivedere questa pagina di storia. Un grande cabaret. (2-segue)