Vivere, un quarto di secolo dalla prima puntata. Storia di una soap che ha segnato un’epoca
Vivere andava in onda per la prima volta il 1° marzo 1999. Curiosità, aneddoti e retroscena di una soap che arrivò a toccare il 35% di share. Fino al declino, cominciato dopo il trasloco dal pomeriggio all’ora di pranzo
“La prima soap italiana di Canale 5”. Con queste parole, all’inizio del 1999, venne lanciato il progetto di Vivere, varato ufficialmente il primo marzo, tra i sorrisini e la diffidenza di molti. Sì, perché fino a quel momento il genere, seppur diffuso, era stato prevalentemente di importazione. Il rischio, realistico, era dunque che le trame e le storie dei protagonisti potessero rappresentare un déjà-vu e una imbarazzata scopiazzatura.
I promo, insistenti, comparvero all’interno di Beautiful già alla fine di gennaio. Filmati didascalici, chiamati ad introdurre i personaggi delle famiglie Gherardi, De Carolis, Bonelli e Canale. Il tutto ambientato a Como, vero tratto distintivo della telenovela che alternò gli interni, in un primo momento realizzati negli studi di Milano, a splendidi e suggestivi scorci aventi come tema centrale il lago.
Ecco allora che, alle 14.15 di quel lunedì, chi si era appena goduto le peripezie dei Forrester decise, più per curiosità che per altro, di rimanere sintonizzato. Ad accogliere gli spettatori fu pertanto la voce di Mina, che eseguì quel “Canto Largo” che sarebbe diventato in brevissimo tempo un brand irriducibile.
La prima apparizione in assoluto spettò a Veronica Logan. La sua Chiara tornava infatti da Parigi e, immortalata su un traghetto, non aspettava altro che riabbracciare i familiari, titolari della locanda Bonelli. Una scelta stilistica che sarebbe stata ripresa due anni dopo dalla ‘cugina’ Centovetrine, che dedicò l’apertura al rientro a Torino di Elena Novelli. Somiglianze e citazioni che avrebbero fatto capolino tantissime altre volte, così come gli attori – in larga parte secondari – spesso traslocati da un set all’altro.
L’episodio inaugurale terminò al culmine di un incidente d’auto che, a distanza di cinque giorni, causò il primo decesso, ovvero quello di Sofia Tian, moglie infelice e tradita di Andrea Gherardi. Le battute e le ironie non tardarono ad arrivare: ‘e per fortuna che si intitola Vivere…’.
Paolo Calissano, Lorenzo Ciompi, Sara Ricci, Beatrice Luzzi e Mavi Felli diventarono ben presto gli idoli del pubblico. Se ne accorse ben presto pure Maurizio Costanzo, che spalancò le porte di Buona Domenica al cast di una soap capace in breve tempo di sfondare il muro dei 5 milioni di ascolto, arrivando al 35% di share.
Personaggi insospettabili accostarono il loro nome a Vivere. Fabrizio Biggio, oggi spalla di Fiorello a Viva Rai 2, lavorò come dialoghista, mentre il cantante Kekko Silvestre e il giornalista sportivo Fabrizio Biasin sbucarono di sfuggita come figuranti. “La paga era di 100 mila lire a giornata, prima dell’avvento dell’euro”, ha rivelato Biasin. “La giornata poteva durare un’ora se ti andava di culo, oppure 12/15 ore se gli attori non ingranavano. E spesso non ingranavano”.
Nel caso di Kekko, invece, a favorire l’esperienza contribuì decisamente la parentela col cugino Davide Silvestri, che interpretava Marco Falcon. Il leader dei Modà, all’epoca appena ventenne, spuntò in una scena dell’episodio 64 proprio accanto a Falcon, all’interno di un’aula scolastica.
Dove c’è successo c’è inevitabilmente una parodia e a regalarla fu la Premiata Ditta, che nello show Premiata Teleditta mise in piedi Sopravvivere. L’apice di una popolarità, certificata da tre Telegatti consecutivi, che si appannò a partire dall’8 gennaio 2001, quando Mediaset sfrattò Vivere dal pomeriggio per fare spazio a Centovetrine, con annesso trasloco alle 12.30.
“Ci fermavano per strada implorandoci di non cambiare orario”, ha di recente dichiarato Fabio Mazzari a TvBlog. “Provammo a spiegare ai dirigenti che lo spostamento ci avrebbe fatto perdere tanti spettatori, ma non riuscimmo a convincerli. In quella fascia Canale 5 aveva uno ascolto bassissimo e tenemmo testa alla concorrenza, toccando il 20%”.
Lentamente i vecchi volti salutarono, salvo poi tornare in parte, come accadde a Sara Ricci, Fiorenza Marchegiani e Lorenzo Ciompi. Quest’ultimo si riappalesò dopo che il suo Andrea era prima sparito e in seguito rientrato per un biennio con la faccia di Edoardo Sylos Labini.
Il salto temporale di un anno innescato nel 2007, abbinato al trasloco su Rete 4, portò alla crisi irreversibile di Vivere, che chiuse il 23 maggio 2008, dopo 2130 puntate. Un epilogo doloroso, comunque meno traumatico di quello che avrebbe subìto successivamente Centovetrine, stoppato senza fornire un finale alle storie. Vivere, in questo senso, fu perlomeno più fortunata.