Vite da copertina, Elisabetta Canalis si prende il format peccando di autoreferenzialità
La recensione della prima puntata della nuova edizione di Vite da copertina, il rotocalco in onda su Tv8 condotto da Elisabetta Canalis.
Vite da copertina torna nel pomeriggio di Tv8 con l’obiettivo di tenere alta l’asticella della leggerezza in un daytime pomeridiano. La rete quell’obiettivo vuole toccare e quello riesce pure a ottenere. Questo programma però ha una responsabilità importante, ovvero confermarsi il fiore all’occhiello della programmazione. Con le cinque stagioni passate, ogni stagione ha avuto un suo stile tutto dipeso da chi l’ha condotto. Schietto come lo ha reso Alda d’Eusanio nel 2018-19, politicamente scorretto come desideravano Elenoire Casalegno e Giovanni Ciacci l’anno successivo, più narrativo ed elegante con l’arrivo di Rosanna Cancellieri.
Per dare un’opinione totale dovremmo attendere la fine dell’ultima puntata di questa edizione appena sorta, ma se il buongiorno si vede dal mattino, autoreferenziale potrebbe essere la prima caratteristica che ha qualificato perlomeno il primo appuntamento. Un rischio che, se si considera il passato della Canalis legato spesso e volentieri al gossip, si poteva correre. Ce ne accorgiamo immediatamente dalla prima battuta dopo la sigla, quando la Canalis presenta l’ospite in studio, Santo Pirrotta: “Sono emozionatissima, tra l’altro ho scelto un look semplicissimo non so se si può notare“. Ecco, appunto.
Mete esotiche scelte dai VIP per le loro vacanze, questo è il tema portante della puntata. L’amabile chiacchierata – a tratti un po’ stopposa – tra conduttrice e ospite viene alternata a dei servizi che ci spiegano meglio chi è il vip che sceglie quello scorcio meraviglioso di mare e per quale motivo. Un po’ effetto documentario itinerante, un po’ di gossip e in due minuti l’argomento si cuoce ‘a fuoco lento’, tirato avanti tra i ricordi snocciolati. Una menzione a Capri, Santo Pirrotta cita i sandali della popolare isola: “Io ne ho commissionato un paio” dice la Canalis come a mettere la sua virgola, comunque.
C’è da sottolineare però che queste iniziative, certamente spontanee, non arrivano solo dalla conduttrice ma anche dall’ospite (Pirrotta è giornalista ed esperto di costume, ndr) evidentemente incuriosito dalla presenza di Elisabetta. Ne approfitta dando l’assist per parlare ancora della Canalis: “La sorella minore di Ibiza è Formentera, molto frequentata da Bobo Vieri” toh! che caso! La situazione appare quasi paradossale, lo scambio dei ruoli praticamente ad un passo, dunque la conduttrice si trasforma in ospite (e viceversa).
Un altro momento Canalis centrico arriva più avanti, ad offrirlo è: la scaletta del programma. Toh! che caso! C’è un servizio sul lago di Como, luogo che la conduttrice ha conosciuto bene dato che proprio lì si trova la Villa Oleandra in cui ha soggiornato insieme ad un altro suo storico ex, George Clooney: “Non è un segreto” afferma subito dopo la chiusura del filmato. Si apre dunque un capitolo, che dire, un faldone dedicato solo alla love story più discussa degli anni ’10. La curiosità non manca e se vogliamo essere più comprensivi nei confronti degli autori mettiamola così: volevano cercare la partenza col botto? Obiettivamente la missione è riuscita. Quando può ricapitare una conduttrice che già alla prima puntata si confida con l’ospite riservando curiosità sulla sua vita sentimentale?
“Ma ora basta parlare di me” dice Elisabetta Canalis 12 minuti prima di tornare a parlare di… Elisabetta Canalis. E’ Santo Pirrotta a lanciare un secondo assist: “Mi vuoi parlare di quando hai portato in Sardegna per la prima volta tuo marito Brian?“. I ricordi dunque riaffiorano ancora e così via. A questo punto il passo fra una trasmissione che parla delle vite altrui ed una monotematica è molto breve, l’effetto curiosità dopo un po’ svanisce e non può riversarsi solo su una persona, soprattutto se quella persona è la conduttrice (e non l’ospite) della trasmissione. Non si deve correre il rischio di entrare nel vortice dell’autoreferenziale “A Vite da copertina porterò del mio” ci ha detto nell’intervista che ci ha concesso. Bene, ha mantenuto parola.
E’ pur vero che il libro non si può giudicare solo dalla copertina. Intanto la prima è andata, gli aggiustamenti arriveranno.