Vita da Carlo 3, Maccio Capatonda, Ema Stokholma e Lucio Corsi: “Ogni tanto bisogna fuggire da sé stessi”
I primi cinque episodi disponibili su Paramount+ dal 16 novembre
Vita da Carlo è arrivata su Paramount+ mostrando un nuovo spaccato della vita verosimile di Carlo Verdone. Se nella prima stagione (su Prime Video) si era ritrovato candidato sindaco di Roma e nella seconda (su Paramount+) Verdone cercava di realizzare un film d’autore, in questo terzo capitolo è alle prese con la direzione artistica di Sanremo. Una nuova sfida nella Vita da Carlo affrontata insieme ai soliti membri della sua famiglia, ma anche a nuovi personaggi che impareremo a conoscere in questi nuovi episodi. Personaggi che non sono davvero tali perché, un po’ come lo stesso Verdone, sono delle versioni di loro stessi.
Nella terza stagione di Vita da Carlo arrivano Ema Stokholma, Maccio Capatonda e il cantautore Lucio Corsi, esponente di una scena indie che Verdone vuole portare a Sanremo per rinnovare il Festival. Durante la presentazione della serie abbiamo avuto modo di intervistare proprio queste tre novità di stagione che ci hanno raccontato come è stato interpretare loro stessi.
Ema Stokholma si è ritrovata a fare delle cose che non aveva mai fatto prima come festeggiare il Natale, ma nei suoi progetti non cerca mai un modo per conoscersi meglio, non li vede come sedute dallo psicologo “già la faccio da diversi anni, provo a dividere i mondi, questo mi permette di divertirmi e basta, ho vissuto il lavoro sul set come un momento di gioia e ti dispiace quando finisce. Poi c’è Verdone che ogni volta racconta aneddoti, hai l’occasione di lavorare con Verdone ne approfitti“.
“Faccio queste cose come terapia perché non ci vado” ha scherzato Maccio Capatonda con cui è sempre difficile cogliere il confine tra l’ironia e la verità. “La mia carriera è un modo per sfogare dei problemi che altrimenti non si risolverebbero. Ho scavato su alcuni aspetti che sebbene affrontati in modo comico, li ho vissuti in materia seria, per esempio prendo il litio ho provato a interrogarmi come sarebbe se fosse così. Lavorare con Carlo è stato un sogno che si è realizzato. Ho imparato da quanto è bravo lui, da come lui reagisce alle tue battute ti rendi conto quanto è difficile il lavoro dell’attore“.
Per Lucio Corsi è stata la prima esperienza come attore e l’aspetto più complicato è stato imparare a reagire alle battute dell’altro: “Per interpretare se stessi bisogna conoscersi a fondo. Il bello è che se anche la serie prende spunto dalla realtà c’ha dato l’opportunità di essere altro rispetto a noi che è anche quello che cerco nella musica, cercare un modo per fuggire da me. Nella vita di tutti i giorni bisogna indagarsi e poi in queste forme di espressione diventare qualche altra cosa“.
Come ha mostrato anche Lillo con la sua Sono Lillo, in qualche modo da parte dei comici, c’è una voglia di riappropiarsi della propria identità oltre il personaggio. “Nell’ultimo periodo sto effettivamente cercando di essere più me stesso, il personaggio mio al naturale lo vedo come me stesso” ci ha detto Maccio Capatonda. “Più che altro è la fama che ti crea un doppio, tutto quello che la tua figura subisce a causa di questa grande bolla di comfort. Anche nella serie su cui sto lavorando faccio questo discorso sulla fama e di come ti può cambiare e può modificare il mondo attorno a te“. Ema Stokholma ha allargato lo sguardo a tutti e a quel personaggio che ci creiamo attraverso i social e Lucio Corsi ha sottolineato come l’esigenza un po’ di tutti è quella di provare a non essere una cosa sola.