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Virginia Raffaele: “L’imitazione della Boschi maschilista? No, era critica anche all’uomo che si fa ammaliare”

La copertina della puntata di martedì scorso di Ballarò per alcuni è stata offensiva nei confronti della ministra. Ecco cosa risponde l’imitatrice

pubblicato 7 Marzo 2014 aggiornato 3 Settembre 2020 07:14

Dopo il caso Le Iene per il servizio di Enrico Lucci, qualcuno aveva ipotizzato potesse scoppiare il caso Virginia Raffaele, sempre legato alla ministra per le Riforme Costituzionali e per i Rapporti con il Parlamento Maria Elena Boschi. In effetti l’imitazione fatta per la prima volta dall’attrice in tv, in apertura della puntata di martedì scorso di Ballarò, ha provocato qualche malumore, anche se decisamente di minore rilevanza mediatica rispetto alle reazioni per il servizio di Lucci.

Contattata da Repubblica.it, la Raffaelle si è difesa spiegando di aver rappresentato la Boschi come una donna “preparata e bella”:

Ho cercato di far uscire questo. Quando risponde non è che dice cose non vere o campate in aria. E poi c’è una strizzatina d’occhio sulla concretezza del governo, ma è un po’ il lavoro di noi che facciamo satira.

Poi l’ex conduttrice di Striscia la notizia (da domenica 16 marzo sarà invece nel cast di Giass su Canale 5 dove probabilmente riproporrà questa imitazione insieme ad alcune inedite) è entrata nel merito delle critiche a lei rivolte:

Mi hanno detto che è troppo maschilista come visione perché lei è bella ma stupida. Invece no: l’ho fatta bella e preparata perché lo è. La mia è una doppia critica: al mondo femminile, perché è un’ammaliatrice e la donna in generale ha l’arma della seduzione. La critica è anche per quanto riguarda l’uomo, che ci casca con tutte le scarpe. Poi è legato al governo… per cui quando chiedi concretezza parte il gioco delle tre carte.

La Raffaele ha infine rivelato che tra le imitazioni di esponenti politiche donne (tra le altre, Renata Polverini e Micaela Biancofiore), quella più le ha dato soddisfazioni è stata Nicole Minetti perché “ho tirato fuori un mostro” pur avendo “a disposizione solo le intercettazioni telefoniche e le fotografie”.