Vira Carbone a Blogo: “Buongiorno Benessere nato perché sono ipocondriaca, vorrei una puntata in più”
Intervista alla conduttrice di Buongiorno Benessere.
All’anagrafe si chiama Elvira, ma tutti la chiamano Vira. Carbone di cognome, ovviamente. “Mia nonna si chiamava Elvira. Per distinguermi da lei, visto che siamo sempre stati una famiglia unita, mi chiamavano sempre Vira. Anzi, mi chiamano Viretta”, ci racconta la conduttrice di Buongiorno Benessere, in onda ogni sabato mattina su Rai 1 alle ore 10.40.
Il programma esiste ormai da sei anni, un bel traguardo, no?
“Sei anni fa ero molto ipocondriaca. Mi rendevo conto che mancava, nel panorama televisivo italiano, un programma che parlasse di medicina con il sorriso. E quindi ho scritto questo format e il direttore dell’epoca, Giancarlo Leone, gli ha dato fiducia. Era nato come una prova di poche puntate, poi il pubblico l’ha premiato e adesso è diventato un appuntamento fisso del palinsesto”.
Questo è servizio pubblico?
“Secondo me è servizio pubblico allo stato assoluto. Al di là di alcune piccole cose, come il nutrizionismo e la chirurgia estetica, noi scegliamo solo medici ospedalieri e di altissimo profilo. Personalmente io passo il mio tempo a cercare grandi medici, che non solo verifico attraverso le mie fonti, ma che vado anche a trovare nei reparti per parlare con i loro pazienti. Quando il pubblico vede dei medici nella mia trasmissione, può star tranquillo che hanno passato vari step prima di arrivarci. C’è una grande attenzione. Sai perché?”.
Perché?
“Il mio telespettatore medio è, nella mia mente, il papà di famiglia che abita in un paesino della Sicilia. E che per curare il figlio si vende il cappotto per andare dal medico che vede in televisione. E’ verso quelle persone che io sento una responsabilità enorme. Verso quelle persone più indifese, che non si possono prendere in giro. Anche perché con la salute non si scherza”.
Buongiorno Benessere è un programma copiato dagli altri?
“Le cose belle vengono anche copiate. Però per me non è motivo di rosicamento, ma di gioia, perché vuol dire che abbiamo centrato l’obiettivo. Forse la gente vede Buongiorno Benessere perché vede in me una persona del popolo, una persona normale e sorridente. Gli altri possono copiarci la formula o rubarci i medici, ma non possono rubare Vira. Quello ce l’ha solo Buongiorno Benessere“.
C’è competizione con gli altri programmi?
“Io vivo la Rai come una grande famiglia. Ogni mattina guardo gli ascolti della rete e gioisco per i risultati degli altri perché se vanno bene i programmi, andiamo bene tutti. Se iniziamo ad avere problemi, iniziamo ad avere problemi tutti. Io mi considero parte di un esercito di persone, dobbiamo vincere tutti insieme. Non vivo la competizione neanche verso chi fa programmi simili al mio: sono amica di Michele Mirabella, per esempio. Quando lo incontro gli chiedo consigli, è una persona meravigliosa, e poi fa questo ancor prima di me”.
Lorella Landi è autrice del programma, corretto?
“Questo è un grande valore aggiunto. Lorella è una conduttrice che tutti conoscono, ma in pochi sanno che è una persona di grande cultura, di grande scrupolo e di grande esperienza. Ha dato una marcia in più al programma. Siamo contente di lavorare insieme, anche se io le auguro al più presto di tornare alla conduzione di un programma perché se lo merita”.
La passione verso il benessere e la salute è sfociata anche nella creazione di cosmetici e creme. La racconti?
“Io non sono laureata in medicina, ma sono convinta di saperne abbastanza. Sono anni che studio, sono proprio un’appassionata del settore, e ho anche iniziato a sperimentare i principi attivi contenuti in alcuni prodotti naturali sulla pelle, anche creando dei cosmetici. E devo dire che funzionano moltissimo. Un esempio? Un avocado che diventa maturo sviluppa degli acidi grassi che sono estremamente benefici e ristrutturanti per i capelli. Sapendo questo, perché non schiacciare un avocado maturo in testa? In questo modo si può avere una maschera fortemente nutritiva”.
Ma questi prodotti sono in vendita?
“Affatto. Sarebbe in antitesi con la mia concezione di servizio pubblico. Le ricette sono offerte gratuitamente al pubblico di Buongiorno Benessere e sono contenute nei vari libri che ho scritto. Probabilmente ne scriverò un altro presto, perché funzionano. Ovviamente prima sperimento tutto su me stessa. Questo è un modo naturale ed economico di fare cosmesi: oggi i cosmetici costano un sacco e non sappiamo mai cosa mettiamo nella nostra pelle”.
Buongiorno benessere va in onda ogni sabato mattina. Ti piacerebbe avere più spazio?
“Fermo restando che io sono affezionata alla mia fascia del sabato mattina, che non mollerei mai, mi piacerebbe integrarla. Non tanto per me, quanto per il pubblico che chiede a gran voce, e da anni, che Buongiorno Benessere abbia almeno una puntata in più a settimana. Anzi, attraverso Tvblog facciamo un appello (ride, ndr)”.
In un’intervista hai detto che le persone ti vedono algida, come mai?
“Io sono algida, fredda, nei colori: è la prima sensazione che do a chi non mi conosce. Il primo impatto, vedendomi, non è sicuramente di calore. Però appena apro bocca e inizio a gesticolare cambiano tutti idea. La terrona che è in me esce subito fuori”.
C’è qualche critica che ti infastidisce?
“La persona più critica è mia madre. Dopo ogni puntata la chiamo per capire cosa non è andato, e lei ogni volta mi fa un’imbeccatina in questo senso. Anche ai miei autori chiedo di dirmi cosa non va. Dalle critiche traggo linfa. Poi, certo, ci anche quelle cattive nate da persone che magari vorrebbero stare al mio posto, ma io ci sorrido su. Non meritano una parola in più”.
Cercando il tuo nome su Google, molti articoli riportano a tuo marito (Renzo Lusetti, ex deputato). Come mai?
“Ho conosciuto mio marito quando ero inviata di Vespa a Porta a Porta. Un uomo che incontra una donna che fa la giornalista a Porta a Porta, secondo voi, può mai darle qualcosa professionalmente? Ho scelto di fare la conduttrice successivamente, quando sono diventata mamma e non avrei potuto continuare a fare l’inviata in giro per l’Italia. Avrei voluto continuare a lavorare con Vespa, che considero il mio più grande maestro dopo mio padre, ma con delle bambine piccole non avrei potuto. Chi vuole parlare di mio marito, lo faccia pure, ma non ha senso”.
Perché suo papà è stato un maestro per te?
“Sono figlia di un grandissimo avvocato. Ma al di là di questo, è una persona che mi ha insegnato l’umiltà nel lavoro e nella vita. Io mi approccio sempre con voglia di imparare a tutto: non giudico, volo alto, me ne frego di tante cose. Sono sempre aperta al prossimo. Mio papà mi diceva sempre: ‘Se devi parlare, parla bene. Se devi parlar male, taci’. Questo è stato un grande insegnamento. Ed è per questo che vado d’accordo davvero con tutti”.
Non sei una che sgomita?
“Veramente zero. Il lavoro è un mezzo per vivere bene, non deve diventare il nostro fine ultimo. Sarebbe una tristezza”.
Qual è stata l’esperienza che ha dato la svolta alla tua carriera?
“L’esperienza con Bruno Vespa, al 100%. Quando mi chiamò per un provino pensai a uno scherzo. Dicevo sempre a tutti che Porta a Porta sarebbe stato il mio traguardo ideale e quando mi chiamò non ci credevo. Quando capii che nessuno stava scherzando, presi un volo la mattina all’alba, dato che mi trovavo in vacanza in Calabria, e andai a fare questo provino. Che andò effettivamente bene”.
Ci sono state anche conduzioni di eventi musicali nella tua vita.
“Sono giornalista professionista, la mia passione è il giornalismo. Però sono poliedrica: se devo condurre un evento musicale lo faccio senza problemi. Poi con Vespa ho imparato il mestiere. Anche perché, se non ero in giro per i servizi, io stavo in studio e lo osservavo in conduzione. Così ho imparato un sacco di cose. Lui è preciso, attento, scrupoloso. E oltretutto è una persona generosa”.
C’è qualcosa che non rifaresti?
“Ho avuto una carriera lenta io. Devi considerare che io da piccola volevo fare la giornalista, ma vivevo a Salerno, quindi mi sono dovuta laureare in Giurisprudenza e diventare avvocato per fare contenti i miei genitori. Per loro andare a Roma a fare la giornalista significava andare a fare la morta di fame (ride, ndr). Quindi a 23 anni ero avvocato, ma nel frattempo lavoravo come giornalista nelle tv locali di Salerno: il giorno lavoravo, la sera tardi studiavo. Mi sono fatta un mazzo. Quando sono arrivata a Roma ho fatto la gavetta vera: provini, delusioni, porte in faccia. Ma nel frattempo sono diventata giornalista pubblicista e poi professionista. E il resto si sa…”.
Quindi neanche un rimpianto?
“Neanche uno. Ho un’unica certezza: nessuno mi ha mai regalato niente. Ho fatto tanti sacrifici, ma mi sono serviti per apprezzare ogni momento del mio lavoro. Se avessi avuto qualche regalo, non sarei stata così grata di quello che ho oggi”.
Tra dieci anni dove ti vedi?
“Sempre a Buongiorno Benessere. Magari con un programma più lungo, magari con due puntate a settimane, se non una quotidiana. Ma io vedo ancora qui. Magari avrò qualche ruga in più, ma chissenefrega”.
Ah, a proposito. Com’è nato il motto “Voletevi bene”?
“(ride, ndr) E’ una roba da ridere. Io ho quattro figlie e dico sempre a loro: ‘Ragazze, amori di mamma, voletevi bene’, per insegnare loro a non sciuparsi, amandosi anche con i difetti. Una volta questo modo di dire mi è scappato durante una puntata e tutti sono impazziti. Un sacco di persone hanno anche detto che è scorretto in italiano, anche se preciso io che l’Accademia della Crusca ha certificato che si può dire. Ormai è diventato un marchio di fabbrica”.