Vip “schierati”, due casi a confronto
Tv e politica, un connubio “vincente”. Chi ha guardato la puntata di Altra storia di sabato scorso (quella che vi avevo consigliato), ma anche chi guarda con una certa “costanza” la tv, avrà notato quanto i politici siano presenti nelle varie trasmissioni. Se inizialmente le loro partecipazioni erano per lo più di carattere istituzionale, col
Tv e politica, un connubio “vincente”.
Chi ha guardato la puntata di Altra storia di sabato scorso (quella che vi avevo consigliato), ma anche chi guarda con una certa “costanza” la tv, avrà notato quanto i politici siano presenti nelle varie trasmissioni. Se inizialmente le loro partecipazioni erano per lo più di carattere istituzionale, col passare del tempo i motivi della loro presenza sono diventati sempre più “futili” ed oggi ci troviamo di fronte ad ospitate paragonabili a quelle del “peggior” reduce di un reality.
Se i politici si sono col tempo vippizzati, abbiamo assistito e stiamo tutt’ora assistendo però anche al fenomeno contrario, ossia ai vip (o presunti tali) che si sono politicizzati, schierandosi a favore di questo o quel partito e addirittura divenendo una sorta di portavoce di un determinato pensiero politico.
Questo non è un fenomeno soltanto italiano ed esempi di ex attori o cantanti che si sono dedicati a tempo pieno alla politica ce ne sono parecchi, come altrettanti sono gli esempi di ex politici che attualmente fanno parte solamente del mondo dello spettacolo, ma non è questa la sede per approfondire l’argomento. E’ la sede invece per proporvi, senza voler arrivare a tutti i costi ad una “conclusione”, due casi di vip schierati che hanno fatto parlare di sè recentemente.
Il primo caso riguarda un attore americano che tutti conoscerete, Michael J. Fox, malato da molti anni di Parkinson e apparso poche settimane fa in uno spot di pochi secondi in cui dichiarava il proprio sostegno a Claire McCaskill, candidata democratica in Missouri e favorevole alla sperimentazione sulle cellule staminali. Vediamo insieme il video.
Il secondo caso invece è tutto italiano e riguarda un’altra attrice, Sabrina Ferilli, che ha scritto una “lettera aperta” al Governo, in cui si dice arrabbiata per la loro “passività”, tramite le pagine de L’Unità. Ne copio alcuni stralci.
Ricordo la grande mobilitazione del popolo delle primarie. Ripenso all’angoscia della notte dei risultati elettorali. E mi tornano davanti agli occhi le facce di tante tantissime persone, con gli occhi colmi di gioia e il cuore pieno di speranza per la nascita del governo Prodi. […] E allora spiegatemi, spiegateci, tutti voi leader del centrosinistra. Cosa diavolo sta accadendo? Vedo ogni giorno la difficoltà nel far capire agli elettori che cosa il governo sta realmente facendo. L’ha ammesso lo stesso Prodi: «Abbiamo un problema di comunicazione». Ma è possibile che la lezione del ’96 non sia bastata? Cosa ci vuole a metter in mano la comunicazione a professionisti del mestiere e a fare in modo che governo e maggioranza parlino con una voce sola?
E ancora:
Per non parlare della Finanziaria. Anzi, «delle Finanziarie», visto che ogni esponente della maggioranza sembra avere la sua versione, forse in nostalgia dei vecchi tempi delle correnti della Dc e degli «assalti alla diligenza». Ma non si poteva discutere prima? Era inevitabile lasciare sul tappeto tutti i nodi che stanno emergendo? O pensate che il dibattito nella maggioranza è più divertente e costruttivo se viene fatto in piazza e in modo rissoso?
Un obiettivo comune, quello di “sensibilizzare”, ma due modi molto diversi di schierarsi. Quale vi sembra il più “utile”? Chi dei due riuscirà a raggiungere i destinatari del messaggio?