Vincenzo Salemme, il bello… della diretta!: il teatro in tv live è sempre un piacere

Collegamento col Tg2 e poi Tg2 Post. E finalmente si inizia, live, dall’Auditorium della Rai di Napoli.

Come si attende il collegamento col Tg2.

A proposito, quando la finiamo con questo Tg2 Post?

E finisce Tg2 Post. Amen.

Eccoli Salemme e Casagrande in diretta dalla Platea dell’Auditorium per l’anteprima.

“Da quando sono diventata lesbica non leggo più bene”: mamma Salemme ha questo italiano un po’ equivoco, tra aulico e dialetto.

Salemme chiama in causa lo studio: vede l’assistente di studio che gli fa segno del tempo mancante e non lo nasconde al pubblico. Hanno anche l’auricolare

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Ci siamo. Inizia la diretta.

Prima scena, primo atto. Carina la grafica col sipario stilizzato.

Dialoghi basati sull’equivoco, ma la regia che chiama in causa subito il pubblico forse anche no: lasciateci la gioia del teleteatro classico.

Ops, la regia si è persa proprio lo scatto di Chiara contro la sorella…

E dopo la sinistra e il centro arriva l’inquadratura dal pubblico da destra. Ma perché così sporca?

Entra Casagrande. L’occasione per dare un po’ di effetto ‘improvvisazione’ di fronte ai 20 e più anni trascorsi dalla prima.

🔔 Arriva il dottor Perrella… ritrovarsi dopo vent’anni 🎭#salemmeilbellodelladiretta pic.twitter.com/r8ehu5r9Bs

— Rai2 (@RaiDue) December 11, 2019

L’azione scenica di Casagrande è sempre coinvolgente.

L'”Offelia” fa ridere Salemme e Casagrande. Ho sempre la sensazione che sia tutto calcolato con due maestri come loro.

E intanto Salemme perde l’auricolare: anche questa diventa una cosa da portare sulla scena.

Siamo arrivati al momento ‘caciara’ della commedia di Salemme: devo dire che sono curiosa di vedere gli ascolti per provenienza geografica.

Stacco senza sipario. Ad annunciare la fine del primo atto è Salemme. Tornano subito, sena pubblicità. Ma sono passati tre mesi.

Anche tutto il secondo atto è giocato sull’equivoco linguistico e su una lingua appositamente creata che caratterizza due fratelli. Complicatissima da interpretare.

“Questi sono i cugini di Campagna… e su questa battuta direi di andare in pubblicità”: è la prima pausa. In teatro si sarebbero preso forse qualche secondo in più tra primo e secondo atto; ora siamo in pieno secondo atto.

Un finale amarissimo per una commedia in fondo dura: la commedia è tutta nello scambio Salemme – Casagrande, poi si sentono gli echi dei paradossi eduardiani e anche un ritratto in fondo sincero di conflitto generazionale fatto di troppo amore.

“Voi non sapete come è difficile educare un figlio troppo intelligente”.

E finisce il secondo atto. Senza soluzione di continuità inizia il terzo, ambientato un mese dopo il malore di Mamma Chiara (Salemme).

Il terzo atto si apre con il figlio, Franchino, che non sta bene.

E alla fine la mamma, per sopportare la malattia del figlio, decide di prendere un attore al suo posto. L’ha sostituito. Anche perché le vite di tutti sono sempre state gestite dalla mamma. Amarissima, come sa essere la commedia napoletana.

Ringraziamenti, pochi. Non da teatro. Si va in pubblicità. E questo nero è pericolosissimo per gli ascolti.

Eccoli di nuovo, nel segmento E chest’è. Ringraziamenti agli attori, presentati uno a uno.

Sul palco anche il cast tecnico: ringraziamenti a Freccero e a Fabio Di Iorio. E l’appuntamento è per la prossima settimana.

“Noi lo vogliamo fare in teatro come se facessimo in tv. Speriamo di essere stati vicini a voi anche a casa, così come si sono sentito il pubblico qui. Ovazione all’Auditorium. Sì, ci sono riusciti a far sentire la tv in tutti quei momenti (studiati?) di sporcatura. E con le inquadrature dal pubblico tanto insistite all’inizio. Ma è il teatro a essere sporco, a prescindere (come ricorda anche l’errore recuperato con classe alla Prima della Scala).

Certo, la difficoltà è quella di superare Gaeta per un tipo di commedia così veloce, così parlata, così giocata sull’equivoco. Ma anni di Made in Sud potrebbero essere serviti a questo. E Salemme fa capire la differenza.