Home Vieni via con me: vince l’idea di un nuovo modo di fare tv

Vieni via con me: vince l’idea di un nuovo modo di fare tv

Ieri ho visto una nuova Tv. E il pubblico, circa 8milioni di telespettatori, evidentemente ha apprezzato. Molte le novità portate da Fazio e Saviano (qui la disamina di Malaparte e qui il liveblogging di ieri). Una su tutte: la scrittura del copione. Credo rasenti la perfezione. E’ innanzitutto un programma molto pensato e molto scritto

di marina
pubblicato 9 Novembre 2010 aggiornato 5 Settembre 2020 11:16

Ieri ho visto una nuova Tv. E il pubblico, circa 8milioni di telespettatori, evidentemente ha apprezzato. Molte le novità portate da Fazio e Saviano (qui la disamina di Malaparte e qui il liveblogging di ieri). Una su tutte: la scrittura del copione. Credo rasenti la perfezione. E’ innanzitutto un programma molto pensato e molto scritto che però non ha paura dell’emozione e del lasciarsi andare. Batte il cuore a vederlo. Ipnotico come solo Celentano seppe fare. Ricordate quei monologhi senza tempi? Ecco, quella geniale intuizione è divenuta scuola. Saviano dipana il suo racconto su Falcone con semplicità, senza la tecnica del conduttore, a volte si ferma, riprende, il ritmo è quello della cronaca, di quella che respiri nei quotidiani. E’ uno di noi che racconta quel che sa, senza mentire (accidenti se si vede dalla tv!). Non viene interrotto dalle maestrine della conduzione, fila liscio come un treno: circostanze, storie, date e il quadro di quel che l’Italia è si fa sempre più chiaro.

Fazio non ha più quell’espressione da tortellino farcito: è finalmente adulto. Non gigioneggia. E’ consapevole dell’aver costruito una trasmissione che ricalca uno spettacolo a tutto tondo, di quelli che puoi anche vedere a teatro, in un palasport, dove il pubblico lo tocchi, lo senti, con cui scambi energia. Ecco, questa è stata una di quelle poche trasmissioni in cui le telecamere sono state un mezzo per trasferire energie da quello studio alle nostre case.

Gli ospiti. Non sono burattini seduti su una poltrona e non fanno bieco salotto. Interpretano se stessi, snocciolano le etichette: ricchione finocchio,buco…e a quelle parole sbucano le ali e volano e perdono il peso e il senso e sono smascherate. Potere dell’evocazione e della dissacrazione. Ci vuole cuore per fare ciò. Mi viene in mente che lo stesso potere lo usa ma con troppa violenza anche Daniele Luttazzi. Preferisco Nichi Vendola (dopo il salto il video con la sua lista), con le sue imperfezioni nella pronuncia, ma con la naturale capacità di dare propulsione a quelle parole. Lui sa di cosa parla! Claudio Abbado, poi, è assolutamente sublime nella sua difesa della cultura e nel lasciarsi andare al pubblico che lo conosce più spesso attraverso la sua musica. E poi…l’uragano Benigni: generoso oltre ogni limite.

Spero che da oggi in poi la Tv cominci la sua rivoluzione: esistono ancora territori inesplorati, trasmissioni da inventare; non è necessario attingere per fare ascolti alla tv del dolore, del sensazionalismo, della morbosità. Spero che la lezione di Saviano e Fazio sul coraggio di scrivere qualcosa di diverso, reale, pulito e onesto, prenda piede.

Rai 3Roberto Saviano