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Vieni via con me – La prima puntata su TvBlog

E’ indubbio che ci sia attesa, per la puntata d’esordio di Vieni via con me – prima di quattro puntate del programma di Roberto Saviano e Fabio Fazio -. Un’attesa che riguarda, naturalmente, anche TvBlog. Motivo per cui, in questa serata surreale in cui si confrontano, su RaiTre e Canale5, due produzioni Endemol, oltre al

pubblicato 8 Novembre 2010 aggiornato 5 Settembre 2020 11:17


E’ indubbio che ci sia attesa, per la puntata d’esordio di Vieni via con me – prima di quattro puntate del programma di Roberto Saviano e Fabio Fazio -. Un’attesa che riguarda, naturalmente, anche TvBlog.

Motivo per cui, in questa serata surreale in cui si confrontano, su RaiTre e Canale5, due produzioni Endemol, oltre al consueto liveblogging del Grande Fratello 11, ci occupiamo anche di Vieni via con me. Avrete dunque la possibilità di commentare entrambi i programmi, a seconda delle vostre inclinazioni o preferenze.

E’ un esordio con ospiti importanti, quello di oggi: Roberto Benigni, Claudio Abbado, Angela Finocchiaro, Nichi Vendola e Daniele Silvestri.


Si comincia con una serie di elenchi. Un elenco di definizioni degli italiani, con chicche deliziose, note e meno note. Un elenco di lavori fatti da una neolaureata. Un elenco di motivi per costruire la moschea di Torino. Un elenco di prostitute che esercitavano a Pompei. Prima che Pompei crollasse. E prima che continuasse a crollare, come avviene in questi giorni.


La messa in scena è elegante e raffinata. L’ingresso di Roberto Saviano è preceduto da un brano eseguito da Daniele Silvestri e poi da un altro elenco, che legge Fazio: l’elenco di tutti gli aggettivi e le definizioni che sono state affibiate a Saviano nel tempo. Un elenco ovviamente variegato e variopinto, che contribuisce a rinvigorire il Saviano-personaggio.

E poi, ecco Saviano. Il cui primo monologo – non troppo convincente, a dire il vero: ci si poteva aspettare di più, ma forse è un problema dovuto alle grandi aspettative – si dedica a parlare della delegittimazione di chi critica e della macchina del fango cui si è sottoposti se si prova a muovere critiche a chi ci governa.
Il discorso è condivisibile, sacrosanto, anche se forse poteva essere espresso in maniera più incisiva.

Poi, ci si dedica a parlar di Giovanni Falcone: cose che fa sempre bene sentire in prima serata.


21:39: un documento fondamentale. Falcone ospite in una puntata speciale di Samarcanda che vede insieme Michele Santoro e Maurizio Costanzo. Viene mostrato l’avvocato Galasso, che critica duramente Falcone. Eppure, non è quello il momento più violento di quella trasmissione. Lo riporterò qui, a futura memoria, anche se mi auguro che a breve venga mandato anche quello spezzone. Si tratta di Totò Cuffaro, politico democristiano che inveì duramente contro chi, a suo avviso, aggrediva violentemente un’ottima classe dirigente. Sarebbe diventato Presidente della Regione Sicilia.

Al rientro dal nero, Nichi Vendola legge un elenco che racchiude gran parte dei termini utilizzati in tutta Italia per indicare gli omosessuali.
Poi Saviano, per far ridere un po’, fa l’elenco di tutti i comportamenti che sono considerati effemminati, da omosessuali, nell’entroterra casertano.


Vendola legge ancora un elenco di “punizioni” inflitte storicamente agli omosessuali e una serie di modi con cui l’omosessualità viene definita.

Fazio cita il premier: “Si dice che sia meglio guardar le belle ragazze che essere gay”.
Vendola è sintetico nella sua risposta, probabilmente la miglior chiosa della serata. “Meglio esser felici”.

22:01: è il momento di Roberto Benigni.


Roberto cita un paio di battute di Spinoza (e ringrazia, citando la fonte). La migliore:

Il premier: “La mafia vuole colpirmi”. Com’è noto, anche a Falcone riempirono la casa di mignotte.


Il momento Abbado è utile per parlar di tagli alla cultura. Per mostrare la Pompei che crolla, citata in apertura di programma. Purtuttavia, si sarebbe dovuto ricordare che c’è di peggio, nella gestione Pompei. Peggio dei tagli. C’è che Pompei è stato gestito come un’emergenza, e che l’emergenza è un pericolo per il normale vivere democratico.


Tocca di nuovo a Saviano, che parla, con il tricolore in mano, dell’importanza dell’Unità d’Italia.

Rai 3Roberto Saviano