Videocracy: il documentario sul potere della tv in Italia non è stato ghettizzato. Parola del direttore della Mostra del Cinema di Venezia Marco Muller: “Non ci ha convinti”
L’avevamo detto qualche settimana fa: il documentario “Videocrazy”, del regista Erik Gandini, sarà proiettato il 3 settembre alla Mostra del Cinema di Venezia. Naturalmente non nella sezione ufficiale del Festival ma nell’ambito di due sezioni autonome: la “Settimana internazionale della Critica (SCI)” e le “Giornate degli Autori”. Il prodotto, distribuito dalla Fandango, tratta moltissimi dei
L’avevamo detto qualche settimana fa: il documentario “Videocrazy”, del regista Erik Gandini, sarà proiettato il 3 settembre alla Mostra del Cinema di Venezia. Naturalmente non nella sezione ufficiale del Festival ma nell’ambito di due sezioni autonome: la “Settimana internazionale della Critica (SCI)” e le “Giornate degli Autori”.
Il prodotto, distribuito dalla Fandango, tratta moltissimi dei temi che quotidianamente osserviamo qui su TvBlog: al centro di tutto, infatti, c’è la televisione, col suo potere ottenebrante e totalitario. In ottanta minuti si racconta l’Italia moderna, figlia, dove non schiava, della televisione, appunto, e della dittatura del video: “Non è una pellicola su Berlusconi – ha precisato lo stesso Gandini – ma sull’Italia berlusconiana: è l’Italia delle veline, dei tronisti e di gente smaniosa solo di apparire, dove la televisione ha preso il posto della democrazia. ‘Videocracy’ vuole essere il backstage di un’Italia ossessionata dall’esibizionismo sessuale. L’Italia dei Lele Mora, Briatore, Ventura, delle veline, dei tronisti e della tribù della Costa Smeralda”.
Il 40enne regista non ha gradito molto la collocazione marginale all’interno della Mostra. Per questo il direttore Marco Muller ha voluto precisare che, alla base di tale scelta, non v’è alcunché di politico:
“‘Videocracy’ fa parte di quei 3278 film che abbiamo visto e a cui abbiamo detto no. Per la comune ragione che non ci convincevano. Non ho mai escluso nessuno per prudenze politiche. Nel 2004 qui è stato presentato ‘W Zapatero’ e io sono ancora qui. Ma il film di Sabina Guzzanti valeva tre volte quello di Gandini”.
Intanto il quotidiano “Libero” si è scagliato contro lo stesso regista, accusandolo di andare contro il capo del Governo, con un articolo – a firma Giorgio Carbone – dal titolo prosaico: “Ma da dove viene questo bergamasco che spara su Silvio?”. Ne riportiamo alcuni stralci:
“Questo ‘sinistro’ non possiamo imputarlo a Marco Muller. Muller ci ha provato a tenere “Videocracy” fuori dal festival. Ma il documentario di Erik Gandini, cacciato dalla porta principale (le rassegne ufficiali) è entrato da quelle secondarie. Il 3 settembre, seconda giornata della Mostra, l’opera sarà proiettato per la ‘settimana della Critica’, una buona ragione anche quest’anno per non pagare la quota al Sindacato. […] Di chi mai sarebbe la colpa del degrado italico? Ma del premier Silvio Berlusconi, naturalmente, del suo potere mediatico, che in trent’anni ha ricreato il Paese a sua immagine e somiglianza. Un paese che Gandini, evidentemente ricorda come bello, colto e intelligente prima dell’arrivo del Cavaliere di Arcore”.