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Vicende private in tv, su ordinazione

Siamo assuefatti, ormai è quasi pleonastico affermarlo. Siamo assuefatti ad una trasmissione televisiva che si occupa, o almeno si dovrebbe occupare, di approfondimento su temi politici e d’attualità eppure si presta ad essere un semplice megafono per il potente di turno. Naturalmente, caso mai non si fosse capito, mi riferisco a Porta a Porta. Ieri

6 Maggio 2009 00:26


Siamo assuefatti, ormai è quasi pleonastico affermarlo. Siamo assuefatti ad una trasmissione televisiva che si occupa, o almeno si dovrebbe occupare, di approfondimento su temi politici e d’attualità eppure si presta ad essere un semplice megafono per il potente di turno. Naturalmente, caso mai non si fosse capito, mi riferisco a Porta a Porta. Ieri sera puntata tutta dedicata al Premier, Silvio Berlusconi.

Il leader più popolare del mondo (nel suo paese) con un gradimento al 75% ha avuto qualche problema di pubbliche relazioni in settimana. La festa dei 18 anni di Noemi, figlia di un suo conoscente (anche se ancora non è chiaro quale sia il rapporto che lega due persone apparentemente così distanti), con il successivo chiacchiericcio sulla stampa che ha dato fiato alle trombe del gossip ha portato sotto i riflettori un soprannome atipico per un premier, “Papi“. La signora Veronica non ha gradito e ha fatto sapere di non voler avere nulla a che fare con una persona che “frequenta minorenni“, vuole il divorzio.

Arriva anche la critica del quotidiano della CEI, bisogna rimediare ed ecco spuntare, puntualissima, un’ospitata nel salotto più comodo della tv italiana: il Porta a Porta di Bruno Vespa. Berlusconi in studio, tutto solo ad affrontare un fuoco di fila spietato di domande di uno dei decani del telegiornalismo italiano, più che altro fastidiose introduzioni a mini-comizi da 5 minuti l’uno che pretendono di non essere interrotti. Pena uno sguardo severo e un rimbrotto poco amichevole “non mi faccia perdere il filo“.

Si parla, incidentalmente, di crisi economica, del dopo terremoto in Abruzzo, ma soprattutto abbiamo il privilegio di conoscere il punto di vista di un marito, seppur occupi una posizione particolarmente ingombrante si tratta sempre di questo, che attribuisce ad un “agguato della stampa di sinistra e del PD” i malumori che hanno portato la moglie a chiedere il divorzio.

Nel momento di massima aggressività dell’intervistatore veniamo anche a sapere che l’infamante accusa rivoltagli dalla ormai ex-moglie, quella di non essere andato alle feste dei 18 anni dei figli, è assolutamente falsa. Badate bene, due di loro non han festeggiato, la terza ha voluto una festa in maschera (maschere del ‘700 veneziano) a Las Vegas, un party regolarmente finanziato dal Papi, questa volta legittimo.

Il Premier parla di “vicenda che deve rimanere privata“, ovviamente mentre chiede alla sua first lady delle scuse, quantomeno che riconosca “il suo errore“. Ecco, magari la prossima settimana, con un’altra puntata ad hoc di Porta a Porta che, se ne sono dimenticati tutti, continua a sfruttare la malintesa par condicio avviata nella campagna elettorale del 2006 per evitare accuratamente di mettere in piedi un confronto diretto fra i leader dei due partiti più importanti del paese.

La regola, della non compresenza, varrà anche nella contesa coniugale?