Via Crucis 2021 tra rigore e speranza: un’altra istantanea della Pandemia, un anno dopo
Un anno dopo le immagini simbolo del lockdown, la Via Crucis di Papa Francesco riesce a rappresentare lo spirito di questa Pasqua 2021.
Per il secondo anno consecutivo, Papa Francesco presiede la Via Crucis sul sagrato della Basilica di San Pietro, ma la sensazione di desolazione dello scorso anno lascia il posto a una moderata speranza. Lo testimoniano la presenza di ospiti intorno all’altare, pochi e distanziati, e la scelta di Papa Francesco di guardare ai bambini, perché portassero nella celebrazione del Venerdì Santo le proprie fatiche, le proprie sofferenze, le proprie ‘stazioni’. Una forma di consapevolezza, un modo diverso di affrontare la desolazione della pandemia, che guarda anche alla speranza e alla tenerezza.
Non meno suggestiva, però, Piazza San Pietro, maestosa nella sua solennità, illuminata solo dalle torce che disegnano una croce lì dove i fedeli erano soliti riunirsi nelle occasioni di festa e di dolore. E il posizionamento delle luci, che fanno risaltare il baldacchino bianco che accoglie il Papa stagliandolo sul nero fitto della Piazza, non è che l’ennesima dimostrazione della cura del Vaticano per la messa in scena.
Così come il ‘piano camere’ che – insieme ai movimenti di camera scelti e alla regia in generale, cosa che al Vaticano sanno decisamente fare – dà tutta la potenza simbolica della Croce nel Venerdì Santo con pochi tratti, come nel suggestivo avvicinamento della bambina chiamata a portare la Croce a Papa Francesco per la preghiera conclusiva.
Questa Via Crucis 2021, però, si presenta comunque molto diversa da quello dello scorso anno: 12 mesi fa eravamo in un lockdown disperato, nel tentativo di affrontare qualcosa di sconosciuto; un anno dopo il Paese è in una zona rossa che pochi sembrano voler rispettare, nonostante i 500 morti al giorno. Un anno dopo – 110.000 morti dopo solo in Italia e in piena campagna vaccinale – lo spirito con cui si guarda e si vive questa seconda Pasqua di lontananza, di crisi, di solitudine, di dolore, è molto diverso. La Piazza ancora chiusa per rispettare le misure di sicurezza è però “aperta al dolore” dice Papa Francesco, e anche alla speranza con i testi delle meditazioni e delle preghiere affidati al Gruppo Scout Agesci “Foligno I” e alla Parrocchia romana Santi Martiri di Uganda; i disegni delle Stazioni sono invece stati realizzati da bambini e ragazzi della Casa Famiglia “Mater Divini Amoris” e della Casa Famiglia “Tetto Casal Fattoria”.
Da una parte la schiacciante solitudine rappresentata dalle inquadrature sul Papa e sulla Piazza, dall’altra la spontaneità dei bambini al leggìo: in fondo la quintessenza stessa dello stridore di questo periodo, spezzato tra il rigore delle regole e il bisogno di guardare avanti. Anche quest’anno, quindi, la Via Crucis di Papa Francesco – nella sua sceneggiatura e nella sua scenografia – riescono a rendere lo spirito del tempo.
Amen.