Verissimo? Lunghissimo. Signorini alla deriva
Più che un programma televisivo, una traversata coast to coast con il monopattino delle Winx. Più di tre sono le ore in compagnia di Silvia Toffanin in questa nuova edizione di Verissimo, e tanto basterebbe per capirci. Ma andiamo a fondo del barile. Nuovo studio, conduzione come sempre rapida, con la stessa confezione: interviste più
Più che un programma televisivo, una traversata coast to coast con il monopattino delle Winx. Più di tre sono le ore in compagnia di Silvia Toffanin in questa nuova edizione di Verissimo, e tanto basterebbe per capirci. Ma andiamo a fondo del barile. Nuovo studio, conduzione come sempre rapida, con la stessa confezione: interviste più cronaca nera al 20 per cento, per il resto gossip a manetta.
Alfonso Signorini, ospite fisso e altra voce autoriale del programma, se prima ma specialmente in passato si percepiva motivato (sotto conduzione Perego, per dirne una) a intrigarci e incuriosirci con perle rare di gossip di prima mano, oggi interpreta il ruolo dell’uomo fatto e finito, con le terga inchiodate sul suo crescente potere nei media (“ero a cena con Vieri e ha chiamato la Canalis”), facendo sempre più la parodia di se stesso piuttosto che il suo vecchio buon mestiere.
La Toffanin, sempre più piacevole, ci snocciola una scaletta poco sopportabile: mega intervista omaggio ad Albano Carrisi (“Non amo i salotti, non riesco a parlare di me e ho quel filo di voce che mi contraddistingue”) , tre tremendi casi di morti incredibili di giovani adolescenti potenziate da ballate strappalacrime e poi gossip di buona fattura, l’appendice e la prosecuzione naturale leggermente marchettara del settimanale Chi.
L’unica cosa davvero cambiata, in peggio, era l’unico elemento intrigante della trasmissione: l’interazione un tantino sbroccata tra i vip in studio, che se la contavano senza filtri in un salotto che era accogliente e sincero ma che oggi pare più artificioso e pigro, come tutti gli altri. Non è un caso che l’immancabile Iva Zanicchi avesse il freno a mano tirato e Signorini non offrisse nessun assist per far uscire le cose più belle e genuine del mondo dei (pseudo) vip.
Di fronte alla frizzante (?!) Chiabotto, ad un’intrigante come un morto Magda Gomez, per non parlare di Guendalina Canessa in versione a sua detta “low profile” (come se mai fosse stata in high), di piccanti parole se ne potevano rigettare a grosse manate. E invece nulla. Noia, intrattenimento abbozzato, poca di quella crudezza pop che ci stavamo lentamente abituando ad assaporare.
Premio speciale ad Agata Reale versione Iena per indagare sulla vita delle già consunte Debuttanti: più che un servizio di una novella inviata televisiva, pareva un coccodrillo per tutta la banda oggetto e soggetto dell’rvm. E la rubrica della posta del cuore di Carlo Rossella di cui è già vittima il settimanale Chi? E’ necessario un approfondimento? Insomma: se si poteva peggiorare, lo si è fatto. Con tanto, tanto impegno.