Alessandro Zan è stato l’ospite principale della puntata di sabato scorso di Verissimo, da quest’anno in onda sia il sabato che la domenica. Non è la prima volta che il contenitore di interviste condotto da Silvia Toffanin si apre ai politici: prima dell’onorevole del Pd era toccato a Maria Elena Boschi e a Giorgia Meloni, con quest’ultima che aveva presentato la sua autobiografia.
Verissimo non si occupa di politica, così l’uscita dell’autobiografia di Alessandro Zan, Senza Paura, è stata il pretesto per invitarlo in trasmissione. Il disegno di legge contro l’omotransfobia, la misoginia e l’abilismo che porta il suo nome è stato accennato all’inizio e alla fine dell’intervista, ma non per questo l’impegno politico dell’uomo è stato messo in secondo piano.
Silvia Toffanin ha confezionato un ottimo colloquio con il deputato di centrosinistra, incomprensibilmente snobbato dalla televisione generalista per tutto il dibattito sul ddl Zan, a parte qualche eccezione. Solo con l’affossamento del ddl il politico ha cominciato a farsi strada sul piccolo schermo (da Che succ3de?, proprio nel giorno nero dei diritti civili al Maurizio Costanzo Show), eppure Zan ha un potenziale televisivo di tutto rispetto.
Il padre della legge contro le discriminazioni usa un linguaggio accessibile e per nulla ampolloso, con un piccolo svarione grammaticale (“sarebbe significato” al posto di “avrebbe significato”). Molto telegenico, il primo piano costante della telecamera conferisce intensità alle sue dichiarazioni. Tra un argomento e l’altro una voce fuori campo legge estratti del suo libro.
Diventa quindi la vita privata il nucleo dell’intervista: l’infanzia, l’adolescenza negata per via della scoperta del proprio orientamento sessuale, l’Erasmus a Sunderland (Regno Unito), gli esordi nell’Arcigay Padova, il coming out con la madre, la reazione contrariata del padre che poi ha seguito un percorso di accettazione del figlio, il riavvicinamento con il genitore nel periodo della malattia, il desiderio di innamorarsi nonostante una professione molto impegnativa.
Nel finale, Alessandro Zan si commuove ricordando l’invito di un ragazzo a non arrendersi non appena il ddl Zan era stato affossato dal voto segreto del Senato. Alla stregua di un canale da servizio pubblico, nel complesso Verissimo è riuscito a realizzare un gran bel momento di televisione.