Tiberio Timperi a Verdetto Finale. Liorni, Cattelan, Lippi: il ritorno alla sobrietà in tv. E la d’Urso si loda e si imbroda
Tiberio Timperi conduce Verdetto Finale al posto della Maya in dolce attesa
Tiberio Timperi debutta a Verdetto finale
A quanto pare è la giornata dei panchinari “innocui”, in tv. Dopo la misteriosa sostituzione di Claudio Lippi a La prova del cuoco, avviene oggi un passaggio di testimone decisamente più annunciato, da noi stessi di TvBlog in anteprima. Alla conduzione di Verdetto finale, al posto di Veronica Maya in dolce attesa, è arrivato Tiberio Timperi. E il suo saluto in apertura è stato dei più garbati:
“Prima puntata del 2012 per Vedetto finale. E prima puntata anche per me, sino al ritorno di Veronica Maya, che come sapete tra poco diventerà mamma. Colgo l’occasione per salutarla. Insomma, sarò al timone del tribunale di RaiUno. Per me sarà un vero piacere aprire il pomeriggio di RaiUno in vostra compagnia”.
Per il resto il placido Tiberio ha introdotto subito la causa, senza convenevoli e battute complici con il giudice, come si comanda a una supplenza passeggera e indolore. E poi ha mantenuto la promessa sul finale diverso: anziché uscire dall’aula di tribunale, ancheggiando come la Maya, si è limitato ad accennare un ‘ciao’, con la telecamera che ha staccato sul logo al centro dello studio.
Eppure il pubblico riscopre un valore che in televisione sembrava dimenticato, quello della sobrietà. La stessa che ha visto Claudio Lippi, questa mattina a La prova del cuoco, approcciarsi alla gara tra cuochi del mezzogiorno con un umorismo d’altri tempi, a metà tra Corrado e Vianello.
Verdetto Finale: Veronica Maya e Tiberio Timperi
Questo approccio misurato, sintomo di una distaccata quanto godibile professionalità, è lo stesso che ha visto Marco Liorni onorare in pieno l’eredità di Lamberto Sposini a La vita in diretta. Seppur spesso alla mercé degli umori di Mara Venier, l’ex inviato precario del Gf ha saputo fare della sua “tranquillità” un segno di distinzione e garanzia.
Peraltro la stessa scelta di sottrazione stilistica ha contraddisto lo stile di conduzione di Alessandro Cattelan a X Factor. L’erede del più gasato Francesco Facchinetti, inizialmente recepito come incolore e inutile, si è rivelato invece molto arguto nei commenti sulla gara, specialmente nella semifinale.
A volte anche senza la paura di sbilanciarsi, ha saputo dar peso a ogni parola nella definizione dei concorrenti, mettendosi in disparte nei loro sfoghi emotivi a beneficio di camera, anziché amplificarli con pacche sulle spalla.
Dopo troppe stagioni all’insegna di manie di protagonismo e attaccamento morboso ai programmi, da parte delle troppe primedonne in circolazione, non sarà che ciò di cui abbiamo bisogno è un pizzico di sana pacatezza? Dopo l’urticante spettacolo di Capodanno Cinque, con la D’Urso che è riuscita a farsi inserire in ogni classifica dell’anno, con tanto di momenti cult dedicati, la risposta è presto detta (dagli ascolti in primis).