Vera Spadini a TvBlog: “In MotoGP, ci aspetta una stagione fantastica. Chi ci segue da casa sarà protagonista”
A poche ore dall’inizio della prima gara di MotoGP, TvBlog ha intervistato Vera Spadini, conduttrice anche quest’anno di Paddock Live Show.
Tutto è pronto per il ritorno della MotoGP su Sky e NOW, con il Gran Premio del Portogallo, la prima tappa dell’edizione 2023 del mondiale, che dà ufficialmente il via alla sfida a Francesco Bagnaia, campione del mondo in carica con la sua Ducati.
Dopo la Sprint Race, novità di quest’anno, andata in onda ieri pomeriggio in chiaro su TV8, oggi, domenica 26 marzo, andranno in onda, in ordine cronologico, le gare di Moto3, Moto2 e MotoGP rispettivamente alle ore 12, ore 13:15 e ore 15 su Sky Sport MotoGP, Sky Sport Uno e in streaming su NOW (e in differita in chiaro su TV8, rispettivamente alle ore 14:05, 15:20 e 17:05).
Se il racconto della gara sarà affidato a Guido Meda e Mauro Sanchini, Vera Spadini, per il settimo anno consecutivo, sarà la conduttrice degli approfondimenti pre e post gara di Paddock Live Show.
TvBlog ha intervistato la giornalista di Sky Sport che, oltre a presentare le novità 2023 del mondiale, ha parlato della sua esperienza pluriennale nel mondo dei motori, non dimenticando il calcio, gli altri campionati di motorsport che Sky Motori seguirà quest’anno (come la Formula 1, ripartita lo scorso 5 marzo) e i suoi desideri professionali.
Che stagione di MotoGP ci attenderà, dopo il trionfo dell’anno scorso di Francesco Bagnaia?
Una stagione fantastica. Bagnaia ha definito questo momento “magico”, con un esordio stagionale completamente differente rispetto all’anno scorso: da campione del mondo e con un feeling incredibile con la sua Ducati, confermato nei test pre-season dove Pecco è stato il più veloce. È il pilota da battere, l’orgoglio italiano, e ci divertiremo a scoprire se l’antagonista sarà il “solito” Quartararo, Marquez recuperato o il nuovo compagno di box, Bastianini. Oppure tutti!
L’interesse del pubblico italiano verso la MotoGP è sempre lo stesso dopo l’addio di Valentino Rossi o c’è stata una flessione?
La paura di una calo di appeal dopo l’addio di Valentino Rossi era tanta, ma la vittoria di un pilota italiano su moto italiana dopo 50 anni, pupillo di Rossi, ha tenuto vivo l’interesse, stimolato anche dalle novità introdotte nella MotoGP.
Per quanto riguarda Sky Motori, quali saranno le principali novità di quest’anno nel racconto della MotoGP?
La MotoGP ha fatto un grande restyling, introducendo un format nuovo che cambia completamente gli equilibri estetici e sportivi. La principale novità è la gara Sprint del sabato, che aumenta la battaglia in pista e l’adrenalina di chi ci segue. Due gare in un week end, più punti a disposizione, più dirette, più contatto tra piloti e spettatori: una nuova veste che abbellisce il prodotto anche a livello di grafiche e musica, con l’aggiunta esclusiva da parte di Sky di nuove rubriche e contenuti che portano i tifosi nel paddock. Anche attraverso la possibilità di vedere le Sprint su TV8 e sul canale YouTube, l’attività social e la maggiore interattività. Insomma, puntiamo a rendere protagonista chi ci segue da casa.
Da giornalista, quali sensazioni si provano all’inizio di una nuova stagione?
È sempre come la prima stagione, c’è un’emozione particolare e tanta voglia di ricominciare. Ritrovarsi nel paddock è come fare una reunion di una band che non vede l’ora di ripartire per un tour.
Questo è il tuo settimo anno per quanto riguarda il MotoMondiale. Anno dopo anno, l’entusiasmo è sempre lo stesso o a volte è subentrata un po’ di abitudine?
È subentrata l’abitudine a certi rapporti, persone, riti di cui non potrei più fare a meno! In questo senso, l’abitudine è un dono per chi ha la fortuna di far parte del grande circo itinerante della MotoGP. Per il resto, l’entusiasmo del racconto rimane invariato, anzi, rinnovato.
Qual è il ricordo più bello di questa tua esperienza in MotoGP e qual è il ricordo meno bello?
Ho collezionato tanti bei ricordi. Dall’ultima vittoria di Rossi ad Assen nel 2017 ai duelli spettacolari tra Dovizioso e Marquez. Un ricordo unico e indelebile è certamente aver avuto il privilegio di raccontare la vittoria di Bagnaia a Valencia l’anno scorso. Campioni del mondo! Il ricordo più brutto è stato vivere e dover raccontare la morte di Jason Dupasquier al Mugello nel 2021. Aveva 20 anni. Ho fatto fatica ad andare in diretta.
Quanta preparazione è necessaria per parlare di motori con competenza e precisione?
Tanta. Gli appassionati di moto sono molto preparati, il livello è altissimo. La competenza e la preparazione sono fondamentali. Io poi sono una secchiona, voglio sapere tutto: per ogni tappa studio dati, statistiche, storia, caratteristiche del circuito. Mi informo su tutte le novità, cerco di approfondire ogni dettaglio. Bisogna essere all’altezza di chi ci segue e dare sempre il massimo per cercare di arricchire la loro passione.
Recentemente, è ripartita anche la Formula 1. Ti appassiona? Che ne pensi della crisi Ferrari?
Certo! Seguo la F1 e credo sia uno spettacolo accattivante, a livello sportivo e di show. La Ferrari ne uscirà, anche se purtroppo pare che la strada intrapresa non sia ancora quella giusta. Ma i piloti sì, credo che contribuiranno alla svolta.
Tra seguire il calcio o i motori, hai una preferenza in particolare?
In questo momento i motori sono la mia vita, la mia passione, ma continuo a seguire il calcio perché è uno sport che adoro. Mi piace il bel gioco, il gesto tecnico dei campioni, le storie particolari che li contraddistinguono. E se c’è una partita di Champions League di certo non esco di casa!
Hai un progetto professionale in tv che vorresti realizzare?
Insieme allo sport, un’altra mia passione di sempre è la musica. Mi piacerebbe poter realizzare un progetto che pone la musica al centro di uno spettacolo che abbraccia varie forme artistiche.
L’ambiente dei motori è un ambiente maschilista o le cose, in questi anni, sono cambiate?
Direi più maschile che maschilista. Non mi sono mai sentita “discriminata” per essere donna. Ho sentito fin da subito il rispetto per il mio ruolo da giornalista. Anzi, sono stata accolta con grande gentilezza e disponibilità, forse in questo senso essere donna in un ambiente prevalentemente maschile aiuta. Perché come dicevo la prevalenza di uomini è indubbiamente ancora una caratteristica dell’ambiente dei motori, ma credo anche che gradualmente sempre più donne ne stiano entrando a far parte ricoprendo diverse figure professionali.
Com’è lavorare con Guido Meda?
Divertente! Guido è un capo sui generis, perché tende a creare un rapporto molto diretto e amichevole con le persone all’interno del suo gruppo di lavoro. È molto simpatico e quindi ridiamo molto, aspetto che diventa fondamentale quando si sta molto lontani da casa. E poi lo ringrazierò sempre per quello che mi ha insegnato e continua a insegnarmi.
Sky Motori, quest’anno, segue ben 20 campionati di motorsport. Quale altro contenuto raccomanderesti ai telespettatori?
La Superbike. Finito il dominio di Rea è diventato un campionato davvero avvincente. E il GT World Challenge Europe, per seguire Valentino Rossi sulle 4 ruote.