Veline

Veline è un termine che, nell’immaginario collettivo, è passato a indicare una precisa figura nel panorama televisivo italiano, grazie all’intuizione di Antonio Ricci: di lui si potrà anche discutere, ma non si può dire non sappia cavalcare l’onda lunga della cultura pop.

Velina, secondo il De Mauro Paravia significa:

comunicazione inviata dall’ufficio stampa del governo, di un partito, di un ente pubblico, ecc., contenente informazioni da divulgare o suggerimenti relativi al modo di dare una notizia o di commentare un evento.

Velina, secondo Antonio Ricci è il termine con cui indicare le vallette di Striscia la Notizia: è un termine che si perde nella notte dei tempi televisivi, una presa in giro delle veline del MinCulPop, un modo [wikipedia] di far presente al pubblico l’inviolabile diritto alla libertà di stampa e di informazione, anche al di fuori dei canali ufficiali.

Velina è diventato, nel tempo, anche spregiativo, volenti o nolenti. Ma è un vocabolo che – sebbene nella sua accezione televisiva non abbia ancora la dignità semantica del dizionario – fa parte della nostra cultura. Perlomeno di quella televisiva.

Dal 6 giugno, riprendono le registrazioni di Veline, fortunato format estivo che coniuga esigenze di palinsesto con esigenze di casting e che porta alla selezione delle sostitute di quelle odierne. E su TvBlog cercheremo di fare un percorso a ritroso nella storia delle veline di Striscia, da Thais, Melissa e Veridiana fino ai primordi. Proporremo foto, biografie, interviste e, ovviamente, siete invitati fin da ora a partecipare alla chiacchiera con le vostre domande e curiosità.

Astenersi perditempo e forieri di volgarità, grazie. Per tutti gli altri, scriveteci le vostre domandi alle ex veline nei commenti.