Home Sky Sport 24 Vanessa Leonardi a TvBlog: “Un programma che non parli di calcio? Mi piacerebbe. Non è la Rai mi ha permesso di pagarmi gli studi”

Vanessa Leonardi a TvBlog: “Un programma che non parli di calcio? Mi piacerebbe. Non è la Rai mi ha permesso di pagarmi gli studi”

Intervista a Vanessa Leonardi di Sky Sport 24: “Mi piacerebbe allargare gli orizzonti, sono intrigata da questa possibilità. Annunciai la morte di Maradona ed ero in diretta durante il malore di Eriksen. Fu difficile”. Sul marito Maurizio Compagnoni: “In onda assieme? Per noi è normale”

20 Luglio 2024 10:32

Un padre critico televisivo al Messaggero e “malato di calcio”, come lo definisce lei stessa. “E’ stato lui a trasferirmi la passione per il pallone e il giornalismo. Se non avessi fatto la giornalista sportiva, mi sarebbe piaciuto occuparmi di spettacoli”. A confidarlo a TvBlog è Vanessa Leonardi, da vent’anni esatti volto amatissimo di Sky Sport. “Con papà Franco vedevo le partite in tv e la domenica mi portava allo stadio. Ho un fratello più piccolo di otto anni e fino alla sua nascita il figlio maschio sono stata io. In compenso, a mia madre Gabriella del calcio non è mai importato nulla”.

Conduttrice di Sky Sport 24 e inviata a bordo campo per le partite di Serie A e di coppa, la Leonardi da lunedì prossimo raccoglierà provvisoriamente il testimone da Alessandro Bonan e racconterà le trattative di mercato, dal lunedì al venerdì, a partire dalle 23. “Resterò in onda fino al 16 agosto, giorno di vigilia dell’inizio del campionato. In queste settimane ho guidato la versione del weekend, è stato un modo per testare la trasmissione. In studio con me avrò Valentina Mariani, Manuele Baiocchini, Luca Marchetti ed altri ospiti. Ci collegheremo con le squadre direttamente dai loro ritiri. Il calciomercato non si ferma mai, men che meno in questa fase. Credo che ci sarà un’accelerata, dal momento che gli allenatori puntano ad avere le rose al completo in vista dell’avvio di stagione”.

Darete spazio anche alle Olimpiadi?

Sarà un contenitore focalizzato sugli aggiornamenti delle trattative. Ovviamente, se ci saranno come si spera ori da celebrare o imprese da raccontare lo faremo. Non sarà necessariamente una trasmissione di solo calciomercato.

Escludendo le conduzioni dei tg, per te si tratta di una prima volta alla guida di un programma.

Vero. Ho condotto tanti speciali di calciomercato, ma sempre all’interno delle edizioni del notiziario.

Che mercato ti aspetti?

Mi auguro di raccontare qualche colpo. Per il resto, spero che sia un mercato intelligente. Il periodo non è facile, ci sono pochi soldi, ma mi aspetto delle belle sorprese. Alcune squadre si sono mosse in anticipo. La Juventus ha rifatto il centrocampo con Thuram e Douglas Luis e sta venendo su un bel reparto. Il Napoli ha ingaggiato un fuoriclasse in panchina come Conte, mentre il Milan ha preso Morata.

Riavvolgiamo il nastro. La primissima esperienza televisiva risale a Non è la Rai.

In realtà no. Ancora prima c’era stata Domenica In, sempre con Boncompagni. Era la stagione 1990-1991, quella con Gigi Sabani. Andai ai provini con una mia compagna di classe e mi presero. Non è la Rai arrivò successivamente.

Quale fu il motivo che ti spinse a partecipare?

Volevo pagarmi gli studi. Mi ero iscritta all’Università e quell’esperienza mi garantì una stabilità economica. Parallelamente avevo iniziato la gavetta e Non è la Rai mi consentiva di guadagnare e di studiare in assoluta indipendenza. Non nego che mi aiutò pure a battere la timidezza e ad essere più spigliata.

Ancora oggi, di notte, vengono trasmesse le repliche del programma. Ti capita mai di guardarle?

Mai. Ad essere sincera, non so nemmeno dove le fanno.

Accennavi alla gavetta. Il primo impatto col giornalismo fu a Radio Incontro.

Esattamente. Era una radio della Capitale che si occupava prettamente di Roma e Lazio. Svolsi un colloquio e mi suggerirono di andare la domenica a vedere da vicino come lavoravano. Caso volle che quel giorno la ragazza che affiancava Marcello Micci si sentì male e Marcello, a cui devo tutto, mi propose di provare a fargli da spalla. Andò bene e proseguii pure nelle domeniche successive. Fu un’esperienza bellissima che mi consentì di cominciare a scrivere per la Gazzetta dello Sport. Tra i vari opinionisti che intervenivano c’era infatti anche il vicedirettore della testata Ruggiero Palombo, che mi propose di collaborare.

L’approdo a Sky come avvenne?

Per una sostituzione di maternità. Cercavano delle persone da coinvolgere nella redazione romana di Sky Sport e il vicedirettore di Sky Tg24 Ivano Santovincenzo mi aveva ascoltata in radio. Quindi mi segnalò a Fiorenzo Pompei e svolsi il colloquio. Pensavo di essere andata malissimo e mi sbagliavo, perché il 30 gennaio, giorno del mio compleanno, mi arrivò la telefonata che sognavo. Stavo festeggiando a casa con i miei amici e alle sette di sera ricevetti la notizia. Dopo quella sostituzione di maternità ne arrivò un’altra, fino a quando non firmai un contratto a tempo indeterminato e mi trasferii a Milano.

A Sky hai trovato anche l’amore. Dal 2006 sei sposata con il telecronista Maurizio Compagnoni.

Lavoravo a Roma a Sky Sport 24 e lui rientrava da una trasferta della Nazionale in Tunisia. Era una delle ultime amichevoli prima dell’Europeo in Portogallo. Decise di fermarsi in redazione per scrivere un pezzo e ci conoscemmo.  Ci scambiammo i telefoni, partirono un po’ di messaggi e da lì nacque tutto.

Tempo fa raccontasti che le prime volte, a causa dei mille impegni, capitò di darvi appuntamento in autogrill.

Successe a Parma (ride, ndr). Io tornavo nella Capitale dopo un’intervista ad Amauri, mentre lui da Milano. Non ci vedevamo da una settimana, allora decidemmo di beccarci a metà strada e di pranzare insieme in un autogrill.

Immagino che ora abbiate più possibilità di stare assieme.

Assolutamente sì. Seguiamo tantissime partite assieme e gestiamo meglio gli orari.

Condividere lavoro e vita privata è un vantaggio o a volte è limitante?

Non è che a casa si parli sempre di lavoro, anzi. Riusciamo a far convivere bene le due cose. Facendo la stessa professione, ho la fortuna di poter ascoltare i suoi consigli. I suoi insegnamenti mi sono serviti moltissimo.

Uno in particolare?

Se in diretta mi dilungo troppo me lo fa notare e mi cazzia.

Spesso siete in onda assieme, tu come conduttrice e lui come opinionista. La situazione ti ha mai creato imbarazzo?

La prima volta ammetto che ci venne da ridere, perché fu come trovarsi a casa davanti ad un piatto di pasta. Adesso è diventato talmente normale che non ci faccio più caso. Non mi sono mai domandata quale sia la percezione di chi ci guarda. Mi è sempre parso tutto estremamente naturale. Senza contare che abbiamo fatto tantissime partite assieme.

Tra voi ci sono dieci anni di differenza.

Non si sentono affatto. A volte mi dimentico di quanti anni ha, sembra più giovane di me!

Tornando a Sky Sport 24, capita di dover rimandare gli stessi servizi per svariate ore. Rileggere in continuazione la stessa scaletta non rischia di diventare noioso?

Lo stimolo lo trovi nel modificare il lancio ogni volta. Spesso i servizi sono identici, vero, ma noi abbiamo la libertà di aggiornarli. Non siamo forniti di gobbi, andiamo a braccio e seguiamo a malapena una traccia indicata sullo schermo del computer. Ogni volta ci è data la possibilità di cambiare approccio.

Trovarsi in diretta nell’istante giusto. In tal senso, ricordi delle giornate particolari?

Nell’estate 2018 annunciai Cristiano Ronaldo alla Juventus. Seguii l’intera trattativa, con Alessandro Alciato in collegamento dalla Grecia. Inoltre, ero in onda nel giorno dell’approdo di Mourinho alla Roma. Non diedi la notizia dell’ingaggio, ma condussi l’intera serata. Fu invece difficilissimo essere in diretta quando dovetti comunicare la morte di Diego Armando Maradona, o raccontare in tempo reale il malore in campo di Eriksen. In questo caso ero da sola e fui messa alla prova. Non è facile trovare le parole giuste ed evitare la retorica. C’era il serio pericolo di sbagliare; nessuno sapeva come stesse il giocatore. Devo ancora dire grazie a Giuseppe Marotta, che in quanto amministratore delegati dell’Inter seguiva in prima persona ciò che stava accadendo ed era in stretto contatto con i medici della Danimarca. Mi mandò decine di messaggi per aggiornarmi.

Euro 2020

Al contrario, hai mai avuto la percezione di essere in onda in un momento in cui l’attenzione collettiva era rivolta altrove?

Spesse volte ho condotto il tg durante le serate di Champions. Sei consapevole che tanti abbonati stanno vedendo la partita, ma magari ci sono spettatori che vogliono avere notizie di altri sport. Credo che abbiamo un pubblico talmente vasto da poter proporre una scaletta alternativa. In ogni caso, durante l’intervallo dei match, sono tante le persone che si spostano su Sky Sport 24. In quel quarto d’ora puoi far rivedere gli highlights o dare aggiornamenti.

Nel ruolo di inviata hai intervistato centinaia di allenatori. Ce n’è qualcuno che ti sta più simpatico di altri?

Giampiero Ventura era un vero signore e un gentiluomo. E’ una persona competente e ho sempre avuto un ottimo rapporto con lui. Così come con Allegri, che conobbi ai tempi del Cagliari.

Dopo una vita passata a raccontare esclusivamente lo sport, ti piacerebbe diversificare?

Mi piacerebbe allargare gli orizzonti, sono intrigata da questa possibilità. Mi stuzzicherebbe aprirmi al costume, alla società e al gossip, anche per il semplice gusto di cambiare. Non chiudo a questa eventualità.

Sky Sport 24