Home Michele Santoro Valter Lavitola e lo schemino. Pizzini televisivi a Servizio Pubblico e Bersaglio Mobile?

Valter Lavitola e lo schemino. Pizzini televisivi a Servizio Pubblico e Bersaglio Mobile?

L’arringa difensiva del faccendiere poteva contenere dei messaggi per altri indagati?

pubblicato 4 Novembre 2011 aggiornato 8 Ottobre 2024 13:24


«Rimetti a posto la candela». «Il gatto è sul tavolo». «Tu sai dov’è. Tu sai perché. Tu sai quant’è». Mancava solo qualche frase come questa, ieri sera, all’intervento di Valter Lavitola nel corso della prima puntata di Servizio Pubblico (che, secondo i primi dati, ha fatto sfracelli). E non è solo una spiacevole, fastidiosa sensazione da telespettatore.

Lo scrive Antonio Massari proprio su quel Fatto quotidiano che oggi – coinvolto da editore nell’operazione – esalta il rivoluzionario Santoro. Scrive che il gip di Bari ha confermato la richiesta di custodia cautelare per Lavitola. E che si teme fortemente che il faccendiere possa comunicare con gli altri indagati approfittando dello spazio che gli viene offerto in tv.

Il dubbio, qui, ci era già venuto la prima volta, quando Lavitola aveva accettato di farsi intervistare su La7 da Mentanalui-stesso–>Tarantini, stesse facendo una sorta di riepilogo da confermare.

E’ ovvio che l’interesse di Mentana e di Santoro sia solo giornalistico: fare il colpaccio il primo, mostrare i muscoli il secondo, a ribadire che a Panama ci arriva anche lui. A meno che non si voglia sostenere che la presenza di ieri sera di Lavitola in RVM e in diretta (con un surreale effetto da confessionale di un reality show) abbia aggiunto qualcosa alla ricostruzione giornalistica.

Ma la cosa surreale è proprio questa: che approfittando di La7 prima e di Santoro poi, il Lavitola non ha nemmeno bisogno di linguaggi in codice. Può utilizzare direttamente giganteschi pizzini. Fra l’altro, oltre allo schema presentato e doverosamente inquadrato ieri sera, ce n’era pronto un altro: lo si vede in trasparenza. E si intuiscono le parole «Frasi incriminate», «Era iscritto riferito agli…», «Ero in Argentina» (Aggiornamento: come potete vedere nell’immagine qui sotto, contrastata appositamente: evidentemente il foglio che il Lavitola non ha mostrato conteneva la sua interpretazione di alcune frasi “incriminate” nelle intercettazioni telefoniche).

Uso privato del Servizio Pubblico? L’ipotesi, come detto, non è peregrina: lo pensa anche il gip di Bari.

Michele Santoro