Valenti straccia Siani (in caduta libera?)
Nella rubrica Auditel Debora ha giustamente sottolineato la buona partenza della puntata sperimentale, in onda in prima serata, di Candid Camera Show. Ma vorrei, personalmente, tornare sull’argomento e sottolineare l’importanza di una scelta tattica come quella di Italia1. Con la scusa di testare le potenzialità di un prodotto a basso costo e ben collaudato come
Nella rubrica Auditel Debora ha giustamente sottolineato la buona partenza della puntata sperimentale, in onda in prima serata, di Candid Camera Show. Ma vorrei, personalmente, tornare sull’argomento e sottolineare l’importanza di una scelta tattica come quella di Italia1.
Con la scusa di testare le potenzialità di un prodotto a basso costo e ben collaudato come il genere della candid, che si pone sulla falsariga catodica di Paperissima e Scherzi a Parte, il programma è stato collocato strategicamente ieri sera per fare della vera controprogrammazione a Libero, determinandone gli ascolti fallimentari.
Qualcuno dirà che è merito di un personaggio brillante ma sottovalutato come Giacomo Valenti, qualcun altro che dipende dal longevo effetto-pupa, che continua a raccogliere i suoi frutti grazie alla presenza piccante di Nora Amile.
Il sottoscritto non è in grado di spiegarvelo, visto che, alla luce del vespaio sollevato dal mio precedente post, sono tornato sul luogo del delitto per riguardare attentamente Libero.
Ebbene, non ho alcun problema nel segnalare certe perplessità manifestate dalla visione della seconda puntata.
La nuova edizione del programma di Giovanni Benincasa era partita con delle idee interessanti, come la riesumazione delle ragazze di Non è la Rai e la rinuncia alla volgarità spicciola per promuovere un tipo di intrattenimento più surreale-boncompagnesco. Inoltre, il conduttore mi aveva colpito per il suo basso profilo, ovvero la capacità di strapparti un sorriso e di accostarsi al palcoscenico con umiltà e spontaneità.
Tuttavia, esaurito l’effetto novità, non nascondo di aver provato un po’ di noia. Noia nel vedere l’approccio napoletano più invasivo che al debutto. Stupore nel constatare che gran parte degli scherzi stentava a decollare o, ancor peggio, non andava a buon fine. Dispiacere nell’appurare che un Franco Di Mare o una Marina La Rosa riuscivano a onorare la liturgia dello sfottò con molta più consapevolezza e meno timidezza del conduttore, sempre meno adatto al connotato goliardico dello show e pronto a cullarsi sul proprio repertorio comico, a volte un po’ limitato.
Insomma, continuo a salvare il ludismo di Libero e il talento emergente di Siani, ma inizio a pensare che le due cose non possano convivere e, forse, un programma del genere potrebbe andare avanti anche da solo, con ospiti che di volta in volta si alternano sulla scena senza gerarchie o schemi precostituiti (salvo la presenza obbligata del grande Nino Frassica).
L’anima dell’arena, in fondo, non è mai stata Mammucari (che, se lasciato a briglia sciolte, non convince a Mio fratello è Pakistano).
Il motore trainante dello spettacolo resta Benincasa, che farebbe bene a correre ai ripari (apportando delle correzioni utili alla collocazione in seconda serata).