Usa 2012, la Million Puppets March contro Romney ed il taglio alla Pbs
Sabato i sostenitori della Pbs hanno manifestato a Washington a favore della Pbs, dopo le parole di Romney che vorrebbe tagliare i fondi alla tv pubblica
Mentre a New York si decideva che la maratona non si sarebbe corsa, a Washington si teneva un altro tipo di marcia. Non competitiva, ma comunque molto sentita da chi ne preso parte, fossero umani o… pupazzi. La “Million Puppets March”, infatti, ha visto scendere in strada un migliaio di sostenitori della Pbs ed, in generale, del finanziamento statale che spetta alla tv pubblica.
La marcia si è tenuta dopo le dichiarazioni rilasciate da Mitt Romney durante il primo confronto televisivo con Barack Obama in vista delle elezioni presidenziali, di cui Polisblog si sta occupando. Romney aveva infatti proposto la sua idea di tagliare le spese dello Stato diminuendo le risorse a favore della Pbs, la tv pubblica che, in onda senza pubblicità, conta esclusivamente su donazioni private e sul sostegno del Governo per poter andare in onda.
“Fermerò i sussidi alla Pbs”, aveva detto Romney, che aveva cercato subito di contenere la sua affermazione dichiarando di amare “Big Bird” e Jim Lehrer, rispettivamente uno dei personaggi di “Sesame Street” ed il giornalista ex conduttore ed ora produttore di “Newshour”, uno dei programmi d’informazione più famosi della Pbs.
Proprio da questa sua affermazione si è mosso l’impegno di Michael Bellavia, produttore della Animax, e di Chris Mecham, studente di Scienze politiche, che hanno organizzato una marcia lungo il National Mall, il viale che passa dal Campidoglio fino al Lincoln Memorial. La manifestazione si è così tenuta, sabato, grazie alla presenza di circa mille persone.
Cosa c’entrano i pupazzi del titolo della marcia? La Pbs è conosciuta non solo per la sua trasmissioni di approfondimento e per il suo intento educativo (oltre che per la messa in onda di serie tv come “Downton Abbey”, direttamente dall’Inghilterra), ma anche per la sezione dedicata ai più piccoli, con programmi a loro dedicati, sempre con lo scopo di divertire ed insegnare. Tra questi show, spicca “Sesame Street”, la celebre trasmissione inglese con protagonisti i Muppet, diventati delle celebrità e che sono rimasti nei ricordi di quelle stesse persone che, sabato, hanno sfilato a loro favore insieme ai loro figli, anche loro fan di Elmo & Co. Ecco spiegato perchè molte persone hanno manifestato con i pupazzi di “Sesame Street” o indossando maschere dei loro beniamini.
La Corporation for Public Broadcasting, il consorzio che raccoglie le emittenti televisive e radiofoniche pubbliche in America, lo scorso anno ha ricevuto dallo Stato circa 450 milioni di dollari, 26 milioni dei quali destinati alla Pbs. Una cifra modesta, secondo chi ha protestato, la cui cancellazione servirebbe a ben poco per le casse dello Stato.
“Crediamo nel servizio pubblico”, hanno scritto i due organizzatori in un comunicato, “crediamo che un forte sistema di comunicazione pubblico rende forte una nazione. E crediamo che sia essenziale provvedere con un adeguato fondo federale alle emittenti pubbliche”.
Evidentemente, Romney ha toccato un tasto dolente: non tanto perchè gli americani guardino in massa la tv di Stato (anzi, preferiscono la tv via cavo o privata), quanto perchè tagliare i fondi alla tv pubblica vorrebbe dire privare la popolazione di un canale che dovrebbe proporre quei contenuti che gli altri network non possono e non vogliono offrire a causa dell’attenzione che danno agli ascolti.
E se i mille partecipanti alla marcia di sabato non rappresentano un numero significativo, è invece da sottolineare come, almeno in America, la tv pubblica sia considerata una risorsa da cui poter attingere e non una spesa contro cui, ad ogni bilancio da approvare, si scatenano le polemiche.
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