Qualche settimana fa Enrico Papi aveva svelato a Blogo il suo progetto di riportare in tv Sarabanda. Dopo la pubblicazione di quell’intervista, abbiamo pensato di fare due chiacchiere con uno dei protagonisti dello show musicale di Italia 1 e la nostra scelta, inevitabilmente, è ricaduta sul personaggio simbolo del format: l’Uomo Gatto. Correva l’anno 2002 e Gabriele Sbattella, nel mese di novembre, faceva la sua prima apparizione all’interno di Sarabanda battendo l’allora campione in carica, il mascherato Max. Da quel giorno, rimase invincibile per tre mesi. Sono sul terzo gradino del podio dei campioni più longevi di Sarabanda, racconta, il primo è Allegria con 124 puntate seguito dalla Professora con 85. E poi ci sono io.
Tre mesi gli sono bastati per entrare nel cuore dei telespettatori tanto da diventare uno dei personaggi più indimenticabili del format. Ancora oggi la gente mi ferma per strada e io a volte mi chiedo: ma cos’ho fatto di così importante per essere ricordato? L’Uomo Gatto, interprete di professione (parla correntemente inglese e tedesco, ma non ha problemi ad esprimersi anche in francese, spagnolo e porteghese), giornalista pubblicista dal 2009 e animatore di villaggi turistici per vocazione, sembra essere ancora molto legato a Sarabanda. Ma cosa penserà di un eventuale ritorno in tv dello show?
Da ex campione dico che sarebbe bello se Sarabanda tornasse. Purtroppo, però, l’effetto minestra riscaldata è dietro l’angolo: riproporre un programma o un format tv che ha avuto successo solitamente non funziona. Sono convinto che Enrico Papi sia un grande professionista e che riuscirà a trovare la giusta chiave per il restyling dello show. I tempi sono indiscutibilmente cambiati. Basti pensare al tanto sbandierato ritorno di Carosello: tutti lo aspettavano perché quel programma aveva fatto la storia. Ma il pubblico ne è rimasto molto deluso. In questo caso, certo, dipende anche dal fatto che il modo di fare pubblicità è drasticamente cambiato dagli anni Sessanta ad oggi.
Ma torneresti volentieri a Sarabanda, in caso di una nuova edizione?
Ma sì, anzi: Spero che ritorni e che venga fatta una puntata con noi vecchi campioni. Pensa che la gente ancora mi riconosce in giro. A volte penso: ma cosa avrò mai fatto di così importante per essere tuttora così tanto ricordato?
Ricordato e anche…apprezzato?
Sì, assolutamente. Però tengo a precisare una cosa: io in tutti questi dieci anni, al contrario di come dice certa gente, non mi sono mai montato la testa né quando ero a Sarabanda né tutte le volte in cui mi hanno chiamato ospite in vari programmi tv. Certe persone sostengono che io sia antipatico e borioso, niente di più falso. Ho sempre cercato di guadagnarmi da vivere senza scendere a compromessi. Quello che ho, l’ho sempre guadagnato col sudore della mia fronte.
Ci sono dei compromessi a cui hai detto no, allontanando quindi la possibilità di lavorare magari di più?
Compromessi no, però delusioni professionali sì. C’è gente che mi ha usato solo in quanto personaggio tv. Hanno approfittato della mia bontà: lo scorso anno mi sono trasferito per amore della mia fidanzata Myra dalle Marche a Cento che è la patria del Guercino ma anche la location di uno dei carnevali più importanti d’Italia. Avevo trovato lavoro presso una web radio locale e il programma andava bene, avevo firmato un contratto che mi legava a questa radio per una certa cifra al mese. Sono stato lì da aprile a giugno e me ne sono andato molto arrabbiato perché il primo mese mi fu pagato, tutto il resto no. Io gratis non lavoro ma non perché sono io. Nessuno dovrebbe accettare di lavorare gratuitamente. Siccome questi soldi non arrivavano, minacciavo di tornarmene nelle Marche, la mia ragazza era distrutta, ha sofferto molto. Fortunatamente, poi, ho fatto un colloquio presso un quotidiano locale, mi hanno preso e sono rimasto a Cento. La gente dice: “Quello lì, l’Uomo Gatto, è stato in tv, ha tutti i privilegi possibili e immaginabili”. Non sai quanto questa diceria sia distante dalla realtà. A quasi 43 anni, ho preso tantissime porte in facce, moltissimi “Non ci interessi”. Ho pianto. In tutto questo, ho dovuto affrontare anche le malelingue che mi attribuivano chissà quali vantaggi in ambito lavorativo.
Stando in ambito lavorativo, tu nasci come animatore nei villaggi…Ma quando sei “diventato” l’Uomo Gatto?
Prima di partecipare a Sarabanda facevo l’interprete d’inverno e l’animatore nei villaggi turistici d’estate. Nel 2002 facemmo il musical Cats in un villaggio del ravennate. Il personaggio mi piacque molto e pensai di proporlo alla tv. Quindi feci due provini per Sarabanda: il primo fu il 14 febbraio del 2002 e lo passai senza difficoltà. Poi mi chiamarono in studio, lo stesso in cui oggi girano Avanti un Altro, per un colloquio con gli autori del programma. A quei tempi era campionessa Valentina, la ragazza non vedente. Dissi che sarebbe stato impossibile per me batterla, era davvero molto brava. Mi chiamarono a maggio quando lei ormai era già stata battuta ma io avevo già firmato per fare l’animatore quell’estate in un altro villaggio turistico, quindi fui costretto a declinare l’invito. Ecco, non fu una scelta saggia: quei tre mesi estivi furono un vero incubo tra il capo che seminava zizzania tra noi animatori, l’uscita dell’Italia dai Mondiali per colpa dell’arbitro Moreno e, dulcis in fundo, un clima davvero pessimo: pioveva sempre!
Ma non può piovere per sempre, se mi passi il gioco di parole. Alla fine a Sarabanda ti richiamarono comunque…
Quando è arrivata la vittoria a Sarabanda non ci potevo credere! Avevo di fronte Max, il campione con la maschera. “Quello è fortissimo!”, dicevo, “Se arrivo al 7 x 30 con lui per me è già come aver vinto”. mi sentivo come Rocky Balboa alla vigilia dell’incontro con Apollo Creed. Poi sono diventato incredibilmente campione.
Immagino che questo sia uno dei tuoi ricordi più belli. Ma ce n’è un altro? Magari dal dietro le quinte del programma?
Certo! Un giorno ero in sala trucco quando arrivò Enrico e mi disse: “Ma tu lo sai chi ha parlato di te oggi? Fiorello! Fiorello stamattina ha parlato di te su Radio 2. E ne ha parlato pure bene!”. Io non ci potevo credere. Poi ho avuto conferma anche da parte di uno degli autori di Sarabanda. Insomma: era proprio vero! È stata una grande soddisfazione per me!
Immagino! C’è stato qualcosa, invece, che ti ha dato fastidio? Un ricordo meno piacevole?
Guarda, ti direi il momento della mia eliminazione ma in realtà no. Quello è solo velato di malinconia, alla fine. Io ero stanco morto perché noi campioni, per quanto bravi, non eravamo macchine, prima o poi non ce la facevamo più com’era umano che fosse. È arrivato questo ragazzo, Diego, e mi ha battuto. Ma io ero solo felice per lui, gli ho fatto tantissimi complimenti. Pensa che quella sera alcune persone del pubblico hanno addirittura pianto perché erano tristi all’idea che non mi avrebbero più rivisto in studio! Se proprio devo dire una cosa che mi ha dato fastidio beh…certi avversari e personaggi venivano in studio aizzati per inveirmi contro. Erano lì con il solo scopo di rompere le scatole, offendere e fare del male. Io avrei meritato molto più rispetto e a distanza di dodici anni mi dispiace che nessuno mi abbia mai chiesto scusa. Parlavano tanto e mi trattavano male, certo, ma poi quando giocavano contro di me, se ne tornavano sempre a casa con la coda tra le gambe…
Pensi che avresti avuto lo stesso successo se ti fossi presentato come Gabriele Sbattella e non come Uomo Gatto?
Questa è una bella domanda, non lo so proprio! Penso che se mi fossi presentato come Gabriele, difficilmente sarei finito nella lista dei personaggi più rappresentativi degli anni Duemila stilata di recente da una nota testata online. Comunque, io a quei tempi volevo solo portare una ventata di animazione in studio. Tutto ciò che è successo dopo all’interno del programma ancora oggi credo sia incredibile. Ma meritato.