Uomini e donne, trono gay? Giovanardi (Pdl) contrario, Zan (SEL) favorevole
L’esponente del Pdl si dice contrario ad una eventuale versione gay del programma di Maria De Filippi.
UPDATE 14.32 – Sperando che la politica italiana tutta non si occupi di un tema che è sostanzialmente ‘fuffa’, visto che al momento la De Filippi non è intenzionata a sperimentare il trono gay a Uomini e donne (a dispetto di quanto alcuni quotidiani hanno raccontato negli ultimi giorni), siamo tenuti a riportare una dichiarazione di un altro esponente politico, stavolta favorevole all’ipotesi già citata. Alessandro Zan, deputato di Sel, al solito Davi ha detto:
Personalmente non sono un grande fan di questo tipo di programmi, ma ritengo che aprire alla questione gay anche nei programmi più popolari e con grandi indici di ascolto sia un fatto comunque positivo. Io penso che gay e lesbiche stanno nella massa come tutti gli altri e, dunque, ci sono quelli che guardano programmi intelligenti, quelli che guardano programmi meno intelligenti, quelli che ascoltano la musica di tutti i tipi ecc. Al di là dei miei gusti personali, ritengo comunque che l’apertura di Maria De Filippi alla realtà gay sia un fatto positivo. Anche attraverso un programma nazional-popolare come ‘Uomini e Donne’ è possibile arrivare a tutti gli italiani. Personalmente non ho nemmeno la tv, ma sono consapevole che una versione gay del programma sicuramente potrebbe avere un impatto positivo nella costruzione, nel nostro Paese, dell’accettazione di una normalità riferita alle coppie gay.
Notevole il fatto che ad esprimere un’opinione su tale vicenda – ripetiamo, assolutamente aleatoria per ora – sia una persona che non ha neppure la tv in casa.
Uomini e donne, trono gay? Giovanardi: “Impedirei alla mia nipotina di guardare il programma”
Immaginare che l’onorevole Carlo Giovanardi possa rilasciare dichiarazioni critiche nei confronti dell’omosessualità è scontato quasi come prevedere ogni anno il vincitore di Amici. Citiamo non a caso un programma di Maria De Filippi, perché stavolta le accuse del senatore della Repubblica (Pdl) sono rivolte ad una trasmissione della Sanguinaria. Non il talent show che ha visto trionfare Moreno all’inizio di giugno, ma Uomini e donne. E non si tratta di critiche relative genericamente ai contenuti non altissimi della trasmissione, ma di una disapprovazione preventiva e specifica.
Intervistato da Klaus Davi, Giovanardi ha risposto così ad una domanda sulla possibilità che a Uomini e donne venga dato spazio all’amore omosessuale:
Constato che le lobby gay sono molto potenti e evidentemente muovono miliardi. Se dovesse andare in onda Uomini e Donne gay, impedirei a mia nipotina minorenne di guardare il programma. Ai miei nipoti di 4 anni e 5 anni non li metterei davanti alla tv a vedere una cosa così. Avranno col tempo una loro sessualità ma non lo metto da minorenne e da bambino davanti alla tv dove ci sono scene di sesso esplicito. È chiaro che a un bambino di 4 o 5 anni che vede scene di questo tipo cosa gli spiego? Che è un’anomalia? E allora può chiedermi perché ho una mamma e un papà e li ci sono due papà?
Considerato che Davi (che ha pure impostato la domanda in maniera non del tutto corretta) non ha chiarito a Giovanardi che a Uomini e donne non vanno in onda “scene di sesso esplicito“, né etero né omo, l’onorevole ha aggiunto, allargando il discorso:
Se penso che ormai da anni in tutti i festival del cinema, nelle fiction, in tv, c’è un overdose di programmi gay non posso che constatare che la moda è quella di rappresentare situazioni di questo tipo. Le lobby gay sono potentissime anche dal punto di vista economico quindi il fatto che ci sia riproposto costantemente e insistentemente questo modello è un fatto culturale che rischia di offuscare il modello eterosessuale. Lo scandalo non è la singola trasmissione.
Giovanardi ha concluso ribadendo che “lo scandalo non è questa trasmissione, visto che uno può anche cambiare canale”. E allora quale sarebbe, o meglio, qual è?
Che a breve verranno criminalizzati e penalmente perseguiti programmi in cui si rappresenta Valentino e Valentina dicendo che è quello il modello. È quello che sta accadendo, appena al di là ormai del fatto che una trasmissione televisiva ci racconti Ugo che corteggia Ugo o Maria che corteggia Maria, qui siamo al punto che se uno dice che la normalità è Ugo che corteggia Maria rischia recriminazioni. Che una trasmissione pomeridiana si accodi ad altre mille forme di spettacolo dove se non c’è la storia gay sembra che non ci sia la storia, è un segno del conformismo dei tempi e che questo sia diventato il simbolo dell’attenzione al tema dei diritti è una cosa veramente singolare.
Le dichiarazioni dell’ex sottosegretario giungono a poche ore di distanza da quelle rilasciate proprio dalla De Filippi sul tema. Infatti, nel corso della chat con i suoi fan, la conduttrice ha spiegato perché l’idea di trattare storie d’amore gay non è praticabile né a C’è posta per te, né a Uomini e donne. Una risposta peraltro piuttosto nonsense e che forse sarebbe utile chiarire:
Forse Uomini e Donne avrebbe un problema pratico: i corteggiatori avrebbero possibilità di vedersi di incontrarsi anche due volte a settimana e se nascessero storie d’amore, verrebbe meno l’assunto del programma. Per C’è posta, spesso ci ho pensato, sono arrivate delle richieste, ho però una remora: il compagno o la compagna invitato al buio (come il presupposto vuole), laddove non fosse dichiarato, sarebbe contento/a di vedere rivelato il suo orientamento sessuale?