Uomini e donne, l’esterna dalla zia disabile e al cimitero. Maria contro il pubblico: “Sapete solo giudicare. Ma in tv non esiste mai la generosità?”
La conduttrice sbraita come non mai contro il suo pubblico, perché non rispetta il dramma di una corteggiatrice.
La vera Maria De Filippi non è l’ospite impacciata che abbiamo visto immolarsi al tempio della retorica faziosa, rigettando superficialmente i pregiudizi dei radical-chic (ma, se Fabio Fazio non ha mai visto un suo programma e le fa domande ferme agli anni Novanta, non è colpa sua).
La vera Maria De Filippi è quella che, un bel giorno, prende un suo programma e lo mette in discussione, che alza la voce quando qualcosa non va, che si rivolta contro le sue stesse creature, se la sua chiave di lettura è un altra. La vera Sanguinaria è quella che sbraita quando non accetta di mettere la faccia in ciò in cui non crede.
Il che farebbe pensare a una dittatura, mentre io la chiamerei morale filippica. Anche l’immorale Uomini e donne ce l’ha, perché c’è una linea di confine, ovvero rispettare la sensibilità di chi partecipa, che non va mai violata. Così, quando Maria lo rivendica, è come se le sciampiste, i ciuffi phonati e le voci starnazzanti del pubblico venissero caricati di un sovrasenso identitario e garantista.
E’ successo oggi, in una delle puntate di Uomini e donne più meste di tutte. Perché il ‘buongiorno tristezza, sono tempi duri’ ha invaso anche il solarium di Canale5, oscurando lo stereotipo dell’esterna = sveltina cammuffata da momento di intimità. Un tempo c’erano le passeggiate sotto il chiaro di luna, le cene al lume di candela o, al massimo ai tempi di Alfieri, i panini con la porchetta. Oggi c’è chi porta il tronista al cimitero.
Uomini e donne – Il tronista tra disabili e cimitero
Lo ha fatto oggi la sventurata Rosa, forse uno dei primi casi umani che ha preferito Uomini e donne a C’è posta per te. La ragazza ha voluto portare quel bamboccio di Andrea alla tomba di famiglia. Questo perché, alla morte del padre, lei ha vissuto con gli zii paterni, prendendosi cura della zia disabile e dormendo, per questo, sul divano. Rosa, visto che c’era, l’ha portato pure lì.
A questo punto il pubblico ha diffidato della sua buona fede, facendo quello che chiunque di noi avrebbe impulsivamente fatto: accusare Rosa di strumentalizzare le sue disgrazie per farsi notare.
Maria, però, non ci sta. Di colpo è come se rispondesse a tutti quelli che hanno accusato lei stessa di speculare sui down e sulle miserie umane. La sua sgridata ad Alfonso, in primis, è destinata a passare alla storia:
“Una ragazza ha portato un ragazzo a far vedere delle cose molto intime della sua vita e adesso è sotto giudizio perché l’ha fatto. Io lo trovo tremendo. La trovo una mancanza di rispetto in quello che abbiamo visto. Laddove uno lo pensasse può anche tenerselo per sé, non è che uno deve sempre e comunque dire ‘hai fatto bene, hai fatto male’. Invece di essere colpiti dal fatto che questa ragazza dorme su un divano che… io ci sono rimasta malissimo. Scusami, Rosa… avete fatto il processo, alcuni di voi, non tutti, se era giusto o non giusto che lo facesse vedere. Nessuno ha mai alzato la mano per dire che io la sera dormo su un letto comodo e tu dormi sul divano, hai una zia invalida di cui occuparti e mi dispiace tanto. Voi l’unica cosa che siete riusciti a dire è se è una cosa intima o non intima. Un minimo di generosità umana nei confronti di chi passa una situazione simile non c’è stato. Era luogo o non era il luogo? Ma qual è il luogo per avere un moto di generosità nei confronti di una persona? Perché in televisione non esiste. In strada non esiste. Dov’è? E’ esagerato. E’ un giudizio, è un giudizio? Non ho sentito mai dire da nessuno di quelli che ho fatto parlare, io dormo sul letto tu no. Penso, mamma mia come siamo piccoli. Penso questo e siccome ho un microfono lo dico, tanto quanto tu dici che è esagerata. Posso dire una cosa, una? Non parlo mai. Una cosa voglia dirla ed è quello che penso, è questa”.
Rosa piange, il pubblico fa un plauso alla padrona di casa. La morale e la legittimazione di quel che si sta facendo si ricompone, anche se da domani rivedremo anziani ridicolizzati o squinzie elevate a personaggi. La differenza è che, se a loro sta bene così, allora in quel caso vale tutto. Sono loro (apparentemente?) a decidere.