Unwanted – Ostaggi del mare, Sky vuole sfidare i propri abbonati con un’inchiesta che diventa thriller
Dal libro-inchiesta “Bilal” di Fabrizio Gatti una storia che affonda le sue radici nell’attualità del nostro Paese. E che vuole raccontare l’emergenza migranti come se fosse un thriller
Dal gioco della memoria all’attualità più drammatica e al relativo confronto tra opinioni differenti che non possono non voltarsi dall’altra parte. Per Sky l’autunno delle proprie serie Original vede Un’estate fa passare il testimone ad Unwanted-Ostaggi del mare, la sua nuova co-produzione internazionale in partenza da venerdì 3 novembre 2023 su Sky Atlantic, anche in streaming su NOW.
Una serie che ha delle forti radici nell’attualità, dicevamo, tanto da avere come fonte di ispirazione il libro-inchiesta del 2007 “Bilal” di Fabrizio Gatti (edito da La nave di Teseo), in cui l’autore racconta l’incredibile esperienza che ha vissuto per quattro anni, fingendosi un migrante clandestino e descrivendo, in prima persona, il dramma di chi si mette in marcia per conquistare una vita migliore al di qua del Mediterraneo.
Dal libro alla serie tv, non poche cose sono cambiate, ma il senso resta lo stesso: stimolare prima nel lettore e poi nello spettatore una semplice domanda: “Cosa faresti se fossi in questa situazione?”. Gli otto episodi della serie, diretti da Oliver Hirschbiegel (“La caduta-Gli ultimi giorni di Hitler) e scritti da Stefano Bises (Gomorra-La serie) ci catapultano in una terra di mezzo: da una parte il dramma dei migranti in cerca di una vita migliore verso l’Italia, dall’altra i passeggeri di una nave da crociera con tutti i confort possibili. Quando questi due mondi si scontrano, l’emergere di conflitti e tensioni sarà inevitabile, e vedrà il protagonista Arrigo (Marco Bocci), capitano della nave, di fronte alla sfida più grande della sua vita.
Sky ha voluto trasformare un’inchiesta in un thriller
Alla conferenza stampa di presentazione della serie, prodotta da Sky Studios, Pantaleon Films e Indiana Production, si è voluta puntare l’attenzione sul carattere inedito di questa produzione.
“Questa serie ha un posto particolare nel mio cuore”, ha esordito Nils Hartmann, EVP Sky Studios per l’Italia. “Nasce dieci anni fa, quando leggo il libro di Gatti. Mi sono chiesto come trasformare un bellissimo libro di giornalismo investigativo in qualcosa per la nostra piattaforma. A Stefano Bises ho quindi chiesto di trasformare questa storia in un thriller. Tutti abbiamo lavorato con una totale devozione al tema. E’ una grande co-produzione internazionale”.
Un progetto che per il produttore tedesco Sacha Rosemann (che ha comprato i diritti del libro) era necessario:
“Il libro è così devastante: queste persone in tv diventano statistiche, leggere le loro storie mi ha sconvolto. Il viaggio per giungere a questa serie è stato lungo, ma sentito di dovere raccontarla. Sono stato fortunato ad avere questi talent creativi e produttivi”.
L’elemento realistico è stato preso in considerazione fin da subito: “Avevamo bisogno di essere reali”, ha spiegato ai presenti Fabrizio Donvito, co-Ceo di Indiana Production. “Per le riprese abbiamo utilizzato una nave vera, appena uscita dal cantiere, su cui abbiamo girato quattro settimane, durante la pandemia. Siamo all’altezza di grandi produzioni internazionali”.
Un’attenzione, questa, che si ritrova anche nel doppiaggio della versione italiana, come ha spiegato Erica Negri, produttrice esecutiva di Sky:
“Nel doppiaggio abbiamo cercato di mantenere una rappresentazione corretta della diversità, con doppiatori afrodiscendenti e con un accento naturale. E’ stato difficilissimo, ma pensiamo di esserci riusciti, ma il doppiaggio ha delle regole che vanno rispettate”.
Sul fronte televisivo, invece, Sky con Unwanted-Ostaggi del mare mette il pubblico alla prova. “Sfidiamo i nostri abbonati con contenuti forti, dalla qualità altissima”, ne è certa Antonella D’Errico, EVP Content di Sky Italia. “Siamo una piattaforma ‘premium’, con un’offerta di serie molto differente”.
Non esprimere giudizi, mantenendo la rotta
Come si racconta una storia che parte da un fenomeno su cui tutti abbiamo un’opinione? Risponde il regista Oliver Hirschbiegel:
“Il mio compito era quello di essere equo, non esprimere giudizi ed essere autentico al massimo, con ciascun personaggio. Ovviamente, è più facile quando si ha a che fare con il proprio passato, ma quando parliamo di Africa, delle sue culture e dei suoi popoli, diventa difficile: è stata più di una sfida. Ma la cosa buona del fare questo lavoro è che noi, registi, attori, sceneggiatori, siamo membri di una tribù universale”.
Il compito più difficile è stato però quello di creare una storia che sapesse anche trattenere il pubblico con tutti gli stratagemmi di una narrazione avvincente. E Stefano Bises si è rivelata la persona adatta al compito:
“Ho letto le statistiche di chi salva queste persone in mare: una piccola percentuale è rappresentata dalle navi da crociera, ho quindi pensato di usarla come ambientazione. Non ci schieriamo, ma rappresentiamo le legittime ragioni di tutti. Vogliamo rappresentare la metafora che le cose brutte succedono quando si alzano i muri. La nave da crociera ci ha permesso di racchiudere questa grande metafora e di farci delle domande. Sky ha investito tantissimo in un progetto molto rischio, spesso rifiutato, su un tema profondamente politico e divisivo. Non è un caso che i diritti del libro di Gatti, un italiano, siano stati comprati da un tedesco”.
E Gatti, come ha preso l’adattamento del suo libro?
“A dicembre 2021 sono andati negli studi vicino Roma dove sono state allestite le scenografie. Quando ho sentito i personaggi pronunciare quelle battute che avevo sentito mentre lavoravo al libro non ho trattenuto le lacrime. Ringrazio tutti, perché -restando in tema navale- avete saputo tenere il timone, nonostante tutti gli ostacoli. Mantenere la rotta è importante, ed è quello che ha permesso anche a me di tornare a casa vivo dopo la fine del viaggio che ho intrapreso”.
Non ci si può non chiedere se una serie come Unwanted possa attirare anche le attenzioni della politica, che è chiamata (o dovrebbero esserlo) ad affrontare il fenomeno dei flussi migratori giorno dopo giorno: “Mi auguro che la serie sia vista anche dai politici”, auspica Gatti, “vorrei mettere la questione raccontata dalla serie nell’ottica del tracollo demografico del nostro Paese e dell’Europa. L’Italia nel 2042 rischia di perdere il 18% del Pil, sarebbe una catastrofe. Si può incentivare la natalità, ma i bambini che nasceranno l’anno prossimo nel 2042 avranno diciotto anni”.
Marco Bocci: “Prima la fortuna, poi le difficoltà”
Tutto il progetto si regge, in scena, grazie ad un cast internazionale, composto da attori provenienti da vari Paesi (per l’Italia, ad esempio, ci sono Cecilia Dazzi, Francesco Acquaroli, Denise Capezza e Marco Palvetti). Un gruppo capitanato da Marco Bocci, interprete del Capitano Arrigo Benedetti Valentini.
“Quando sono stato scelto mi sono sentito uno degli attori più fortunati in Italia: è una serie scritta in modo eccezionale, che parla di questo argomento in modo rivoluzionario ed alternativo, facendolo vivere più che raccontarlo”, esordisce l’attore, che proprio su Sky si era fatto notare grazie a Romanzo Criminale-La serie. “Dopo l’entusiasmo, però, mi sono reso conto di quanto fosse difficile interpretare questo ruolo. Oliver mi ha portato nella sia visione: si creano delle dinamiche così intime che non puoi non viverle, soprattutto considerato che eravamo in una vera nave da crociera. Anche nel tempo libero restavano in quell’atmosfera”.
Ma lavorare su questo personaggio ha cambiato la sua visione sul tema ?
“Bisogna stare attenti a dare giudizi affrettati: prima di farsi un’idea bisogna conoscere bene, scoprire se stessi. Il mio personaggio vive questo viaggio così: all’inizio scopre qualcosa che conosceva da lontano, poi se ne fa un’idea e ne resta coinvolto in maniera differente. Si muove in maniera totalmente sana, fisiologica”.
Unwanted tra Io Capitano e un finale autoconclusivo
“C’è una naturale congiunzione tra ‘Io Capitano’ e la nostra serie”, garantisce Hartmann, che prima che siano i giornalisti a chiederlo sottolinea il fatto che due progetti che raccontano l’emergenza migranti siano uscito nello stesso periodo. Con una differenza sostanziale: “dove finisce il film il Garrone, comincia la nostra serie”.
La conferenza stampa, infine, è servita anche a rimarcare che il progetto di Unwanted non cerca di bissare il fenomeno Gomorra-La serie, nonostante entrambe nascano da un libro-inchiesta e siano concentrare sulla realtà del Paese Italia. “Il 70% delle nostre serie nasce da dei libri, è un naturale percorso”, ha rimarcato Hartmann che, poi, conferma che Unwanted non avrà un seguito: “No è una serie autoconclusiva”.