Un tempo ‘lo chiamavano Chef Rubio’… Il momento si avvicina: in un non ancora definito giorno di dicembre, il ‘popolo’ di Chef Rubio dovrà dire ‘addio’ al suo beniamino. Beh, immaginando che lo chef si stia abbondantemente grattando gli zebedei, va precisato che a chiudersi è ‘solo’ l’esperienza di Unti e Bisunti, format ideato da Pesci Combattenti che ha debuttato nel 2013, ha definito un genere tv e ha contribuito a trainare DMAX. Proprio il canale 52 del DTT accoglierà l’atto finale di questo cammino che ha portato chef Rubio a raccontare i depositari delle tradizioni culinarie, e soprattutto culturali, italiane, con una sortita anche in Europa. Ha scavato nelle storie di chi, da generazioni, perpetua le ricette tipiche dello street food con un attenzione a quello ‘genuino’, lontano dalle patinature gourmet e fatto di scarti dal profumo di povertà.
Dopo aver raccontato le tante storie individuali e collettive di tutti quelli che ha sfidato lungo il suo cammino, ora Rubio racconta se stesso con una ‘favola di Natale’ che lo vede protagonista. L’impianto narrativo è quello del flashback, con lo Chef ormai anziano che racconta a un fan il perché della sua improvvisa scomparsa dalle scene: da lì si fa un viaggio nel tempo, fin dall’infanzia di Rubio, tra fatti veri ed iperboli romanzate, senza perdere la cifra ‘on the road’, uno dei tratti caratteristici della serie. C’è però anche Gabriele Rubini in questo “cinepanettone artigianale” (come da definizione di Cristiana Mastropietro, di Pesci Combattenti), con la sua reale passione per il cibo, la sua curiosità, la sua inclinazione per la sfida.
Il tutto però condito da quel pizzico di ironia e di gusto per l’iperbole che ha caratterizzato l’intera serie e che potete facilmente individuare nella sinossi, con Rubio che diventa un supereroe dal superpotere del ‘palato assoluto’. Insomma, se a Claudio Santamaria/Enzo Ciccotti lo chiamavano Jeeg Robot, a Gabriele Rubini lo chiamano chef Rubio: e l’omaggio al cinema di genere è servito.
Ma del resto la serie stessa si è presentata da subito come un armonico mix di generi narrativi diversi, dal cooking show on the road al western, che ora integra anche la ‘favola’ e carica l’aspetto fumettistico di genere. Il formato stesso del programma si è evoluto nel tempo, abbandonando progressivamente la formula del singolo episodio per arrivare nella terza stagione a una struttura da fiction seriale, che culmina ora in un vero e proprio film-tv da 90′. C’è anche una colonna sonora specifica, firmata da Frankie hi-nrg mc che ha reinterpretato il tema originale della serie per i titoli di coda.
Un programma cult, in fondo, meritava una chiusura degna: “piacerà agli affezionati e ai neofiti” ci disse Rubio in estate. E a breve sarà tempo di ‘verdetti’.
Unto e Bisunto – La Vera Storia di Chef Rubio | Trama
Una favola all’amatriciana per raccontare Chef Rubio come un supereroe dal palato assoluto. La storia inizia intorno al 2050: Rubio è ormai anziano e vive in una capanna sulla spiaggia. Cosa gli è successo? Perché è finito lì? Si ripercorre la sua storia, da quando è venuto al mondo (nella cucina di un ristorante, ovviamente) alla sua prima parola (che non è stata «mamma» ma «magna»), alla scoperta del suo superpotere: il palato assoluto. Un dono speciale che fin da bambino gli consente di riconoscere ingredienti e sapori di ogni pietanza e che lo renderà uno chef famoso e idolatrato, protagonista di programmi in tv. Finché un brutto giorno, Rubio perderà questo ‘superpotere’ tanto da non sentire più i sapori, da non distinguere il dolce dal salato, l’aspro dal piccante. Una maledizione per chi ha fatto del gusto la missione di una vita. Ma come è successo? Si può ancora fare qualcosa o è la fine di una leggenda? Rubio si arrenderà al suo destino o cercherà di cambiarlo?