“Che vergogna, il servizio pubblico buca la notizia del giorno e si dimostra incapace di stare sul pezzo“. “Che vergogna, il servizio pubblico strumentalizza una vicenda drammatica che riguarda una bambina di 5 anni e preferisce la strada del sensazionalismo a quella dell’informazione“. Queste, in sostanze, le due posizioni che da ieri si contrappongono in merito al ‘buco’ preso da Unomattina estate nella puntata di martedì 14 giugno.
Come spesso accade, la verità sta nel mezzo, nel senso che la soluzione al problema probabilmente sarebbe potuta essere assai semplice. Tipo fornire l’aggiornamento a mo’ di flash news, rimandando ad approfondimenti all’interno del Tg1 o alla programmazione di Rai News 24.
Ma la questione qui è più generale. Quanto accaduto ieri a Unomattina estate è soprattutto un equivoco, figlio della rivoluzione che sta riguardando la Rai in questa fase. Il riferimento è alla nuova struttura delle direzioni di genere (l’ad Carlo Fuortes si è detto contento della partenza) che hanno sostituito quelle di rete. E al fatto che Unomattina estate, da questa stagione, non è più un programma sotto testata giornalistica.
In questo senso l’equivoco sfocia nel paradosso, considerando che alla conduzione di Unomattina estate c’è non soltanto Massimiliano Ossini, ma pure Maria Soave, giornalista del Tg1. E quindi, quale è il senso della sua presenza se la scelta editoriale (durerà?) è quella di non interrompere la prevista scaletta con breaking news?
La verità è che, al netto di elucubrazioni e disquisizioni più o meno tecniche, a fornire la risposta, come quasi sempre, deve essere il pubblico: i telespettatori di Unomattina estate si sono sentiti traditi da mamma Rai per il mancato aggiornamento della notizia magari appreso in quei minuti da altre fonti informative (social, siti, radio)? Hanno vissuto come straniante il fatto che nello studio di Rai1 la Soave e i suoi ospiti stessero amabilmente colloquiando di Fedez, mentre le agenzie battevano la notizia del giorno? Perché, al netto della riorganizzazione aziendale della tv pubblica che fino a qualche giorno fa ha vissuto qualche tensione (eufemismo), è la percezione del pubblico che conta.