Uno, due, tre Stalla! – La contestazione
La notizia della contestazione di Uno, due, tre Stalla! non ci stupisce poi così tanto, diciamolo pure. Ci stupisce di più il fatto che questa contestazione provenga – udite udite – dagli agricoltori. In una nota, Matilde Iungano, presidente dell’Associazione giovani imprenditori agricoli della Basilicata ha fatto sapere che prova disappunto per un programma che
La notizia della contestazione di Uno, due, tre Stalla! non ci stupisce poi così tanto, diciamolo pure.
Ci stupisce di più il fatto che questa contestazione provenga – udite udite – dagli agricoltori. In una nota, Matilde Iungano, presidente dell’Associazione giovani imprenditori agricoli della Basilicata ha fatto sapere che prova
disappunto per un programma che pretende di mettere insieme ragazze che vorrebbero fare spettacolo, con il mondo giovanile protagonista nell’agricoltura italiana.
Non coglie, la signora Iungano, l’unico vero spunto illuminante del format (che in verità è un ibrido fra Fattoria e Pupa e Secchione, come molti hanno rilevato. Con qualche reminiscenza di Talpa spruzzata qua e là): il riportare alla terra le fanciulline tutte tacco e girotopa (nell’immagine, Francesca D’Auria, attualmente la contadina preferita del sottoscritto).
Ma pazienza. Continua così, la Iungano:
i giovani imprenditori agricoli non sono quelli che il reality condotto da Barbara D’Urso, vorrebbe accreditare.
Questo, dobbiamo dirlo per onestà, non sappiamo confermarlo o smentirlo.
Ma sappiamo, invece, che il mondo delle aspiranti -ine è esattamente quello che viene mostrato dal reality. Non che questo sia necessariamente un bene. Anzi, verosimilmente questo prodotto è quanto di più basso sia mai stato partorito dalla televisione italiana. Ma come sempre il pubblico darà i suoi giudizi in termine di ascolti. E non non possiamo che aspettare di verificare lo scontro con l’Oscar della tv e poi quello cannibale (Endemol vs. Endemol) con il Colpo di Genio della Ventura.
Lì sì che stabiliremo quanto tira, in tv, l’agricoltura.