Unabomber: il documentario dedicato all’omonimo caso di cronaca, in onda stasera su Rai 2
Unabomber, il documentario dedicato al caso che sconvolse il nord-est italiano negli anni ’90 e 2000, andrà in onda stasera su Rai 2.
Questa sera, su Rai 2, a partire dalle ore 21:20, andrà in onda il documentario Unabomber, il famoso appellativo utilizzato dalla stampa che fa riferimento a due casi che sconvolsero l’opinione pubblica, il caso dello statunitense Theodore Kaczynski e soprattutto il caso italiano di una persona che non fu mai identificata e che agì in Veneto e in Friuli negli anni ’90 e negli anni 2000.
I due Unabomber avevano in comune la medesima strategia criminale ossia costruire ordigni esplosivi.
Theodore Kaczynski, che agì negli anni ’70, ’80 e ’90, fino al 1996, anno in cui fu arrestato, è responsabile di 3 morti e 23 feriti.
Le azioni dell’Unabomber italiano, invece, non procurarono vittime ma causarono gravi lesioni e menomazioni a chi ebbe la sfortuna di imbattere in questi ordigni.
Kaczynski spediva pacchi bomba in nome di una sua guerra personale contro la tecnologia. L’Unabomber italiano, invece, probabilmente spinto anche da un meccanismo di emulazione, colpì anziani, donne e anche bambini, non rivendicando mai le proprie azioni.
Il documentario partirà proprio da Kaczynski, con testimonianze di Gianni Riotta, David Wright, una delle vittime scampate, e di David Kaczynski, fratello di Theodore. Unabomber è un acronimo che sta per University and Airline Bomber ed è il nome in codice scelto dall’FBI in quanto Kaczynski era solito colpire nelle università e tentò anche di fare una strage durante un volo aereo.
Kaczynski era un genio della matematica affetto da schizofrenia, che si dimise a 27 anni dal corpo insegnanti dell’Università di Berkley, cominciando a mettere in atto i primi attentati e scatenando la più grande caccia all’uomo della storia americana.
Nel 1994, invece, ebbe inizio il caso italiano Unabomber che interessò il nord-est della nostra penisola. Tra il 1994 e il 2006, Unabomber fabbricò più di 30 ordigni esplosivi, piazzandoli nelle sagre di paese, sulle spiagge dell’Adriatico, nei supermercati, nei cimiteri e nelle chiese.
Il primo attentato fu un tubo-bomba, lasciato nei pressi di una fontanella, che ferì una mamma e le sue due figlie. Seguirono altri attentati, uno ad un centro commerciale di Pordenone, un altro vicino alla Chiesa ad Aviano e altri due ad Azzano Decimo, durante la sfilata di Carnevale.
Nell’estate del 1996, sulla spiaggia di Lignano Sabbiadoro, un bagnante, Roberto Curcio, aprì un ombrellone e un oggetto avvolto in una carta di giornale gli recise l’arteria femorale. Curcio restò in coma per diverse settimane.
Una volta accertato che la mano dietro tutti questi attentati era la stessa, Unabomber tornò a colpire nel 2000, sempre a Lignano Sabbiadoro, con un tubo metallico sul bagnasciuga che ferì Giorgio Novelli, carabiniere in pensione.
Dai tubi-bomba, Unabomber passò a piccoli congegni che era solito piazzare nei supermercati, in prodotti alimentari e in prodotti destinati anche ai bambini. Nel 2003, Francesca Girardi perse l’occhio destro e subì gravi danni alla mano e al braccio destro.
Sul fronte delle indagini, la Polizia creò il pool anti-Unabomber diretto da Diego Parente. L’inchiesta arrivò sulla scrivania del Pubblico Ministero di Venezia, Luca Maria Marini, che individuò un sospettato principale, l’ingegnere Elvo Zornitta. Il procedimento contro quest’ultimo, però, verrà archiviato con un colpo di scena che ebbe conseguenze enormi, tra le quali lo scioglimento del pool anti-Unabomber.
Unabomber è una co-produzione Rai Documentari e Verve Media Company, scritto da Luciano Palmerino, Giuseppe Rinaldi e Valentina Magrin e diretto da Alessandro Galluzzi.