(Una) Vita in diretta (fa) – Dopo l’ode alla Dalla Chiesa, il mito della Barale a Buona domenica. Parodi ferma a Canale5 degli anni ’90
Cristina Parodi ha fatto un’intervista breve e banale a Paola Barale, sprecata in dieci minuti a La vita in diretta di martedì 16 settembre 2014
Oggi a La vita in diretta era stata annunciata come ospite di punta Paola Barale. Talmente di punta, che le hanno dedicato 10 minuti scarsi, per mascherare (malamente) la marketta del suo nuovo impegno da produttrice di fiction.
Se Cristina Parodi ha un pregio, è quella di circondarsi di autori malatissimi di tv, che le consegnano materiale e aneddoti per risultare preparata in video. Il resto, però, dovrebbe farlo la sua curiosità personale e la sua capacità di dire qualcosa in più sul personaggio che ha di fronte.
La Parodi, invece, si ferma sempre all’agiografia, al contributo cult che si carica di un’aurea talmente nostalgica da fare dei suoi stessi spazi a La vita in diretta dei filmati di repertorio. Così una Barale più figa che mai ha giusto il tempo per ricordare controvoglia (la sua prima reazione su Rai1 è stata ‘Che palle!’) i tempi in cui imitava Madonna per guadagnarsi da vivere (“I miei mi davano 5000 lire a settimana, mentre mi pagavano molto come sosia, ma l’ho vissuta malissimo”).
Poi la conduttrice ha rievocato i fasti di Buona domenica con tanto di rimpatriata in studio con Claudio Lippi. I suoi toni erano talmente celebrativi, che ha (giustamente) definito la Barale di allora l’icona più invidiata dalle ragazze italiane, specialmente per la sua immagine:
“Questo grande successo è arrivato un po’ per caso, quando ho incontrato Maurino, il mio parrucchiere, e i grandi professionisti della moda che mi hanno vestito con abiti bellissimi”.
Immancabile il tributo dell’ex valletta tv ai suoi mentori:
“Io sono felice di aver lavorato con i più grandi, non mi stancherò mai di dirlo. Costanzo è una persona molto seria sul lavoro, come Mike. Ma le persone che ho amato di più in assoluto, non me ne voglia lui, sono Sandra Mondaini e Raimondo Vianello”.
Tutto qui. Questo serviva solo da cornice, per ricordare che oggi la Barale ha fatto il numero zero della fiction Canciones insieme a Francesca Chiappetta (chi?), che sta per essere venduta in Argentina.
Con tutto il rispetto alla Barale e alla Chiappetta come coppia di neo-addette ai lavori, alle massaie e a noi per primi non ce ne può fregà di meno. Il popolo del pomeriggio vuole sapere come va tra Paola e Raz, vuole stuzzicarla sul perché non trova più spazio in televisione e farle commentare un po’ di attualità di costume e gossip. Dovrebbe essere questa la missione dell’infotainment pomeridiano post-Verissimo.
Lungi da noi difendere la D’Urso, il cui programma resta di dubbio gusto, ma quantomeno le va riconosciuto che – da personaggi di calibro ben inferiore – riesce a ricavare delle storie pazzesche. Lei, se ha la giovane attrice dei Cesaroni, la racconta in quanto giovane donna incinta, non per le sue velleità professionali. E’ più sincera.
Sicuramente va dato atto alla Rai di volersi distinguere, ma se il “noi lo facciamo meglio” si riduce al compitino dell’amarcord scolastica, allora la D’Urso continuerà a fare il botto (grazie al traino del Segreto) senza temere rivali.
La sensazione è che, dopo il disastro dell’era Perego e Di Mare di un’antipatia rara, La vita in diretta vada a due velocità: quella sostenuta e agile di Marco Liorni, che ha sempre un approccio nuovo e curioso ai temi che affronta, e quella arroccata nel bontonismo altezzoso di Cristina Parodi.
La signora Gori si ostina a non realizzare – dopo il tonfo del suo programma su La7 – che la Canale5 degli anni Novanta non esiste più. Pur di negare l’evidenza, celebra un giorno il Forum di Rita Dalla Chiesa e quello dopo le Buone domeniche di Maurizio Costanzo. E lo fa nell’ammiraglia Rai. Chi l’avvisa che dovrebbe sintonizzarsi sulle risorse artistiche della tv di stato, possibilmente quella attuale?
Paola Barale a La vita in diretta