Home Una Storia da Cantare, Bianca Guaccero a Blogo: “Il sabato sera di Rai 1 è un sogno che si avvera”

Una Storia da Cantare, Bianca Guaccero a Blogo: “Il sabato sera di Rai 1 è un sogno che si avvera”

Bianca Guaccero al debutto nel sabato sera di Rai 1 con Una Storia da Cantare al fianco di Enrico Ruggeri per raccontare tre grandi cantautori italiani.

pubblicato 16 Novembre 2019 aggiornato 30 Agosto 2020 11:14

Determinata, appassionata, emozionata: Bianca Guaccero si prepara all’esordio nel prime time del sabato sera di Rai 1 con Una storia da cantare, al fianco di Enrico Ruggeri – anche lui al debutto in uno show Rai rigorosamente live -, e con una missione non facile, portare il cantautorato nell’intrattenimento da prima serata. L’impegno non la spaventa: dalla sua ha gavetta, esperienza e il patrimonio musicale che fa da struttura narrativa. E poi la parola chiave a sentirla parlare è proprio ‘impegno’, declinato nelle forme della dedizione, della vocazione e dello studio.

Pronta al debutto nel sabato sera di Rai 1?

E’ un sogno che si avvera! Un po’ di ansia c’è, ma fa parte del lavoro e nasce dall’emozione. Ritrovarmi qui per me è anche il premio per un lungo percorso fatto di gavetta e di studio. Sono felice, posso dirlo, perché essere nel sabato sera di Rai 1 era una cosa che sognavo fin da piccola.

A poco più di un anno dal debutto tv approdi al prime time più temuto, ma anche più desiderato: quanto lavoro c’è dietro?

Tanto. Ma se è vero che questo è un debutto è anche vero che arriva a un’età, ormai vicina ai 40 anni, che è ricca di esperienza. Ho iniziato a 17 anni, sono 20 anni che frequento set cinematografici e teatri. Tutto quello che ho fatto finora, e devo dire grazie ai tanti grandi artisti con cui ho lavorato e che mi hanno insegnato tanto, mi è servito per affrontare l’intrattenimento, che per sua stessa natura necessita di una preparazione, di una maturità e di una consapevolezza che probabilmente a vent’anni non avrei avuto. L’esperienza e l’età, inoltre, mi permettono anche di avere una maggiore libertà e la capacità di mettermi in gioco, anche con i miei difetti, che non nascondo più. Oggi non ho paura di mostrarmi come sono: posso piacere o non piacere, ma non ho più paura.

In conferenza stampa si è parlato di te come simbolica figura di raccordo tra musica e tv, tra generazioni, tra emozioni: ci racconti il tuo ruolo in questo racconto collettivo e individuale e come si articola in scena?

Diciamo che Enrico ha il ruolo di narratore, anche perché lui ha vissuto da vicino storie ed esperienze, epoche e periodi e farà, quindi, da Cicerone in questa ‘storia da cantare’ e da raccontare. Io sarò la conduttrice, nel senso che conduco il gioco, intervisto gli ospiti ma in una chiave anche molto colloquiale, che punta a portare alla luce il bagaglio ‘emozionale’ legato al cantautore protagonista di puntata. Un racconto e uno scambio di emozioni, insomma. In questo senso, io ed Enrico siamo complementari.

Cosa vorresti che il pubblico dicesse di te dopo questa prima puntata.

Il mio obiettivo, in tutto quel che faccio, è essere professionale e appassionata. Questo mestiere lo si fa per passione: richiede così tanto impegno emotivo, psicologico, materiale, fisico che alla fine è davvero una vocazione. Ecco, mi piacerebbe che venisse riconosciuto l’impegno: poi magari posso anche non riuscire in quello che volevo fare, ma vorrei che almeno si riconoscesse l’impegno che ci sto mettendo (e la voce ‘brilla’, ndr).

C’è una esibizione, o una puntata, che temi di più o che non vedi l’ora di fare tra le tante che state preparando per queste tre serate tv?

Guarda, non ce n’è una sola… (Sorride, ndr) Devo dire che tutte le esibizioni le temo e non vedo l’ora di farle perché sono straordinarie ed emozionanti allo stesso tempo. Quindi temo tutto e non vedo l’ora di farle, tutte. E poi ognuna porta con sé emozioni diverse, per noi che le facciamo e per chi le ascolta: anche in prova non si riesce mai a restare indifferenti alla forza emotiva e narrativa di questi brani. Puoi provarli decine di volte, ma non ti abitui mai alle emozioni che provi e sono sempre diverse.

Tra prove e live al sabato continua l’esperienza di Detto Fatto: sei soddisfatta di come sta andando il programma? Hai voglia di continuare?

Certo che sì! (La voce squilla, ndr). Sono innamorata di Detto Fatto, è davvero una seconda famiglia ormai. Mi stanno sostenendo moltissimo e nello stesso tempo mi raccomandano di non ‘dimenticarmi’ di loro! (sorride, ndr). Ed è bellissimo anche il fatto che io sia, come si dice oggi, ‘crossmediale’, in continuo passaggio tra Rai 1 e Rai 2: a suo modo è una cosa ‘rivoluzionaria’.

A proposito di rivoluzioni, per caso c’è in programma una capatina da Fiorello su Viva RaiPlay?

Ma magari! Mi piacerebbe moltissimo!

Tanta tv in questo periodo: c’è anche qualche progetto per il cinema o il teatro?

Guarda, c’è qualcosa che bolle in pentola per il cinema, ma è davvero troppo presto per parlarne. Per adesso ci concentriamo su Una storia da Cantare.

E siamo pronti a vederla nel ruolo di conduttrice, cantante e padrona di casa con Enrico Ruggeri.

 

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