Una scatola al giorno è il Cultura moderna dei poveri, manca solo il Gabibbo. Paolo Conticini non convince come conduttore
Il nuovo programma dell’access prime time di Rai 2 è la copia sbiadita della trasmissione di Teo Mammucari.
Una scatola al giorno è il Cultura moderna dei poveri. Basterebbe questa frase per recensire il programma appena andato in onda su Rai 2, un appuntamento dell’access prime time che si inserisce nel solco della rivoluzione della rete che per ora non sta dando i frutti sperati.
Stavolta però siamo al capolavoro, ovvero al copia e incolla. Una scatola al giorno è molto simile alla trasmissione condotta da Teo Mammucari nell’estate degli anni Duemila su Canale 5 nella quale occorreva riconoscere un personaggio misterioso.
Se in Cultura moderna i giocatori avevano la possibilità di fare delle domande al conduttore sulla base di prove di abilità, qui invece Paolo Conticini gioca con l’ospite di turno sulla base di indizi forniti dalla scatola parlante, dotata peraltro di una voce leggermente stucchevole.
In questa prima puntata l’ospite è stata Alba Parietti, celebrata per Macao (“Il mio programma più bello insieme a Galagoal”), ma silenziosa sul debutto di Non sono una signora, lo show con drag queen vip previsto il prossimo mese sempre su Rai 2 (qui gli ospiti della prima puntata). Peccato, dato che la sua presenza faceva presagire proprio una promozione.
Ad affiancare Paolo Conticini, che al momento non convince nella conduzione, il comitato scientifico formato dall’imitatrice Francesca Manzini e dal comico Marco Marzocca. Onestamente si fatica ad evincere l’utilità di questi due innesti.
Non ci vuole un genio inoltre per intuire la soluzione in base agli indizi forniti dalla scatola: davanti alle canzoni Miguel son mì, Poster di Claudio Baglioni, funambolo, il telo rosso del torero e Lidia Schillaci (“Sono stata la concorrente del primo talent show, Operazione trionfo”, dice lei stessa in studio), è ovvio che il pensiero vada a Miguel Bosè. Certo, tutti ci aspettavamo di trovarlo nella scatola nonostante le tesi no vax, ma poi ci siamo resi conto che si tratta del Cultura moderna dei poveri e quindi ecco spiegata la presenza del poster. Mancava solo il Gabibbo.