Una prece a Nemicidimaria, l’abc della scuola di Amici
Ce l’avete segnalato in tanti, ma non preoccupatevi, ce ne eravamo accorti da soli: Nemicidimaria, la Bibbia virtuale del talent/reality Amici, ha chiuso i battenti, o meglio, è stata costretta a farlo. Per i tantissimi fan della trasmissione, un punto fermo per recuperare qualche puntata persa o anche solo per rivedere qualche particolare sfuggito; per
Ce l’avete segnalato in tanti, ma non preoccupatevi, ce ne eravamo accorti da soli: Nemicidimaria, la Bibbia virtuale del talent/reality Amici, ha chiuso i battenti, o meglio, è stata costretta a farlo. Per i tantissimi fan della trasmissione, un punto fermo per recuperare qualche puntata persa o anche solo per rivedere qualche particolare sfuggito; per Mediaset, indubbiamente un concorrente, vista la presenza in rete di Mediaset Video e la possibilità – per ora gratuita, in futuro probabilmente non più – di trovare nel canale apposito i vari pomeridiani e serali della trasmissione defilippiana.
Nemicidimaria non è il solo sito “colpito” in questi ultimi giorni, anche se la Fascino, società che appartiene a Maria De Filippi, ci ha garantito di non avere autorità in materia di diritti e copyright che fanno capo esclusivamente ad Rti. La stessa conduttrice ha ribadito in più occasioni di trovare interessante il “lavoro” portato avanti dai tanti fan della trasmissione in rete e di essere entusiasta dell’eco che Amici ha sul web, cassa di risonanza dell’entusiasmo di migliaia di giovani nei confronti del programma. Questo però non è bastato per salvare mesi di impegno buttati al vento in pochi secondi, quello dei ragazzi di Nemicidimaria.
Decisione giusta e necessaria quella dei vertici Mediaset? Non sta a noi dirlo, soprattutto quando ci sono di mezzo questioni delicate che riguardano leggi e diritti. Quel che è certo è che la popolarità delle varie trasmissioni televisive passa attraverso la rete, e a volte è la rete stessa a decretarne o meno il successo. E sarà ancor più così in futuro, quindi perché non “accettare”, o addirittura cercare, una collaborazione ormai naturale?